lunedì 15 marzo 2010

Il FME e la sua nascita travagliata

I risultati elettorali di questi giorni in Francia con l’aumento dell’assenteismo degli elettori e l’arretramento del partito del Presidente Sarkosy non aiuteranno la discussione sulla nascita del Fondo Monetario Europeo. Altri problemi s’intravedono in Germania per una perdita di smalto della Cancelliera Angela Merkel, che fra alcuni mesi affronterà una tornata elettorale non molto facile. L’Italia sta vivendo questa tornata elettorale, per usare una espressione molto utilizzata dai politici nostrani, in un’ atmosfera avvelenata per liste mal presentate, ricorsi e controricorsi, ma purtroppo i nodi vengono al pettine e bisogna affrontarli. La nascita dell’Euro e la costruzione della BCE non conteneva tutte le regole e soprattutto le norme di una possibile verifica, qualora uno o più stati non avessere ottemperato correttamente al patto di stabilità firmato a Maastricht, di cui poi ha preso il nome, e che aveva alla base un limite nello sforamento del deficit annuo del 3% dei conti pubblici rispetto all’entrate e una politica di contenimento del deficit statale, che prevedeva come limite ottimale un debito che non superasse il 60% del PIL. L’Italia fu accettata perché s’impegnò con uno stretto controllo sulle uscite di chiudere ogni anno il suo bilancio statale con un avanzo primario tale che gli permettesse il rientro entro tempi accettabili. L’evolversi della situazione e il passare degli anni, oggi, obbligano i paesi a moneta comune a fare un passo avanti sulle regole e sulle sanzioni da applicare agli stati che non si attengono al trattato di Maastricht, anche a costo di una ulteriore limitazione della sovranità nazionale, pena la perdita di credibilità dell’Euro stesso, che nessuno vuole. E’ impensabile, e chi lo fa dovrebbe spiegare il suo orizzonte economico, auspicare l’intervento in zona Euro del FMI. Certo la cosa è fattibile sul piano legale per salvare, come hanno detto alcuni economisti, un paese come la Grecia, da un possibile default, perché non si è in presenza di uno stato federale o di una confederazione di stati, ma sul piano della credibilità mondiale sarebbe micidiale per la moneta Euro.Con tutti i limiti sopradescritti, chi pensa che l’Europa debba crescere, non potrà mai accettare un intervento del FMI all’interno dell’Eurozona, come non è pensabile un intervento del FMI all’interno della Confederazione USA per salvare la California o un altro stato confederale.
Il paragone è un po’ forzato allo stato attuale delle cose, ma bisogna pensare sempre di più all’urgenza di scrivere le nuove regole dell’appartenenza all’Eurozona, per gli stati che già vi appartengono e per quelli che stanno arrivando.

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