giovedì 31 dicembre 2009

Bollicine italiane superano nelle vendite le bollicine francesi


Sono 4 o 5 anni che che lo spumante italiano, metodo classico, ha continuato a rosicchiare quote di mercato alle bottiglie francesi di Champagne. Già nel 2008 le quote di mercato nel mondo si erano equilibrate, ma quest’anno complice la crisi economica delle famiglie, la stragrande maggioranza dei consumatori brinderà con bottiglie italiane. Un forte aiuto per le vendite è arrivata dalla campagna pubblicitaria voluta dal Ministero delle politiche agricole con lo spot televisivo “Brindo Italiano” L’apertura in diretta di bottiglie formato 3 l. ha trainato le vendite e le molte bottiglie di prosecco di Valdobbiadene stappate in diretta fornite dal Consorzio tutela di Conegliano hanno aiutato ad incrementare le vendite del 5%. Ma tutte le zone produttrici, soprattuto nel Nord Italia hanno beneficiato d’ incrementi simili. Vale la pena di ricordarle da Asti all’Oltrepo Pavese, dalla Franciacorta alla zona di Trento con il suo “Trento doc”. La carta vincente dei prodotti italiani è stata la continua cura nell’innovazione e nella controllo qualità del prodotto e, per queste ragioni, il confronto qualità-prezzo è stato assolutamente vincente. In Francia alcune catene di supermercati hanno esposto bottiglie di Champagne a prezzi intorno ai 9-10 €. avendo come effetto un disorientamente della clientela abituato a prezzi almeno doppi per le “Maison” di larga diffusione. Il crollo nelle vendite di tale prodotto ha raggiunto quote del 26% nel mercato interno, e del 66% dell’esportazione verso l’Italia che resta comunque il 3° mercato per valore e 5° per quantità. Questo dato è importante non sottovalutarlo perché indica lo spazio che ancora esiste per la diffusione del prodotto italiano nel nostro paese.

martedì 29 dicembre 2009

2010 Novità per il mondo del lavoro


Voucher saranno utilizzabili anche nel settore pubblico e negli enti locali nell’ambito del lavoro accessorio e nel rispetto dei vincoli di contenimento della spesa del personale.
Cocopro aumenta dal 20 al 30% del reddito 2009 l’una tantum prevista per i collaboratori a progetto disoccupati da almeno 2 mesi (tetto massimo € 4.000) la richiesta va fatta direttamente alla gestione separata dell’Inps. Il mancato versamento delle trattenute previdenziali diventa illecito penale.
Apprendistato: la finanziaria prevede uno stanziamento di 100 mln di € sia per i corsi di formazione e istruzione, sia per l’acquisizione di un diploma o frequenza a corsi di alta qualificazione. I C.C.N.L. sottoscritti nel 2010 potranno prevedere la fissazione di retribuzione con percentuali commisurate alla retribuzione dei lavoratori con mansioni equivalenti e il loro graduale incremento in rapporto all’anzianità di applicazione.
Pari opportunità la legislazione italiana fa sua la direttiva europea che prevede in caso di discriminazione multe a carico del datore di lavoro sino a 500.000 € e pene detentive sino a 6 mesi. Una particolare tutela è prevista per i genitori che vogliono adottare un bambino nel periodo precedente l’adozione, in caso di assenza dal posto di lavoro.
Staff leasing. Le agenzie di lavoro interinale, dopo 2 anni di fermo, potranno, assumere a tempo indeterminato personale che successivamente lavoreranno presso imprese e clienti, mediante accordi tra agenzie e aziende. E’ previsto l’estensione di questa pratica a colf e badanti mediante medesimo accordo.
Incentivi particolari sono previsti per le aziende che assumono disoccupati o lavoratori disabili.

lunedì 28 dicembre 2009

Pensioni. Aumenti e nuove regole


Con il 1° gennaio 2010 ecco le novità nel campo pensioni
Per effetto della rivalutazione automatica annuale le minime aumenteranno a € 460,97.
Le pensioni con maggiorazione (quelle attestate al vecchio milione di lire) a € 597,41. Per le pensioni superiori al minimo l’aumento sarà dello 0,7% sino a 2.288 € mensili, oltre questo livello la percentuale di rivalutazione sarà dello 0,525%.
Nel 2010 i pensionati che ricevono assegni legati al reddito familiare non dovranno più presentare il Red.
Le relative informazioni riguardante i redditi da pensione saranno comunicate direttamente all’Inps dagli uffici pubblici che ne sono in possesso.
Le nuove pensioni calcolate con il sistema misto tra il retributivo e il contributivo saranno più leggere in quanto il calcolo del sistema contributivo conteggia i versamenti effettivamente versati nel corso degli ultimi anni.
Dal 1° gennaio le donne dipendenti dallo stato, compreso il settore sanità e infermieristico, potranno andare in pensione di vecchiaia solo a 61 anni. L’innalzamento del requisito dell'età si sposterà in avanti di un anno ogni due sino ad arrivare a 65 anni nel 2018, come per i maschi. Ovviamente non vale per chi compie 60 anni entro il 31/12/2009, con almeno 20 anni di contributi.
Anche i collaboratori parasubordinati (ex co.co.co) iscritti alla gestione separata Inps subiranno un aumento del prelievo sulle retribuzioni dal 25,72% al 26,72% per effetto dell’ultimo adeguamento previsto dalla legge 247 del 2007. Il contributo alla gestione separata rimane al 17% per coloro che hanno un’altra copertura previdenziale o sono già in pensione e continuano la loro attività lavorativa.
Per l’invalidità civile le domande dovranno essere presentate direttamente all’Inps via internet e non più all’ASL, la stessa prassi varrà anche per i medici che rilasciano i relativi certificati. La proiezioni è di ridurre i tempi della concessione dei benefici, pensionistici o dell’ assegno di accompagnamento, del 50%.

Scocca l’ora dei saldi


Inizia l’era dei saldi con il 2 gennaio del prossimo anno. Qualcuno si chiede se sono saldi d’inizio stagione o di qualche fine periodo. In effetti l’inverno è iniziato da qualche settimana, caso mai è finita la tredicesima. D’altra parte con tutti gli outlet in giro per l’Italia e qualcuno anche nelle grandi città, ai quali si aggiungono le vendite speciali per fallimento o per chiusura di fine anno diventa sempre più difficile distinguere bene quando finisce un periodo e ne inizia un altro. A queste considerazione bisogna aggiungere che con le vendite di Natale molti consumatori hanno dato fondo alle proprie riserve economiche, per cui dovranno aspettare nuove entrate o nuovi risparmi per riprendere con lena acquisti al di fuori delle necessità più urgenti. Da questo punto di vista è possibile, data la vicinanza alle festività natalizie appena trascorse, un calo delle vendite. Alcuni esperti del settore, anche all’interno della Confcommercio, incominciano a pensare che una correzione di rotta nel settore va fatta, enfatizzando meno i saldi più o meno continui, ma inviando ai consumatori messaggi più chiari. Le vendite speciali si dovrebbero liberalizzare nel corso dell’anno ogni volta che un commerciante ne ha la necessità specificando se si tratta di vendita speciale per chiusura di negozio, cambio di gestione o fine serie di alcuni prodotti. Lasciando i saldi al vero cambio di stagione per i quali le date sono universalmente conosciute

venerdì 25 dicembre 2009

Auto. Settore in ristrutturazione


La necessità di ridurre la sovraproduzione di auto nel mondo, sta portando inevitabilmente alla cancellazione di alcune fabriche e di alcuni marchi storici. In Italia ha fatto scalpore l’intervento dell’ A.D. della Fiat Marchionne che il giorno 23 dicembre, presentando il piano industriale al governo e alle parti sociali per il prossimo triennio 2010-2012, ha fatto presente che in questo contesto, nonostante investimenti per 8 mld di €, di cui 2/3 terzi in Italia, non c’è spazio per lo stabilimento di Termini Imerese, in Sicilia, che cesserà la produzione di auto nel 2011. Troppo costosa per vari problemi, anche logistici, la produzione in quel sito che carica un sovraprezzo di 1000 € su ogni autovettura rispetto ai costi industriali ottenuti negli altri stabilimenti Fiat nel mondo. In Polonia, con un solo stabilimento e una forza lavoro di circa 6/7000 dipendenti si fabricano circa 650.000 autovetture l’anno, l’equivalente che si raggiunge in Italia con il triplo di addetti. In USA, la GM, per la necessità di sopravvivenza, ha annunciato la soppressione di 2 marchi famosi come la Pontiac, nota per alcuni modelli sportivi come la GTO e la Firebird, e della Saturn, nata soltanto nel 1990, come contraltare per resistere all’invasione delle piccole e medie cilindrate europee e giapponesi. La Ford ha annunciato che, nel primo trimestre 2010, venderà la svedese Volvo ai cinesi della Gely per solo 2 mld di dollari, con una minusvalenza di 4,4 mld rispetto al prezzo pagato nel 1999. Ancora non è chiaro l’approdo finale della svedese Saab, contatti in corso ci sono con la cinese BAIC. Altre acquisizioni, con profonde ristrutturazione, sono previste dalla Volkswagen, che ultimamente ha acquisito una partecipazione significativa nella giapponese Suzuki. Ma altri cambiamenti premono sul settore e riguardano la necessità di ridurre al minimo l’emissioni inquinanti e i costi d’esercizio. Negli ultimi 6 mesi c’è stato un crescendo di offerte d’auto alimentate a GPL o metano. Le vendite rispetto al 2008 sono aumentate del 30% in questo segmento che vede in totale percentuali ancora ridotte con una media nazionale di circa il 5,5% del parco vetture. La causa di questa limitata penetrazione è costituita dal numero insufficiente di pompe eroganti, soprattutto nel regioni del sud Italia. L’altra variazione che può riportare nel giro di un quinquennio ad un nuovo rimescolamento del settore e dei siti produttivi nel mondo sarà la vettura ibrida alimentata in parte con carburante fossile e in parte elettrica. I passi avanti che la tecnologia del settore batterie ha fatto in questi 2/3 anni fa ben sperare in una riduzione di emissioni nocive con un miglioramento del clima e su risparmi significativi di carburante.

mercoledì 23 dicembre 2009

Economia. Nuovi spazi per l’Europa


Il risultato non eccellente della riunione dell’ONU sul clima di Copenaghen ha evidenziato la creazione di una direzione del mondo a geometria variabile, che però evidenzia la presenza sempre più incisiva di nuovi protagonisti a livello internazionale come la Cina. l’India e il Brasile. Sempre più spesso si trovano sigle nuove come G2, G4 che riprendono il numero dei” players” in campo e una perdita di incisività della UE. In questi giorni sui giornali si da un grande risalto al protagonismo dei paesi africani e alle loro risorse petrolifere. Con la riunione di fine aprile a Barcellona, dopo 7 anni di lavoro e 9 mln di € di spesa, 5 paesi europei che si affacciano sulla sponda nord del mediterraneo Portogallo, Spagna, Francia, Italia e Grecia e 5 paesi della sponda nord africana, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto hanno dato il via alla nascita di “Euromed-marchè” con sede a Parigi, e possibile spostamento della sede in una città del sud Italia , che ha l’obbiettivo di adottare tutte quelle misure per sostenere una zona di libero scambio. Mentre al momento attuale altri paesi si muovono per aderire velocemente a questa zona, nuovi concorrenti-investitori, come i paesi del Golfo, si sono affacciati alla ribalta con investimenti che negli ultimi 5 anni hanno raggiunto la cifra di 70 mld di € in tutta la fascia sud del Mediterraneo partendo dai paesi del Maghreb sino al Libano e alla Siria, compresi Cipro, Malta e Israele. Praticamente investendo in tutti i settori, dalla banche alle infrastrutture, dalla logistica alla fabbriche. Anche l’UE ha fatto la sua parte, sia pure investendo in ordine sparso. La cifra va triplicata mettendo nel conto gl’investimenti europei già effettuati, con alcune accelerazioni previste dai nuovi accordi che l’Italia ha siglato soprattutto con Libia, Egitto e Algeria. L’acquisizioni e il trasporto di quantità di petrolio e gas, mediante nuovi oleodotti che collegheranno le due sponde del Mediterraneo, svilupperà ancor di più i legami commerciali in atto. Alle spalle di questi paesi della prima fascia ci sono altri paesi che hanno grandi giacimenti di petrolio. L’Angola, che solo negli ultimi 20 anni, nonostante la guerriglia, ha scoperto nuovi giacimenti che gli hanno consentito di conquistare con 1,8 mgb di petrolio al giorno il primo posto nella classifica dei produttori africani con possibilità d’incremento del 30% nei prossimi 2 anni. Poi c’è la Nigeria, con i 2 mbg, incrementabili di 1 mgb, guerriglia della zona delta del Niger permettendo. Il Ghana, una paese forte di un governo democratico efficiente, già grande esportatore di cacao, metterà in produzione Jubilee, una giacimento off-shore dal prossimo anno. La Sierra Leone, la Liberia e la Costa d’Avorio, hanno scoperto di recente di avere off-shore giacimenti ricchi di petrolio da mettere in produzione nel giro di 2/3 anni. Sono tutte realtà che se saranno capaci di utilizzare al meglio le risorse a favore delle condizioni di vita delle loro popolazioni, potranno essere i nuovi partners di una Europa coesa nel guardare al sud del mondo, e fermare le ondate di emigrazioni, con il miglioramento delle condizioni di vita locale


domenica 20 dicembre 2009

Firmato nuovo C.C.N.L. dei chimici 2010/2012


Con qualche giorno di anticipo rispetto allla naturale scadenza del 31/12/2009 i sindacati CGIL-CISL-UIL ,,unitariamente e la Federchimica-Farmaindustria, hanno firmato l’ipotesi di accordo di rinnovo del contratto del settore della chimica, che andrà a pieno regime dopo l’approvazione delle assemblee dei lavoratori. La durata triennale della parte economica prevede un aumento di 135 €, pagabili in 3 rate annuali, la prima di 38 €, la seconda di 48 € e la terza di 49 €. Questa differenzazione in crescendo degli aumenti, tiene conto delle aspettative di miglioramento della situazione economica del paese. L’aumento prevede l’assorbimento degli scatti di anzianità, sia come condizione di avvicinamento della prassi retributiva italiana a quella europea, sia motivata anche dalla necessità che i miglioramenti economici seguano l’aggiornamento professionale dei lavoratori correlato all’introduzione di nuove tecnologie. Altri miglioramenti sono previsti con contributi integrativi al fondo pensioni e a quello sanitario.

Misery Index. Uno strumento nuovo da interpretare


Non si può vivere tranquilli, diceva un vecchio messaggio pubblicitario. Questo nuovo indice che misura la ricchezza dei popoli ha vissuto diverse peripezie. Inventato ai tempi del presidente Usa J. Carter da Arthur Okun, più conosciuto come presidente del Council of Economic Advisors, sommava il tasso d’inflazione di un paese a quello di disoccupazione, ma non fu utile al presidente che per primo lo usò ai fini di una campagna elettorale contro lo sfidante repubblicano R. Regan. La debolezza di quell’indice stava nel fatto che non sono facilmente paragonabili tra loro e tra le nazioni le percentuali d’inflazione indistinte se di origine interna o importata. Il nuovo indice introdotto da un gruppo di ricercatori della società di rating Moodys somma il deficit pubblico alla percentuale di disoccupati. Sempre da fonte della stessa società stime calcolate per il 2010 vedono con la migliore performance la Repubblica Ceca, circa il 13%, al secondo posto l’Italia con il 15% e al terzo posto la Germania con una percentuale leggermente superiore all’Italia. Con percentuali superiori ci sono nazioni come USA, GB e all’ultimo posto con la peggiore performance pari al 30% la Spagna. La quota spagnola viene raggiunta con un 20% di disoccupati e 10% di deficit del PIL . Forse è un primo faticoso passo in avanti nel tentativo di paragonare dati comprensibili e più o meno omogenei. Diversamente dal PIL che tiene semplicemente conto della ricchezza prodotta da un paese, senza tener conto dei settori sotto bolla di speculazione, come nel caso degli USA nel settore azionario o la Spagna nel settore immobiliare solo per parlare dei ultimi casi più eclatanti, in ordine di tempo. Spesso il rigonfiamento dei prezzi crea illusioni di disponibilità finanziarie superiori alla realtà, a cui fa seguito, con lo scoppio della bolla speculativa un perdita di ricchezza, aumento della disoccupazione e la necessità di sostenere l’economia con interventi finanziari a carico dello Stato. Il nuovo indice potrà essere migliorato, quando comprenderà, oltre il deficit dello stato vero e proprio anche quello degli enti locali e di tutte quelle aziende pubbliche che erogano servizi ai cittadini. Il tutto aiutato dallo stato patrimoniale dello stato stesso. Un esempio per tutti, l’Italia ha un patrimonio archeologico e artistico ineguagliabile nel mondo. Si valuta che il 50% dei “giacimenti archeologici” della terra si trovano nel “Bel Paese”. Quale stato può vantare una simile ricchezza? Avanti con giudizio, forse è la volta buona.

mercoledì 16 dicembre 2009

USA – UE Due mondi due filosofie


Il giorno in cui si potrà davvero valutare il welfare di un popolo, nella sua massima estensione, sarà veramente un grande giorno, se mai verrà. La Gran bretagna, prima in Europa, ha emanato una disposizione per cui i bonus dei grandi manager bancari dovranno essere tassati al 50%. La decisione è stata subito sottoscritta dalla Francia e dalle Germania. Negli USA l’appello del presidente Obama ad un maggior senso di parsimonia rivolto ai grassi gatti, fat cats, come sono stati apostrofati i grandi dirigenti bancari, ha fatto eclissare quest’ultimi dal summit convocato a Washington per la presentazione di un programma di rilancio degl’investimenti soprattutto verso le PMI che nell’ultimo decennio hanno creato il 50% di nuovi posti di lavoro e alleviare la disoccupazione giunta intorno al 10% . Le banche Usa invece stanno facendo a gara per restituire al Tesoro americano i fondi Tarp (Troubled asset relief programm) ricevuti nel 2008. Dei 245 mld di dollari erogati alle circa 700 banche o istituzione finanziarie queste si sono impegnate di restituirne 185 nei primi 6 mesi del prossimo anno. La lettura come al solito può avere diverse sfaccettature. La prima è che la situazione stia veramente cambiando, per cui i flussi d’investimento verso le banche aumentano, ritorna la fiducia, e questo permette alle banche di restituire i prestiti ricevuti dallo stato. L’altra versione può essere che la speculazione, approfittando dei tassi molto bassi sta speculando alla grande, fornendo nei tempi brevi munizioni per ulteriori aumenti speculativi, es. l’oro, la ripresa della vendita di derivati etc.. Tuttociò, comunque, ha per conseguenza che aumenta l’autonomia dei grandi gruppi bancari da un controllo dello stato, e dalle sollecitazioni dei governanti di aiutare le imprese, vere produttrici di ricchezza. Nella UE, la BCE, sia pure lentamente, tenta un exit strategy, diminuendo le cifre messe all’asta, riducendo la massa monetaria. In Italia l’intervento del Ministro dell’Economia Tremonti al convegno odierno indetto da Cisl e Uil, presente la presidente della Confindustria sulle riforme urgenti ha ribadito la necessità di modernizzare le tassazioni prospettando una riforma fiscale in cui ci siano, bonus per la famiglia, e per il settore delle energie pulite, e malus per la speculazione finanziaria e per tutte le attività che consumano o inquinano l’ambiente.
Nell’ultimo G20 i paesi dell’OCSE hanno affidato all’Italia il compito di preparare un documento da presentare alla prossima riunione.

lunedì 14 dicembre 2009

Occhio alla pensione



Molti giornali in questi giorni richiamano l’attenzione dei lettori sulle riduzioni dell’ammontare delle pensione che riceveranno qualora nel corso del 2010 dovessero lasciare il lavoro. Non sono novità, già la riforma voluta dal governo Dini, poi il centro sinistra di Prodi, poi ultimamente il Ministro Sacconi, con l’aggancio fra qualche anno all’aspettativa di vita, hanno costantemente limato l’agognata rata pensionistica che ogni lavoratore aspetta di ricevere al momento che da una vita di lavoro passa al meritato riposo. Senza fare un riepilogo di tutte le possibili soluzioni o variazioni del problema, il meccanismo di fondo si può riassumere dicendo che rispetto all’ultimo stipendio qualora si può contare su 40 anni di contributi, e 57 anni di età , non ci sono grandi variazioni perché si ha diritto a usufruire dei conteggi con il sistema retributivo. Le diminuzioni incominciano ad incidere quando ci si allontana da uno dei pilastri, cioè gli anni di contribuzioni e gli anni di età, soprattutto se nel 1995 non si avevano già 18 anni di contributi versati, in quanto il conteggio viene fatto su due trance ante 1995 con il sistema retributivo, e post 1995 con il sistema contributivo che falcidia i conteggi. Un altro problema che spesso si sottovaluta è che le pensioni sono legate per la loro rivalutazioni non ai contratti di lavoro che si rinnovano ogni 2/4 anni, ma alla inflazione programmata, che purtroppo è spesso la metà di quella che eufemisticamente viene definita “avvertita”. Di qui la necessità a partire dai quarantenni di oggi di valutare un uso appropriato del TFR da investire in fondi, magari di categoria se ci sono, usufruendo anche dei contributi aziendali previsti dai contratti di lavoro, o qualora mancano pochi anni alla pensione una scelta potrebbe essere quello di usare il TFR per un investimento ad hoc, quale l’acquisto di una casa per abitazione o titoli di stato a tasso fisso per avere un’ulteriore entrata per sostenere il reddito della pensione

domenica 13 dicembre 2009

Tredicesima in arrivo. C‘è spazio per investimenti


Come tutti gli anni fra pochi giorni saranno pagate le tredicesime per i lavoratori dipendenti pubblici e privati e per i pensionati. E’ una massa di circa 35 miliardi di euro, quindi una cifra non proprio da trascurare. Secondo le associazioni di consumatori i ¾ avranno una destinazione predestinata, in bollette, mutui e rate, ma rimarrano a disposizione dei consumatori comunque circa 9 miliardi di Euro per regali, viaggi e perché no per qualche investimento per il futuro. A questo punto inizia la gimkana fra le varie possibili scelte. Mentre chi ha già messo da parte un gruzzolo, magari all’estero è impegnatissimo,in questi giorni a riportarlo in Italia approfittando dello scudo fiscale, visto che i soldi è meglio tenerseli vicini, che affidarli a finanziarie o banche estere più difficili da controllare data la lontananza, bisogna pure decidere cosa fare. La gamma di scelta è abbastanza varia. Azioni, fondi azionari, fondi obbligazionari, titoli di stato a tasso fisso o CCT. Dipende dall’ammontare del gruzzolo. Sotto i 50.000 Euro sarebbe da preferire titoli di stato con una ripartizione tra BTP e CCT, e volendo garantirsi ancora di più, si può investire un 20% in Bund tedeschi, lasciando il resto in titoli italiani. Con scadenze anche a medio tempo (4/5 anni), solo dei cataclismi mondiali potrebbero mettere in discussione la nostra appartenenza alla zona Euro, ma in questo caso la vita non sarebbe facile per alcuno. Fra l’altro nel panorama finanziario mondiale di questi mesi, ci sono economie che abbiamo sempre guardato con rispetto che sono, considerando la somma del loro debito pubblico più il debito dei privati in condizioni peggiori delle finanze italiane. Per cifre superiori ai 50.000 Euro, si aprono scenari d’investimenti ancora più ampli, in azioni, fondi azionari, fondi obbligazionari, fondi monetari e immobiliari. Il termine usato in questo caso è quello di crearsi un “giardinetto” dal quale attingerere, in caso di bisogno, vendendo quei titoli sui quali si è sviluppatto una plusvalenza. Un’ultima attenzione, qualora si è sicuri di poter contare su entrate continue superiori alle proprie necessità quotidiane, è la scelta di sottoscrivere un PAC , cioè un pacchetto di investimento programmato in un fondo, ma bisogna leggere attentamente prima della sottoscrizione le condizioni di acquisto, valutando bene i costi che vengono caricati sulle quote rateizzate. In qualche caso se sono eccessive, conviene soprassedere.

venerdì 11 dicembre 2009

Default Grecia. No grazie


Complessa ma non irrimediabilmente compromessa la situazione economica greca. Due giorni orsono davanti alla commissione economica UE, il vice ministro delle Finanze Philippos Sahinidis ha spiegato che il debito pubblico della Grecia ha raggiunto l’ammontare complessivo di «300 miliardi di euro», il livello «più rilevante della storia della Grecia moderna». Oltre a questo debito ci sono i milioni di prestiti contrattati con le banche europee e italiane come il Partenone Bond acquistato a man bassa da fondi italiani perché aveva un rendimento di 2 punti base superiore ad altre obbligazioni. Le notizie a carattere allarmistiche apparse a piene mani sui giornali di questi giorni purtroppo viaggiavano in parallelo con le pessime notizie che altri paesi della zona UE versano in condizioni altrettanto precarie della Grecia, aumentando così la drammaticità della situazione. Si fanno i nomi del Portogallo, Spagna, Irlanda e di paesi altri due paesi di recente adesione. Al vertice europeo di ieri, le parole del cancelliere tedesco Angela Merkel, hanno definitivamente chiarito il quadro della situazione fornendo ai mercati finanziari quelle rassicurazioni di cui si sentiva il bisogno. L’Europa ha una moneta unica comune e una politica di finanza pubblica multipolare. Ciò che succede ad una delle nazioni della zona Euro, ha,comunque, dei riflessi su tutti gli altri paesi, per cui il cordone di sicurezza previsto dalla adesione alla moneta unica è pronto a dar man forte alla nazione greca. Da questo punto di vista sia il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Junker che Josè Barroso, presidente della Commissione UE si sono detti pronti ad attivarsi perché la crisi si risolva nel più breve tempo possibile.

mercoledì 9 dicembre 2009

Vendite di Natale, in attesa della tredicesima

Nonostante le previsioni non prevedono incrementi di vendite superiori al 2% i grandi centri commerciali hanno visto un afflusso record di acquirenti. A Milano per la Fiera dell’Artigianato, che si tiene nei nuovi locali del polo di Rho-Fiera,sino al 13 dicembre, gli annunci pubblicitari consigliano di non raggiungere la mostra con la propria autovettura, in quanto i circa 5000 posti macchina non sono sufficienti a garantire un piazzale di sosta. Parecchi Outlet del Nord-Italia garantiscono bus-traghetti per facilitare l’accesso ai punti vendita. In questi giorni è l’elettronica il settore che raggiunge le percentuali più alte d’incremento, per la concentrazione nel periodo natalizio degli acquisti.Molti soprattuto in Lombardia si stanno apprestando a rinnovare i televisori in vista del passaggio al digitale che sarà entro giugno del 2010. A livello nazionale anche l’arrivo di nuove tecnologie come tv Lcd-Led Pc-monitor stimolano i consumatori a nuovi acquisti. I giocattoli mantengono uno standard di spesa in linea con gli anni scorsi, gli alimentari stanno consolidando percentuali d’incremento di circa il 3%, qualche leggero decremento nel settore abbigliamento, forse complice il tempo che ancora non ha raggiunto le punte massime di freddo. A queste spese, molti aggiungeranno qualche giorno di meritato riposo, magari sulle piste di sci, o in qualche agriturismo.

Sciare che passione. Inverno 2009 primo ponte festivo


Con oggi termina il primo ponte invernale. Già ieri si sono avute lunghe code per il rientro nelle grandi città che per le strade convergenti sui grandi centri hanno segnato dei veri e propri record. Dalla Valtellina su Milano code da 50 km, su Torino dal Sestriere 20 km. Il record l’ha battuto l’autostrada del Brennero, con unica coda da Bolzano alla svincolo di Verona per circa Km 150. La tradizione dei mercatini natalizi e il buon innevamento naturale delle piste di sci ha fatto da turbo all’affluenza di turisti e sciatori soprattutto in Alto-Adige. Inutile dire la soddisfazione degli operatori di settore perché intravedono in questo successo di inizio stagione, una buona prospettiva per tutta il periodo invernale. Alcuni cambiamenti rispetto agli anni passati sono evidenti.Il 90% degli Italiani è rimasto in patria, la presenza degli stranieri è stata di qualche punto sotto la media. Bisogna anche rammentare che gli stranieri non hanno gli stessi ponti festivi degli italiani e che poi preferiscono, in genere, le settimane bianche anche per ammortizzare meglio gli spostamenti D’altra parte un grande sforzo organizzativo è stato affrontato da albergatori e stazioni sciistiche in genere, mantenendo per quanto possibile inalterato il costo dei pernottamento e dei biglietti di risalita, magari offrendo anche più momenti di relax non solo di giorno, ma anche di notte. Un altro notevole sforzo è stato fatto nell’aumentare e pubblicizzare meglio le varie offerte promozionali. In espansione eccezionale la pubblicità turistica effettuata dalle varie catene di supermercati, quasi come attività parallela alla vendita di prodotti tradizionali.




martedì 8 dicembre 2009

Fondi, fondi, tanti fondi, ma chi ci guadagna


Con la ripresa della borsa italiana e il toro nel mondo, è ripreso il coro che investire in fondi è conveniente, si guadagna, è l’unica cosa saggia da fare. Le osservazioni da fare sono tante. Intanto la ripresa è lenta, bisogna aspettare il 2010 per avere la certezza che i mercati si stabilizzino. E’ certo che dopo i ribassi, ci sono sempre i rialzi, ma il mercato mondiale non è omogeneo. Se oggi i maggiori rialzi si vedono nelle borse asiatiche, per il maggior trend di crescita di quei paesi è possibile che nuove bolle speculative si possono avere proprio in quei paesi. Una breve ricognizione storica ci può ricordare che dopo i massimi raggiunti nel 2000, inizia un trend di discesa continua. Le borse in questi anni sono attraversate da avvenimenti choc per l’opinione pubblica. Nel 2001 l’attacco dell’11 settembre alle Torri Gemelle di New York. Poi, sempre nel 2001, ad ottobre c’è l’inizio della guerra in Afghanistan, nel 2003 l’invasione dell’Irak e da qui riparte la risalita delle varie borse, sino al 2007 anno dello scoppio della bolla dei mutui subprime cioè quei mutui concessi a debitori poco solventi. Da gennaio di questo anno, ma soprattutto da maggio la curva in salita riprende vigore con recuperi pari a 62% dei fondi azionari dei Paesi emergenti (indice MSCI) del 28% circa per i Fondi azionari europei, il +18,33% per i fondi Azionari Italia Tutti questi recuperi non assorbono le perdite subite in questi tre anni di calo. In questa curva fatta di salite e discese che grosso modo ha una espansione di tempo di un arco di 3-4 anni il calcolo è fatto matematicamente bene sulle percentuali, ma non in assoluto. Per meglio precisare l’idea, se l'acquisto di una quota di un fondo parte da un valore di 100 € e perde il 50% vale 50 €, se recupera anche il 60% e va a 80 € di valore, mancano sempre 20 €, pari al 25% del valore di partenza, che era 100. Senza contare che ogni investimento dovrebbe anche avere un ritorno di utile. Forse nel meccanismo di enfatizzazione dei recuperi si dovrebbe ricordare un valore di partenza dell’investimento che ogni risparmiatore purtroppo fa a proprie spese.

domenica 6 dicembre 2009

Copenaghen. Inizia il confronto sul clima


Che il 2009 era stato scelto dalle Nazioni Unite come l’Anno del Clima, si sapeva da un pezzo. Meno certezza invece si ha sul finale della Conferenza delle Nazioni Unite che si terrà a giorni a Copenaghen. Interessi contrapposti tra paesi produttori di prodotti energetici fossili, voglia di bruciare i tempi della propria crescita economica da parte di paesi che oggi si affacciano sull’agone del mondo industriale, rende difficile la navigazione verso un risultato che freni o mitighi la percentuale di cambiamenti climatici imputabili all’uomo e alle sue scelte. Alcuni sconvolgimenti climatici avutisi in varie parti del mondo come l’intensificazione di uragani non solo nelle zone caraibiche, ma anche in altri parti del mondo insieme ad alluvioni con frequenza e intensità inusuale come in Cina, Vietnam, India e tutta la zona dell’estremo oriente, sembra che stiano convincendo la maggioranza dei paesi che producono CO2 a intraprendere azioni positive. Partendo dal fatto che non è possibile cambiare tutto e subito, alcune strade si dovranno percorrere. Nel settore trasporti la riconversione dei mezzi di trasporto a benzina o a gasolio con un maggior uso di mezzi a trazione elettrica e a gas possono dare un primo aiuto. L’energia solare e quella fotovoltaica incomincia ad espandersi, anche grazie agli incentivi erogati dai vari paesi, stanno guadagnando punti percentuali sostanziosi nel campo del riscaldamento degli edifici per abitazioni e piccole industrie. Un aumento della produzione di energia nucleare, fatte le debite scelte di sicurezza, alla luce dello sviluppo tecnologico odierno, possono dare un contributo significativo nell’arco di un decennio, con abbattimenti nell’ordine del 30% nell’emissione dei gas-serra. Altri guadagni indiretti si possono avere dalla minor esposizione dei paesi importatori di petrolio ad atti terroristici contro le infrastrutture e depositi, più un una migliore difesa nel campo economico dalle incursioni speculative sul prezzo del petrolio . Anche i paesi poveri dell’Africa, dell’America Latina, e di tutte quelle parti del mondo che usano poco i combustibili fossili hanno molto da guadagnare dall’acquisizione di tecnologia alternativa e dai trasferimenti dei fondi per aiutare una minore deforestazione, e difendere meglio il proprio patrimonio forestale.

sabato 5 dicembre 2009

Giappone. Un paese straordinario di difficile lettura


Con una superficie di 377.872 kmq, il Giappone è la sessantaduesima nazione del mondo per dimensioni, ma decima per numero di abitanti, con 128 milioni di persone. Tokyo, con oltre 35 milioni di residenti, è la più grande area metropolitana del mondo. La sua economia è la seconda dopo gli Usa. Con una forte presenza di grandi aziende private, e popolazione con un altro tasso scolastico caratterizzata da forte lealtà verso l’impresa, ha conosciuto un grande balzo in avanti dal 1950 al 1990 Negli anni 90 il Giappone ha visto un forte rallentamento della sua economia.Tra il 1992 ed il 1999 il PIL è cresciuto ad un tasso medio di dello 0,8%, arrivando ad un -0,5% nel 2001. Tra le cause di questo declino vi sono l'eccessiva burocratizzazione, relazioni industriali troppo rigide, un mercato interno ancora arretrato. A ciò si aggiunse la politica economica seguita durante gli anni ottanta, con un basso costo del denaro che, unita a risparmi molto elevati, produsse un'enorme massa di liquidità che facilitò le speculazioni, in particolare nel settore edile e finanziario. Quando nel 1989 la Banca centrale decise di alzare il tasso di sconto, i prezzi degli immobili e delle azioni crollò, portando al fallimento di banche ed imprese. La domanda interna si ridusse e ciò, unito alle difficoltà nelle esportazioni per la concorrenza degli altri Paesi asiatici, indusse le imprese a tagliare i costi licenziando personale. La stagnazione sviluppatasi in quegli anni, secondo alcuni economisti somiglia moltissimo alla crisi che il mondo sta vivendo in questo momento. Grande liquidità finanziaria, indici elevati di disoccupazione, rallentamento dell’economia. Una strada che si può percepire come via d’uscita, in questo momento nell’economia giapponese e la ricerca di alleanze con l’industria occidentale. Già da tempo è in atto un partenariato tra Nissan e Renault, in cui quest’ultima ha il 44,4% del capitale Nissan e la Nissan che ne possiede il 15%. L'alleanza sviluppa una strategia di crescita profittevole con l’ obiettivo di sviluppare una coopresenza in tutto il mondo. E’ notizia di questi giorni che la Peugeot sceglie come alleato la Mitsubishi, di cui vuole rilevare il 30-50% del capitale. Le grandi compagnie aeree Usa, fanno la corte alla JAL compagnia di bandiera. Per cui si può evincere che questo paese abbia scelto come “exit strategy” per uscire dalla crisi e dalla stagnazione una politica delle grandi alleanze e di conseguenti ristrutturazioni

I soldi BCE. Uso e consumo


Durante questi mesi la BCE ha immesso nel circuito bancario la bella cifra di 620 mld di Euro secondo le stime dall’Istituto Roubini Global Economics, rilevate dai bollettini delle singole banche centrali europee per alleviare le difficoltà che le imprese hanno incontrato a finanziarsi sul mercato interbancario. Nel novero dei paesi che hanno prelevato,i fondi a tassi privilegiati all’1% ci sono paesi grandi e piccoli. I piccoli come Cipro, Grecia e Irlanda li hanno utilizzati per difficoltà di cassa, data la crisi pesante in atto nei loro paesi. Lo stesso si può pensare per gli 82,00 mld prelevati dalle banche spagnole vista anche lo scoppio della bolla immobiliare in atto in quel paese. Colpiscono i 175,00 mld prelevati dalle banche tedesche pari al 28% del totale dei fondi erogati e i circa 95,00 mld presi dal sistema finanziario francese pari al 15,40% dei finanziamenti. I rumors in giro dicono che che le banche più speculative hanno continuato a prelevare denaro a basso costo per investire in borsa facendo “carry trade” cioè acquistando azioni e soprattuto titoli di Stato per speculare sul differenziale tra costo del danaro della BCE e rendimento dei titoli . Ridotto al minimo il prelievo della banche italiane che non ha superato il 3,60% del totale erogato.Una buona lezione di stile ma sarà difficile che sarà compresa e imitata nel futuro dai banchieri europei, e poi qualcuno parla male dell’Italia.

venerdì 4 dicembre 2009

Italia-Russia. PMI modello da esportare


Incontri megagalattici tra i due paesi. Al vertice romano di questi giorni, erano presenti ben 24 ministri, un vero e proprio summit. D’altra parte la carne al fuoco era tanta e se pure gl’incontri erano confortati da una grande cordialità, la necessità di approfondire i campi d’intervento era ovvia. Bisogna dire che dal 2005 al 2009 l’export italiano verso la Russia è passato da 6.075 mdl di euro al doppio, l’import si prevede che a fine anno arrivi intorno ai 18.500 dagli 11.700 del 2005. L’Italia esporta soprattutto macchine e apparecchi meccanici, quasi il 31% dell’export, prodotti tessili, abbigliamento, mobili, prodotti in cuoio, metalli, macchine elettriche, l’importazione è fatto al 71,2% di petrolio, gas, poi metalli e carbone. Al di là dell’ accordo siglato fra Technimont e Tolbosk-Polymer per uno stabilimento petrochimico da 2 mld di dollari sono le prospettive per i futuri insediamenti in Russia di Aziende italiane che hanno fatto la parte del leone. La realizzazione del grandissimo gasdotto in comune tra Eni e Gazprom denominato SouthStream, la possibile collocazione in quel paese della nascita di un nuovo stabilimento per una vasta gamma di autovetture della nuova azienda Fiat-Chrysler, lo sviluppo dell’intesa tra Finmeccanica e Sukhoi per il Superjet 100, lo sviluppo della Zao Banca Intesa pronta a sostenere gli sviluppi della presenza italiana, la realizzazione che August-Westland sta portando a buon fine con la russa Oboron Prom, per la costruzione in loco di un elicottero sono stati gli accordi messi a fuoco. A questo punto su tutto spicca la scelta di politica industriale del presidente russo di potenziare, nel tempo più rapido possibile lo sviluppo delle Piccole e Medie Industrie. Questo settore, che sotto molto aspetti, se ben organizzato produce anche stabilità nel tessuto economico del paese, secondo i desideri e le scelte del gruppo dirigente russo dovrebbe passare dall’attuale 20/22% del PIL, nel giro di dieci anni ai due terzi dell’intero PIL russo. Da questo punto di vista sarebbe un balzo in avanti eccezionale e lo sforzo per toccare questo traguardo sarà enorme, ma anche l’interscambio fra i nostro due paesi ne trarrebbe un enorme vantaggio.

mercoledì 2 dicembre 2009

Scudo fiscale 2009. No problems

Più i giorni passavano e si avvicinava la scadenza del 15 dicembre, quale termine ultimo per la sanatoria e il rientro dei capitali italiani dall’estero, più aumentavano le fibrillazioni di chi, si pure con qualche sofferenza, desiderava aderire alla sanatoria, perché vedeva aumentare in modo insormontabile il livello delle difficoltà frapposte dei depositari stranieri. Qualche ostacolo vero, infatti esisteva e diventava davvero difficile disinvestire in un mese, quanto investito in fondi, gioielli, immobili, imbarcazioni , quadri etc se non pagando un prezzo veramente eccessivo alla speculazione acquirente.
Alle difficoltà vere si dovevano poi aggiungere la poca disponibilità della finanza straniera a collaborare a questo deflusso di ricchezza verso l’Italia che qualche settimana fa “Plus 24” del Il Sole 24 Ore ipotizzava vicino alla robusta quota di 90 miliardi di euro. No problems. La circolare n. 50/E di lunedì 30 luglio della Agenzia delle Entrate, ha tolto gli italiani dalle ambasce. Entro il 15/12 bisognerà comunque fare la denuncia con una dichiarazione provvisoria, entro il 18/12 il versamento del 5%, anticipando ovviamente i soldi, poi ci sarà tempo un anno, sino al 31/12/2010 per regolarizzare tutto e fare la dichiarazione definitiva. E’ ovvio che chi fa la dichiarazione sarà responsabile del lavoro di rimozione di tutto ciò che nella prima fase ha fatto da ostacolo al completamento entro dicembre di chiusura pratica. Gl’intermediari e le banche che assisteranno i clienti italiani per l’emersione si faranno carico della parte burocratica iniziale e definitiva. Fra le righe sembrano esistere due cuscinetti. Il primo, qualora la cifra del 5% anticipata a dicembre di quest’anno dovesse essere superiore a quanto di spettanza del fisco, gl’intermediari e le banche restituiranno la differenza, il secondo, poiché la circolare non parla dei redditi prodotti nel 2009, la dichiarazione finale dovrà comprendere anche questa. Per cui lo spazio per correzioni d’errori di stima, se non cambiano le cose ci sono. D’altra parte è prassi di non dover dichiarare cespiti di un anno ancora non terminato. Questa apertura, molto appropriata, da parte del fisco italiano, lascerà l’amaro in bocca a quanti operatori stranieri speravano di aver trovato il grimaldello per affossare l’operazione scudo fiscale 2009.

martedì 1 dicembre 2009

Il futuro corre sui binari


Con la pubblicazione odierna del bando di Trenitalia per l’acquisto di 50 nuovi treni in grado di viaggiare a 300 km orari entra nel vivo la competizione treno - aereo sui percorsi serviti dalla alta velocità con distanze inferiori ai 600/800 km. La nostra rete odierna ad alta velocità non supera i 1000 km che arriverano a 1300 quando sarà completata la Milano-Venezia e il terzo valico sulla Milano- Genova.La commessa del valore di 1,2 miliardi di euro, aperta a tutti i costruttori prevede il soddisfacimento di priorità quale una forte flessibilità nella composizione dei convogli, l’operatività per poter viaggiare in tutta l’Europa, e con tutte le soluzione tecnologiche che i costruttori vorranno offrire all’attenzione della committente. Non si conosce ancora bene l’impatto che si potrà avere con realtà come Torino-Milano, o come Firenze-Bologna raggiungibili l’un l’altra in meno di un’ ora. Ci potranno essere nuove forme di pendolarismo, spostamenti e/o ristrutturazioni aziendali? Sono nuove vicinanze tutte da scoprire e studiare.

Shopping di Natale


Chi l’avrebbe mai detto che un centinaio di bancarelle con prodotti più o meno locali avrebbe fatto da trainer ad una serie di manifestazione, gite, appuntamenti pre-natalizi in tante parti del mondo. Ormai la gita per il ponte dell’Immacolata della prima decade di dicembre e relativa sosta in albergo ha assunto proporzioni tali da consentire ad alcune località più famose d’Italia, il pienone. Diversi alberghi dell’Alto Adige da Vipiteno, a Bressanone, da Merano a Campo di Trens da diverse settimane non accettano più prenotazioni e brindano al tutto esaurito. In questo riscoprire piccoli e caratteristici paesi, spicca Vipiteno primo borgo tirolese entrando in Italia dal Brennero. Ma sono tutti fortemente accoglienti, perché dotati di un ottima attrezzature turistica. Altrettanto succede in Val D’Aosta , che oltre al capoluogo di regione annovera Chatillon, famosa per la rassegna di prodotti alimentari della valle da scoprire negli stand del Petit Marchè del Borgo, Bard dove il 6 dicembre si s’inaugura oltre a una straordinaria esposizione di prodotti locali anche una ricca rassegna di presepi. La lista si fa lunga girando per la penisola. Da menzionare sono le due esposizioni di Milano con la Manifestazione dell’Artigianato in Fiera della durata di 9 giorni nei locali della nuova fiera, con la presenza di prodotti di 107 paesi e la mostra di OBej O Bej vicino alla centrale chiesa di S. Ambrogio. Altre gite vengono organizzate dai tour operators per visitare e soggiornare a Innsbruk, Monaco di Baviera. Stoccarda e magari a Zurigo, che per molti è il più grande mercato natalizio d’Europa. Diventa difficile stimare il giro d’affari che questo turismo mette in moto, tra trasporti, occupazione alberghiera, pasti, acquisti di prodotti, ma basta considerare i richiami pubblicitari sulla stampa e depliants per valutare consistente l’apporto economico per queste località. Da non sottovalutare che la neve preannunciata in questi giorni aiuta a riempire molte di queste stazioni turistiche, dando così inizio alla stagione invernale. Da segnalare come in un periodo che in tutto il mondo si tende alla omologazione, si adottano le stesse usanze, si mangiano gli stessi hamburgers e ci si veste con gli stessi abiti, per qualche giorno si abbandonano i grandi centri commerciali e si ritorna un pò all’antica con gli acquisti sulla bancarella del mercato, magari non proprio sottocasa.