sabato 31 ottobre 2009

Exit strategy

La ripresa economica, anche se non seguita a ruota dalla ripresa occupazionale, incomincia a preoccupare alcuni governi e le rispettive banche centrali, per la loro carica inflazionistica. Il 24 agosto la Banca centrale di Israele ha aumentato il tasso di sconto dallo 0,5% al 0,75%. Il 6 ottobre l'Australia dal 3% al 3,25%, il 28 ottobre la Norvegia dall'1,25% all' 1,50%. Altri segnali arrivano dal Giappone con la decisione presa dalla BOJ che ha reso noto che da fine anno non comprerà più obbligazioni societarie e commercial papier e che da marzo 2010 non offrirà prestiti a un tasso agevolato dello 0,1%. Tutte queste misure sono palesemente segnali di fine sostegno al corporate finance in vista dell'esaurimento della crisi. Altri segnali, che possono sembrare slegati da questi singoli provvedimenti, ma che avranno la loro forte influenza sul rilancio dell'economia europea sono alcune decisioni politiche prese in questi giorni a Bruxelles e che faranno sentire i loro effetti nel primo semestre del 2010. La partenza di un governo europeo dal 1 gennaio 2010 con un presidente che rimane in carica 2 anni e mezzo, rieleggibile per un ugual periodo. Un unico rappresentante per la politica estera dell'Unione comunitaria. Con effetti, invece, più lontano nel tempo un mercato unico dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Quest'area decisa nel 1995 con l'accordo di Barcellona dovrebbe concludersi nel 2010 con uno spazio di libero scambio che include paesi come l'Algeria, la Libia, il Libano e Israele, che già hanno visto in questi 15 anni incrementare i loro scambi con la UE dal 300% al 400%. L'impasse di questi anni e quindi il rallentamento dl processo è dovuto anche al fatto che la UE è stata fortemente impegnata nel processo di razionalizzazione al suo interno, problema che con gli ultimi accordi sembrano essere stati superati. In questa ottica l'auspicio rilanciato dalla presidente dei giovani imprenditori, Federica Guidi nel convegno che si sta tenendo a Capri è una cartina di tornasole che una grande zona franca, senza barriere doganali a sud dell'Europa è una buona leva per il rilancio del nostro Mezzogiorno.

venerdì 30 ottobre 2009

Ritorna la fiducia sui mercati

USA Il PIL vede nel 3° trimestre (dati del 29 ottobre) un aumento del 3% su media annua. I consumatori americani si presentano ancora una volta come un popolo in grado di dare una spinta economica alla ripresa mondiale.
La Cina, lancia segnali di grande slancio economico e componente essenziale dell’economia mondiale. Con un incremento del proprio PIL che anche quest’anno si prevede in crescita del 8,9%, e produzione industriale del 13,9%, rispetto al 12,8 dell’anno 2008. A questa aspettativa si può aggiungere la constatazione che la Banca centrale si è fermata nell’opera di lenta rivalutazione della moneta locale. In Giappone il governatore Masaaki Shirakawa ha dichiarato in un incontro di pochi giorni a Tokyo che in Asia Orientale la ripresa ha iniziato a correre più veloce delle aspettative. In settimana si attendono i risultati macroeconomici europei e italiani. I segnali di fiducia vengono da alcuni settori, dove l’energia ha ricuperato spazi da quando il barile si è riportato a ridosso degli 80 dollari con qualche picco a 81,50. Buone le performance degli alimentari e telefonici.Nel settore automobilistico bene i risultati della Fiat e del settore ricambio come la Valeo francese, meno della Peugeot.

L’intelligenza italiana agguanta l’alta velocità

Dopo circa venti anni di studi, lotte, assemblee a un prezzo kilometrico superiore di 3 volte quello francese le ferrovie italiane dal 13 dicembre prossimo avranno circa 1200 km di alta velocità ferroviaria. Da Torino a Napoli, si potrà andare in 4 ore. Da Milano a Roma, senza fermate, in 2 e 59 minuti, 37’ da Bologna a Firenze.Le tariffe, sino ai prossimi aumenti del marzo 2010, sono fortemente competitive. I giornali di questi giorni hanno dato ampli spazi a paragoni sulle combinazione vincenti sulle varie tratte fra aerei, treni e auto. Occorre a questo punto qualche piccola riflessione sui tempi di attesa nei percorsi in città. Ad.es.: tra Milano- Rogoredo e Roma Tiburtina bastano 2 ore e 45 minuti, ma poco si dice quanto tempo occorre dal centro di Milano alla staz. Di Rogoredo? In alcuni momenti della giornate anche 1 ora e altrettanto da Tiburtina a p.za Venezia. E’ vero che alcune realtà come Milano hanno un collegamento con una linea metropolitana, ma il fatto fa emergere la necessità di un sostanziale miglioramento nei collegamenti pubblici in tutte le città in cui i nuovi mezzi di trasporto accelerano gli spostamenti,perchè una volta giunti a destinazione, ci sono i problemi di sempre. In una dimensione più grande il problema si ripresenta sulla grande opera del ponte che scavalca lo Stretto di Messina. Buona la scelta che farà risparmiare due ore ad ogni imbarco e traghettamento, con un notevole risparmio di soldi e inquinamento. Ma una volta giunta all’altra sponda occorre trovare una riorganizzazione degli spazi logistici all’altezza dei tempi.

martedì 27 ottobre 2009

La crisi economica aiuta l’economia verde

In questi giorni in cui si scrutano con attenzione tutti i piccoli segnali di ripresa dell’economia in generale, buone notizie provengono dalla “green economy” e molti giornali dedicano ampli spazi agli sviluppi di questo settore. Diversi sono i campi in cui si ottengono risultati eccellenti, dalle raccolte differenziate dei rifiuti e degli imballaggi, al settore della produzione di energia cosiddetta alternativa. Nel primo campo la creazione attraverso una legge del CONAI (consorzio nazionale imballaggi) si è rivelata una scelta felice perché attraverso filiere, in cui è articolato il Consorzio si sono recuperate nel 2008 oltre 7.200 tonnellate di prodotti come carta, legno,plastica, vetro, ferro, alluminio, evitando di riempire altrettanto spazio nelle discariche. Altro materiale raccolto nelle “isole ecologiche” , che i comuni hanno dovuto allestire, come pile, batterie per auto, olii vegetali e minerali per diverse migliaia di tonnellate o litri non è finito nelle nostre falde acquifere o nei fiumi ad inquinare i nostri mari. D’altra parte nel settore delle energie alternative i sostanziosi incentivi previsti dal governo Prodi e poi riconfermati dal governo Berlusconi hanno anche aiutato molto le aziende produttici a svilupparsi.Il valore delle loro azione è aumentato, come è stato rilevato anche dall’indice Irex Althesys, tanto da attirare, per quelle quotate in borsa, l’attenzione di fondi d’investimento stranieri che hanno immesso capitali freschi con un ritorno investimento-utili del 12% all’anno. Nella produzione di energia in forte sviluppo si riscontra la crescita di parchi eolici e della posa di pannelli solari, con ampliamento della manodopera impiegata direttamente e nell’indotto, valutabile intorno alle 70.000 unità. La crescita si diffonde anche per la nuova sensibilità che si sta diffondendo sia nel pubblico che nel privato. Esempi da seguire sono quelli della Total, che sulla A1 nei pressi di Fiorenzuola ha reso autosufficiente, da un punto vista energetico, una stazione di servizio con la posa di pannelli solari e, ecologicamente alla avanguardia, con la posa di un asfalto capace di assorbire lo smog prodotto dal transito di automezzi. Tra i grandi sostenitori di questa necessità è doveroso segnalare il presidente degli USA Obama e l’impegno di molti uomini politici di governo che si sono impegnati a non far mancare appoggi e proposte concrete nel prossimo vertice di dicembre a Copenaghen.

domenica 25 ottobre 2009

I consumatori e il loro potere

In una libera economia i consumatori dovrebbero, attraverso le organizzazioni di categoria, avere una funzione di denuncia di oligopoli, delle rendite parassitarie che il controllo del mercato permettono e svolgere un’educazione al consumo con una continua ricerca che consente di valutare se la filiera a cui si appoggia la vendita di un prodotto è funzionante o copre disfunzioni di organizzazione. Due esempi, fra i molti possibili, nel settore alimentare e in quello dell’energia, possono dare la dimensione del problema. Nel settore alimentare abbiamo una caduta dei prezzi alla fonte e una grossa difficoltà per i consumatori finali di soddisfare i propri bisogni in questo momento di crisi, vista la forbice tra la partenza e l’arrivo. Es. il pane: costo farina di grano tenero circa o,25 cents al kg. alla fonte, costo medio di 1 kg di pane sulla piazza di Milano € 3,80, tenendo presente che con 1 kg di farina si fanno kg.1,2 di prodotto finito che incamera circa ½ l. di acqua un po’ di sale e lievito. La lavorazione è tutta industriale. L’uva cents.0.30 al contadino, 2 euro al consumatore e così via. Qualcosa si incomincia a muovere con gli acquisti a km. zero, con i GAS ( gruppi d’acquisto solidali), cioè consumatori che si mettono insieme per ottenere l’accesso diretto con volumi interessanti. L’altro campo a forte impatto sociale è il settore dell’energia. Qui il problema è più complicato, data la ramificazione del settore che abbraccia vari campi. Qualche tentativo di collaborazione a livello internazionale già avviene in organismi quale l’Organizzazione Mondiale del Commercio e le riunioni del G20. Uno degli aspetti difficili da gestire, perché sfuggono alla possibilità d’intervento esterno, è che troppo spesso i proventi dei paesi produttori vanno nella disponibilità delle classi dirigenti dei vari paesi, aumentando la loro capacità di governo. In Medio Oriente percentuali robuste sono state investite nell’acquisto di armi soddisfacendo, gli appettiti dei circoli militari. In queste realtà il 4% della forza- lavoro è composta da militari, mentre gl’investimenti in questo campo possono raggiungere il 10% del loro PIL. Tra i beneficiari ci sono spesso anche le milizie più o meno private. Ed infine anche nazioni occidentali come gli USA, la Francia, la Russia e qualcosa anche l’Italia beneficiano di questa corsa agli acquisti delle armi. Per una maggiore attenzione e educazione a ridurre i consumi delle fonti fossili,occorre chiedere alle forze politiche, più investimenti nelle fonti rinnovabili, trasporti pubblici migliori, tecnologie che rendano più razionale ed efficiente l’impiego dell’ energia stessa. Tutte queste scelte, anche le più piccole possono aiutare a far diminuire questo spreco di risorse.

sabato 24 ottobre 2009

La finanza e le speculazione finanziarie

La FED, la BCE e altre banche centrali dei grandi paesi industriali hanno con bassi tassi di sconto inondato di liquidità i mercati mondiali permettendo così a molte banche di tirare un sospiro di sollievo e in qualche caso allontanare lo spettro di un default. Con il rallentamento della crisi nel mondo le banche hanno ricominciato a fare o rifare i loro affari di sempre, finanziando la speculazine sul petrolio che ha toccato gli 82 dollari a barile o l’oro che in questi giorni ha toccato un nuovo record raggiungendo i 1070 dollari l’oncia. Non a caso il terzo trimestre si chiude per le grandi banche americane con utili intorno ai 11 mld di dollari e aumenti consistenti intorno al 22% dei bonus dei loro dirigenti. Cadono sempre più nel vuoto gli appelli ora italiani ora americani di sostenere con il credito le PMI. Sembra quasi di rivedere gli stessi segnali del passato di una prossima nuova crisi per il 2010. Oggi manca nel mondo una struttura a livello globale così come è la finanza. Nessuno degli organismi esistenti, come FMI o la Banca mondiale o il Gatt o il Forum per la stabilità ha i poteri d’intervenire, di coordinare o almeno fornire un quadro analitico omogeneo della situazione. L’ultimo G20 di Pittsburgh ha auspicato un nuovo modo di lavorare, ma è tutto da conquistare. In una fase in cui gli USA sono alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo sociale e economico, e la UE stenta a ratificare il trattato di Lisbona che darebbe maggiore stabilità e autonomia di governo alle istanze sovranazionali di Bruxelles, bisogna fare ogni sforzo per ritrovare uno spirito d’identità europeista .Di fronte alla forte struttura della BCE, che bene difende l’Euro nelle burrascose onde della finanza globale, uno stato federale forte di 350 mln di abitanti e una Pil superiore a quello USA potrebbe contrastare molto meglio le spinte speculative e cercare politiche economiche capaci di aiutare uno sviluppo sostenibile.

Petrolio, il carburante dell’economia

E’ indubbio che per almeno i prossimi dieci anni il petrolio e i suoi derivati saranno uno dei motori principali dell’economia mondiale. Troppo modesti i volumi che fonti di energie alternative, come eolico e solare, potranno sviluppare, rispetto alle energie di derivazione fossile, solo il nucleare può mettere in campo quantità di tutto rispetto. Senza il petrolio l’economia non tira, si ferma tutto da trasporti, all’illuminazione al riscaldamento delle case. Questa è una delle principali ragioni per cui l’oscillazione del prezzo del barile è letta sempre con la massima attenzione dagli analisti economici e dal mondo industriale. Un prezzo troppo alto porta devastazione nel mercato facendo saltare tutti i conti e le previsioni; un prezzo troppo basso non permette un’adeguata ricerca di altre fonti o di nuovi giacimenti perché non competitive.Sono in molti ormai a essere convinti che il mercato non sia capace di autoregolamentarsi. Interessante a questo punto è una proposta articolata su 8 punti che appare sul trimestrale Oil dell’ ENI denominata “BluePrint”.
Essa prevede la nascita di un’ agenzia internazionale aperta a tutti i paesi produttori e consumatori di greggio, nella massima trasparenza che gestisca domanda e offerta del greggio. Un fondo stabilizzatore che eviti picchi e cadute di prezzo insieme alle necessità di gestire in determinati periodi le capacità inutilizzate di approvvigionamenti o di mancanza di prodotto. Il problema esiste, ma non riguarda solo il prezzo del petrolio. Affrontare con competenza la situazione, in un ottica di controllo dei flussi finanziari di moneta calda può aiutare la gestione del problema. Infatti sarebbe interessante capire perché sino ad oggi alcuni settori, come l’immobiliare, hanno trovato ingenti capitali per finanziarsi, sino a far crescere una bolla speculativa che ha devastato l’economia di paesi come gli USA e la Spagna, tanto per citarne due, e non si sono trovati capitali e sbocchi sufficienti nel mercato degli investimenti sull’energia.

giovedì 22 ottobre 2009

Aumenta la fiducia nella ripresa.

In Italia ordini e fatturato in agosto danno un trend positivo con attesa di + 1%. Anche nel settore delle vendite al dettaglio si passa da -1,7% a + 0,1% .
In USA i primi accertamenti sui i dati di settembre del settore industriale riscontrano un aumento dall’0,7% di agosto allo 0,9% di settembre.
In Europa: In Francia l’indice INSEE nel settore manifaturiero passa da 85 a 87. Per tutta l’area euro l’indice passa da 49,3 a 50. Per i PMI servizi da 50,9 a 51,3.
Per la Germania l’indice IFO per ottobre prevede solo un modesto aumento da 91,3° 92.

mercoledì 21 ottobre 2009

Migliorano le previsione per le grandi banche d’investimento USA

Le tre gandi banche americane d’investimento Jp Morgan, Goldman Sachs e Morgan Stanley vedono rosa questo fine anno. La Morgan Stanley vede l’utile del 3° trimestre solo al 10% di quello che fu lo stesso trimestre del 2008, 757mln di dollari contro i 7,7 mld., ma comunque in zona positiva. L’utile netto per gli azionisti ordinari sarà di 38 cent., contro i 27 previsti dagli analisti. L’utile è stato sostenuto soprattutto dal trading normale e dal reddito fisso. I segnali positivi continuano.

Acquisto prima casa, quale mutuo?

Comprare casa diventa una cosa sempre più difficile in questo tempo in cui i nostri politici, ma anche la Confindustria, si dilettano a proporre una discussione se i nostri concittadini preferiscono il posto fisso rispetto ad una flessibilità che sconfina spesso nella precarietà per la maggior parte dei giovani insita nello scenario attuale del nostro mondo del lavoro.
La necessità di contrarre un mutuo per comprare finalmente la casa agognata, vede impegnata una persona o spesso una coppia nella difficile scelta per un lungo periodo, venti/trent’anni anni, con una uscita certa, rispetto a entrate meno certe. Per cui dopo aver fatto questa scelta bisogna iniziare la valutazione dell' offerta più confacente alle proprie risorse. Mutuo a tasso variabile, a rata costante o tasso fisso? Qualche esempio può aiutare a meditare la scelta. Una delle più accreditate banche in Italia offre per un mutuo a 20 anni e importo superiore ai 100.000 € , con tre possibilità.
Tasso variabile su indice BCE calcolato a 1,50% annuo più uno spread 1,25, tot. 2,75%. Mutuo a rata costante nei primi 10 anni a un tasso comprensivo di spread 0,95% e uno tasso Euris del 3,46% tot. 4,41 all’anno, ma in questo caso non c’è certezza della data di fine mutuo. E il tutto è ricontrattabile per il periodo restante. Mutuo a tasso fisso al 5,60% annuo. Come si vede il tasso fisso rispetto al tasso variabile BCE costa il doppio.

martedì 20 ottobre 2009

Stabilità finanziaria o stabilità dei prezzi

Questa mattina l’euro è scambiato in borsa intorno a 1,4987 per dollaro e lo yen a 135,41. Il petrolio ha toccato gli 80 dollari a barile e le borse nel loro insieme continuano il loro trend positivo. Già nel mese di settembre alcuni analisti ritenevano che l’indice Dow Jones era sopravvalutato del 40% e che presto l'indice avrebbe toccato quota 10.000. In tempi normali la FED e la BCE avrebbero ritoccato a rialzo i loro tassi, che ormai da un anno viaggiano ai minimi storici. Lo stesso mercato immobiliare americano, e non solo quello, viene mantenuto alto, anche con qualche nuova variazione di prezzo all’insù, senza una correlazione realistica con il rendimento prezzo/affitto o prezzo/reddito, dai bassi tassi di sconto. Tutto ciò in un quadro che la stampa chiama del G2, in cui i cinesi continuano a prestare soldi agli USA foraggiando così il loro deficit. Sono ormai 800 i miliardi di dollari prestati agli USA, cifra che ha permesso ai cinesi di annunciare anche quest’anno un incremento del loro PIL dell’8%, e che il numero dei loro miliardari è aumentatato da 101 a 130. Scenari di questo tipo possono prospettare diverse attese. Le banche centrali sono fortemente proccupate per la fragilità del sistema bancario mondiale.Le banche non hanno fatto molto negli ultimi tempi per incrementare i loro patrimoni, al massimo hanno pensato di aumentare i bonus dei loro managers. Un’altra aspettativa sarà che la risalita dei tassi, per arginare la speculazione mondiale, potrà essere più rapida anche se rinviata alla fine del prossimo anno.

lunedì 19 ottobre 2009

Attenzione al toro, ovverossia non tuttociò che brilla è oro.

Con FTSE MIB che segna un incremento di circa il 25% da inizio anno, e previsioni di nuovi balzi in avanti sino a dicembre è tornato il sorriso per i risparmiatori. Diversi sono i pilastri sui cui poggia la fiducia nel prossimo futuro. Tassi BCE stabili, liquidità monetaria abbondante, nessuna strategia d’uscita da questa liquidità nel mercato, per il momento, da parte di alcuni economisti, c’è solo l’auspicio a pensarla.
La risalita del prezzo del petrolio a oltre 75 dollari al barile se da una parte rischia di riaccendere qualche pressione inflazionistica, dall’altra fornisce capitali di spesa e investimenti ai paesi esportatori di barili. Anche le azioni di società e i titoli finanziari legati alle materie prime hanno tratto benefici dalla ripresa. Tutto va bene dunque? Attenzione all’oro, su questo metallo la speculazione sta soffiando alla grande. L’oncia a oltre 1050 dollari, e, la moneta verde che si svaluta continuamente rispetto all’Euro, Yen etc. fanno risuonare qualche campanello d’allarme. Questi segnali possono indicare che, oltre un interessamento vero per il metallo ,che alcuni players di settore stanno spostando il loro patrimoni dai dollari ad altre monete passando dal lingotto. Gli analisti di mercato valutano in circa 20 volte superiore i titoli finanziari rispetto al prodotto fisico disponibile per cui se dovesse scoppiare la bolla ne potremmo vedere delle belle,
con un’altra mazzata per la credibilità delle banche e di tutti coloro che speculano nel settore.

sabato 17 ottobre 2009

La ripresa in USA avanza, la speculazione pure?

La produzione industriale nel mese di settembre è aumentata dello 0,7%, la previsione era dello 0,2%. Su base annua l’aumento registrato nel 3° trimestre è pari al 5,2% e rappresenta il massimo degli ultimi 4 anni. Petrolio, oro e borsa da circa 2 mesi sono in aumento.
Se questi segnali saranno seguiti a breve dall’aumento dei prezzi del settore agricolo, avremo uno scenario già visto prima della crisi. Comunque già ora le grandi banche USA incominciano a macinare grossi utili, in contemporanea alla crescita dei bonus per i loro manager.
Larry Summers, consigliere economico del presidente USA in un convegno organizzato a New York dall’Economist ha richiamato le banche a una nuova etica, parafrasando una frase del presidente Kennedy “ non chiederti quello che l’America potrà fare per te, ma chiediti quello che tu puoi fare per l’America” ha chiesto alle banche USA che hanno beneficiato d’ingenti iniezioni di crediti nell’ultimo annuo, di non dimenticare gli 8 mln di nuovi disoccupati che si avranno nel 2009 in Usa. Summers auspica nuove regole a difesa dei clienti bancari tartassati con interessi ai massimi livelli qualora i loro conti correnti vadano in rosso e nuove regole anche per i mercati finanziari da concordare a livello internazionale visto, i riflessi che possono avere nel commercio mondiale e suoi valori di cambio. Attualmente le disponibilità di Cina Russia, Giappone e paesi dell’area del Golfo ammontano a circa 20mila mld di dollari e nessuno auspica un trasloco in massa su altre monete in tempi rapidi, ne tantomeno caos nei cambi che si possono rivelare esiziali per l’economie dei paesi emergenti e non solo per quelli.

venerdì 16 ottobre 2009

Segnali forti per lo sviluppo del Sud

Il governo, in questi giorni ,sta lanciando forti segnali che interessano il futuro sviluppo del Sud-Italia. Il primo è la creazione della Banca del Mezzogiorno. Il Sud è l’unica area territoriale d‘ Europa che non ha più una banca del territorio. La articolazione sarà come una banca di secondo livello che si avvarrà dei 400 sportelli delle banche del credito cooperativo e della presenza molto capillare dei 4000 sportelli postali. Queste cifre danno le dimensioni delle possibili articolazioni territoriali che questo strumento organizzativo ha per sostenere le PMI. Un rafforzamento verrà anche dalla possibilità di attrarre capitali con la tassazione agevolata sui rendimenti dei cosidetti bond-sud del 5% anziché 12,50%. Le decisioni di far partire nuove infrastrutture, come il ponte sullo stretto di Messina i cui lavori il presidente del consiglio Berlusconi ha annunciato avranno inizio il 23 dicembre p.v. e termineranno nel 2016. Ci sono resistenze sulla priorità dell’opera. Ma bisogna tener presente che per infrastrutte di questa grandezza sono previsti investimenti esteri sotto varia natura restituibili con i futuri pedaggi, quindi con meno peso sul bilancio dello stato che per le miriadi di piccoli investimenti per la salvaguardia del territori. Fondi stanziati nel passato e che ad oggi spesso sono ancora da spendere. Altri elementi da prendere in considerazioni sono i fattori di ricadute economiche primo fra tutte le ore di sosta risparmiate per traghettare treni, camion, auto etc..
La logica dell’ammodernamento dell’ Italia passa anche da opere come queste. Per chi fa turismo basterebbe una visita nel Nord Europa e contare le decine di ponti che la Danimarca ha costruito nell’ultimo decennio per collegare le sue isole alla terraferma. Una di questa infrastrura, metà ponte metà tunnel, collega addirittura la Danimarca con la Svezia.E ancora val la pena di ricordare i 53 km. del tunnel sotto la Manica. Altre buone notizie sono il completamento della Sa/Rc entro il 2014 già completamente finanziato e il prossimo piano per il Sud che dovrebbe vedere la luce entro la fine d’anno.

giovedì 15 ottobre 2009

Le leggi dell’economia e la vita quotidiana.

Quando l’economia va bene tutti sono contenti e ognuno pensa a trarre profitto di ogni momento, ma quando come in questo momento, i problemi sono tanti e non c’è certezza del futuro, tutti pensano di avere la sola ricetta giusta per uscire dal pantano, addossando all’avversario politico o concorrente le colpe delle difficoltà. Assistiamo in questi giorni a diverse proposte della maggioranza che l’opposizione costantemente boccia.
Il ponte sullo stretto di Messina per Berlusconi è una opera primaria da fare urgentemente per avvicinare la Sicilia all’Italia, per l’opposizione ci sono prima gli interventi per risanare i costoni montani che franano. Il pensiero che una linea ferroviaria unisce molto più velocemente il sud al nord del paese con tutte le ricadute economiche inimmaginabili di questo se ne parla poco o niente. Il Ministro per il turismo e lo sport Brambilla lancia la proposta di aprire una sala da gioco in tutti gli hotel a 5 stelle, per rilanciare il turismo. La Federazione alberghiera annuncia grandi perplessità. E’ vero che gli hotel a 5% stelle in Italia sono 270 e che Taormina, una delle località turistiche più rinomate del mondo, potrebbe avere 7 sale giochi, ma basterebbe mettere un filtro per ogni località, in base a dei parametri da scegliere o da concorcordare. Lo scudo fiscale a detta di alcuni premia gli evasori fiscali del passato, ma il loro rientro dovrebbero anche finanziare gli investimenti in Italia. Magari qualcuno dovrebbe ricordare che la curva delle tasse in Italia e irrealistica e che dovrebbe essere al più preso rivista anche in base all’inflazione dell’ultimo lustro. Guardando la voglia di fare o di cambiare che in questo giorni invadono i giornali e le televisioni italiane forse un atto di pragmatismo potrebbe essere la rilettura di una antica preghiera di Tommaso Moro: “ Signore dammi la forza di cambiare le cose che posso modificare, dammi la saggezza di accettare quelle che non posso cambiare e dammi la saggezza per distinguere tra le une e le altre”.
Insomma come dire tieni presente il diavolo e l'acquasanta.

mercoledì 14 ottobre 2009

Nel mondo del credito, qualcosa si muove.

Domani 15 ottobre il CDM dovrebbe esaminare il progetto del Ministro delle Finanze che rende più agevoli i finanziamenti alle aziende del Sud-Italia, comprese le piccole e medie. Sarà una risposta pragmatica per ribattere all’accusa di chi dice che questo governo ha tradito il Sud, ma potrà essere anche lo strumento che farà da cartina di tornasole per comprendere cosa ne pensa e come si muoverà il mondo imprenditoriale del Mezzogiorno.Questa banca, o meglio questo Istituto finanziario di diritto privato era già previsto nella finanziaria del 2008 decreto 112 che ne prevedeva la nascita con un fondo pubblico di 5 mln di euro da restitutire allo stato in 5 anni. La novità sta nel fatto che questa banca potrà emettere speciali bond-sud con scadenza superiore a 18 mesi agevolati nella tassazione al 5% anziché al 12,50%, che gli acquirenti dovranno detenere per almeno 1 anno. Questa banca del Sud o del Mezzogiorno, oltre a utilizzare gli sportelli delle banche del credito cooperativo, si appoggerà all’Ente Poste, forte di 14.000 sportelli in tutto il territorio nazionale. In questo modo le Poste Italiane potranno fare quel salto di qualità che inseguono da decenni, sempre osteggiato dal settore bancario, che in alcuni momenti non ne hanno consentito l’ingresso nel circuito bancomat, che poteva agevolare il pagamento dei bollettini agli utenti postali. Ironia della sorte perché nel 1998 fu l’attuale Corrado Passera allora A.D. delle Poste e oggi A.D. di Banca intesa S.Paolo a riorganizzare ex novo l’Azienda, creando il settore Bancoposta, separato dal Movimento postale, un nuovo look, molto attraente e migliorandone l’efficienza.

martedì 13 ottobre 2009

Uno sguardo sulla economia Usa

Le vendite al dettaglio nei supermercati USA nel mese di settembre sono cresciuti dello 0,2% dopo l’ottima performance del mese di agosto, +1,1%. Va ricordato, anche che questo trend positivo si manifesta nonostante la debolezza del mercato del lavoro, non certo in espansione.
Sostenute le vendite anche nei comparti ciclici come Cementieri, Costruzioni e Risorse di base, aiutate dalla debolezza del dollaro che facilita le loro vendite in campo internazionale. Bene Fiat, sostenuta dalla dichiarazione dell’A.D. Marchionne che prefigura il ritorno all’utile operativo della Chrysler nel prossimo biennio. Bene i bancari dopo i giudizi positivi espressi dagli organismi internazionale. Inoltre le banche USA dovrebbero trarre profitto dal robusto volume di trading di questi mesi e di una certa stabilizzazione degli accantonamenti a difesa dei patrimoni. Poiché numerose banche europee hanno già deliberato aumenti di capitali per migliorare i loro coefficienti patrimoniali, gli operatori del settore si aspettano analoghe iniziative
nel settore bancario USA. I futuri coefficienti che sono allo studio del Fondo per la stabilizzazione finanziaria, organismo guidato dal nostro Governatore della Banca d’Italia, sono state deliberati dall’ultimo G20.

lunedì 12 ottobre 2009

Il toro in borsa fa sul serio

Philips , il colosso dell’elettronica annuncia utili per 176 milioni di euro, gli analisti avevano previsto solo 44.
Il petrolio è arrivato sopra i 73 dollari al barile, il massimo da 6 settimane. In buona compagnia dell’oro che viaggia ai massimi, entrambi beneficiari di un dollaro debole. A Milano a p.zza Affari il gruppo Fiat guadagna il 6,29% portando il valore dell’azione sopra gli 11 euro. Su questo valore incide l’ipotesi annunciata dall' A.D. Marchionne di un possibile collocamento azionario della Chrysler nel prossimo anno. La Exor ( +7,14%) conferma a mezzo John Elkan l’attenzione sulla Fideraum.
Tiscali addirittura oltre 300% all’annuncio di un aumento del capitale di 180 milioni di euro.
Milano oggi il FTSE-Mib è a +1,52%, FTSE All Share a +1,77%.
In Europa: Francoforte a + 1,46%, Parigi a + 1,22%, Londra a +1% .

domenica 11 ottobre 2009

Immobili avanti con cautela

Con l’arrivo dell’autunno e una certa aria di ripresa, sia le famiglie che le aziende che investono nel settore, hanno ricominciato a sondare il mercato per valutare le possibili occasioni. Soprattutto al nord, nelle fasce sociali dove la crisi è meno sentita, c’è il bisogno d’investire le nuove disponibilità economiche che si sono create nel corso del 2009. In questo momento in cui i tassi d’interesse su BOT, BTP sono molti bassi e i corporate bond non hanno ritorni eclatanti, a menochè non s’investa su società dal rating basso, si nota un’interessamento al mercato immobiliare, con qualche visita a cantieri e agenzie immobiliari .
Discorso uguale per gl’investitori professionali che hanno necessità d’investire. Da diversi mesi i il mercato è fermo, i prezzi scontano lo sgonfiamento di bolle speculative e sembrano stabilizzarsi, la liquidità è abbondante il terreno si fa sempre più favorevole per operazioni di acquisizione a prezzi veramente interessanti.
Per una equilibrata presenza nel mercato ormai globale, un allargamento del proprio orizzonte all’ estero, con l’euro sempre più forte, è una scelta che diversi operatori del settore stanno prendendo in seria considerazione.

Arriva la ripresa Finalmente buone notizie

In un momento in cui in Italia tutti sembrano conbattere contro tutti, con una prospettiva in cui non si vede chiaramente l’impegno per i partiti a come uscire dalla crisi che ci attanaglia, l’economia italiana da chiari segni di forte vitalità. Ecco i dati più significativi:
Produzione industriale più 7% in agosto, risultato che non si vedeva dal 1990.
Aumento della produzione del 5,9% nel terzo trimestre di quest’anno.
Più 45% nel settore auto, con effetto trainante nell’indotto con indici medi superiore al 10%.
L’OCSE individua nell’Italia e nella Francia le locomotive della ripresa.
L’Italia, nel CLI (component leading Indicator) super-indice dell’OCSE registra un + 10,4% su base annua.
Se a tuttociò si aggiunge che la BCE, giovedì scorso, ha confermato il tasso di sconto ordinario all’1%, con prospettive di stabilità per alcuni mesi, c’è veramente da aspettarsi una buona ripresa autunnale.Incidenti di percorso sono e saranno sempre possibili, ma è difficile non tener conto dei segnali che arrivano.

giovedì 8 ottobre 2009

Tassi e monete

Dopo il G20 di Pittsburgh, l’opinione pubblica mondiale e i circoli finanziari delle nazioni con surplus economici consistenti incominciano a chiedersi come muoversi a breve.
Quanti anni potrà reggere l’economia americana e il dollaro ad assorbire il 70% del surplus di fondi delle nazioni più aggressive nel commercio mondiale?
Oggi l’oro ha sfondato la quota di 1.050 dollari l’oncia; è solo speculazione, o ci sono acquisti veri dietro questa impennata? Fra i paesi che temono di più per i propri investimenti in dollari c’è la Cina che lancia segnali di forte preoccupazione. Nelle ultime settimane ha più volte richiesto al Fondo Monetario internazionale una nuova valuta globale al posto del dollaro. Cosa faranno Giappone, Germania, Russia e Emirati Arabi che sono gli altri grossi investitori nel debito pubblico USA?
Nessuno di loro pensa a un rapido allontanamento dal dollaro, pena l’impazzimento dei tassi e dei cambi, ma è indubbio che la perdita continua di potere d’acquisto di questa moneta, pesa e peserà sempre di più nelle decisioni della loro classe politica

mercoledì 7 ottobre 2009

Tassi e mutui stabili

Giovedì ci sarà la consueta riunione mensile della BCE. Le prospettive non prevedono alcuna variazione del tasso ordinario di sconto fermo da alcuni mesi all’1%,con aspettative di stabilità su variazione a breve del tasso Euribor, oggi allo 0,44 % scadenza 1 mese e 0,75% a scadenza a 3 mesi . Riflessi positivi di tranquillità si avranno anche sui mutui casa, ancorati a questi tassi. Anche la liquidità immessa nel mercato dalla BCE, 75 mld all’asta del 29 settembre, riflette una certa tranquillità/stagnazione rispetto ai 440 mld immessi nel mese di giugno. La complessa situazione del mercato che vede un leggero calo delle vendita al dettaglio, ma contemporaneamente un aumento dell ‘indice di fiducia della PMI che passa da 80.04 a 82,08, atteso 82,87, lasciano prevedere un periodo di bonaccia con prospettive di ripresa

martedì 6 ottobre 2009

Euro Dollaro trend in salita

Nella prime ore della mattinata la moneta unica ha toccato il livello di 1,4737 contro dollari, quasi un centesimo in più di ieri. Stessi parametri contro yen, 131,15 oggi 131,41 ieri. Stresso trend contro franco svizzero.
Di pari passo quando il dollaro scende si rivalutano petrolio, oro e altri bene rifugio. Oggi occorrono quasi 3 dollari per 2 euro. Se la politica monetaria Usa non cambia, sia pure gradualmente, e continua a finanziare il deficit pubblico per mantenere un trend di vita troppo alto rispetto alle risorse disponibili, non è difficile prevedere che alla fine dell'anno il cambio sarà di 2 dollari per 1 euro. Il grosso pericolo che s'intravede all'orizzone è che le banche centrali dei paesi emergenti, accentuino la corsa al cambio delle loro riserve dal dollaro all'euro, con conseguenze pesanti nel commercio mondiale.

lunedì 5 ottobre 2009

Scudo fiscale un affare di massa

Con la firma del Presidente della Repubblica, sotto il disegno di legge approvato in questi giorni alla Camera, che elimina sanzioni per tutti coloro che hanno esportato illecitamente capitali all'estero per un valore superiore ai 10.000 €, si apre la corsa al rimpatrio.
Piccoli e medi imprenditori, liberi professionisti e commercianti hanno tutto l'interesse a far rientrare questi capitali in Italia nella loro piena disponibilità.
Infatti da una parte i costi bancari esteri, dall'altra alcune difficoltà obbiettive di gestione, ed ancora gli annullati rischi di cambio con la valuta comune, consigliano di riportare al più presto a casa queste somme. Inoltre le facilitazioni previste dal governo per gli imprenditori che investono o reinvestono nuovi capitali di rischio in attività produttive, rendono ancora più appetibile questo scudo fiscale.
Poichè la legge si estende anche a opere d'arte, gioielli, cavalli etc., quale soddisfazione per i detentori di poterli offrire alla vista di amici, parenti, conoscenti quale segni tangibili del proprio "status simbolo".

domenica 4 ottobre 2009

Mutui casa

Acquista sempre più velocità la trasmigrazione dei mutui casa a tasso variabile dall'ancoraggio all'Euribor, a 1 o 3 mesi, al tasso ufficiale BCE.

I fattori sono diversi:
- La fiducia conquistata dalla BCE nella strenua difesa dall'inflazione.
- La trasparenza e la scadenza mensile degli aggiornamenti.
- La forza sui mercati monetari che ha saputo dare in questi anni all'Euro.
- La prontezza e la vastità dell'intervento monetario che ha saputo dara al mondo bancario quella
liquidità che ha preservato la loro attività da rovinosi fallimenti.
In questo momento di crisi del settore immobiliare, questi parametri possono dare agli investitori un orizzonte temporale di una certa tranquillità nell'accendere nuovi mutui casa, che aiutano l'espansione del mercato immobiliare e l'uscita dalla crisi

Banche e bonus

Il comunicato finale del G7 di Pittsburgh, in Pensylvania prevede esplicitamente che i bonus per i dirigenti delle banche devono essere limitati entro una certa percentuale di profitti netti e in collegamento con una solida base patrimoniale delle banche stesse.
Alla luce di questo avvenimento sarà interessante osservare il comportamento delle banche italiane, alcune delle quali non hanno avuto bisogno di aumentare il loro patrimonio a mezzo dei
"Tremonti-bond" e sopratutto non hanno corso rischi di fallimento.
Che ci sia una via italiana allo sviluppo del settore?