sabato 17 aprile 2010

Economia Italiana in affanno

E’ leggermente aumentato il debito privato delle famiglie italiane raggiungendo il 60% rispetto al reddito disponibile. La nota positiva, rispetto al panorama dell’Eurozona, dove questo parametro nel primo trimestre del 2010 si è assestato al 95%, è che è inferiore del 50% rispetto agli altri paesi. L’aumento è dovuto principalmente alla richiesta di nuovi prestiti bancari e alla riduzione del PIL. Purtroppo le prospettive a breve, per quest’anno, non prevedono una diminuzione dell’indice di disoccupazione, giunta all’8,5%, che potrebbe essere uno dei mezzi a disposizione dei privati per aumentare la ricchezza familiare e diminuire il debito. Particolare preoccupazione desta la percentuale di disoccupazione giunta al 28% nella fascia compresa tra i 16 e 25 anni. Questo fenomeno porta di riflesso le famiglie ad aumentare i tagli alle spese, provocando ulteriori calo nei consumi, con tutti i riflessi economici comprensibili. Si spera in possibili recuperi, grazie all’azione degli incentivi governativi per 300 milioni di € per acquisti di prodotti industriali in vigore dal 15 aprile, insieme al sostegno alla ripresina nelle esportazioni avutasi nel 1 trimestre 2010 e trainata dalla domanda estera, soprattutto da Cina, Russia Turchia, India e alcuni paesi dell’area del Mercosur.
Altro fattore, secondo il Bollettino Economico della Banca d’Italia, è che la flessione dell’economia fa mancare introiti alle casse dello Stato, peggiorando i conti pubblici che porta l’indebitamento netto delle amministrazione statali al 5,3% del PIL, e la pressione fiscale aumentare dal 42,9 al 43,2.
Nuove preoccupazione provengono all’interno dalla situazione politica che si sta deteriorando con voci di possibili elezioni anticipate, qualora nella maggioranza di governo non si raggiunga, in una visione unitaria di conduzione politica, un accordo sulle riforme, sull’attuazione del federalismo fiscale, sulla riduzione dei costi della politica e soprattutto sui tempi di attuazione. Il rischio vero è lo slittamento dei tempi di ogni innovazione.
Nel campo internazionale c’è la bufera sul settore bancario, tra l’accusa della Sec, authority di vigilanza USA sulla Borsa, alla banca d’affari Goldman Sachs di non aver dato le migliori informazioni ai propri clienti sulla pericolosità di alcuni prodotti venduti nel passato, e il tentativo di imbrigliare il settore con regole di comportamento a livello internazionale necessarie, ma non molto gradite dagli interessati. La Goldmann Sachs ieri ha perso a Wall Street il 15%, ma la notizia ha trascinato al ribasso anche la Morgan Stanley -6.74%, Citigroup - 4.68%, Wells Fargo -3.88%, JpMorgan -3,90% e Bank of America che segna un -5.34%. Anche i mercati finanziari europei ne hanno risentito con cali dei titoli del settore.





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