domenica 18 aprile 2010

Ripresa lenta per l’intero 2010.

Dalla seconda metà del 2009 la ripresa economica si è diffusa a gran parte dei paesi, con l’eccezione di alcune economie caratterizzate da forti shock domestici (Grecia, Irlanda,Portogallo e Spagna). Come ci si attendeva, anche a inizio 2010, l’espansione si è consolidata trainata dai paesi emergenti asiatici, cosiddetti BRIC, da alcuni paesi del Mercosur e dagli Stati Uniti e dipende attualmente soprattutto dal miglioramento del ciclo delle scorte e dagli effetti di stimoli fiscali.
Politica monetaria. Una svolta del ciclo di politica monetaria si è già verificata in Cina, con una disponibilità alla rivalutazione graduale dello Yuan; in India e in alcuni piccoli paesi più legati al ciclo economico cinese o esportatori di materie prime, come Australia e Norvegia. Nel resto del mondo prevale la cautela in attesa di un ritiro significativo dello stimolo monetario che dovrebbe avvenire gradualmente soltanto dal prossimo anno. Per tutto il 2010 si prevedono tassi di interesse a breve termine bassi rispetto alla media storica. Fed e BCE stanno iniziando a rimuovere la liquidità in eccesso, ma difficilmente alzeranno i tassi ufficiali nella prima parte dell’anno.
Azionario. Pesa sul mercato azionario le vicissitudini dei mercati finanziari con le perdite di questi giorni del settore bancario americano con ripercussione anche in Europa. Diventa sempre più urgente un codice di comportamento e regole anche restrittive per quelle banche che non si attengono a regole di trasparenza nell’informazione ai clienti. Le borse sono in attesa degli effetti dello scontro in atto, negli USA tra SEC e settore bancario. In termini valutativi le borse potranno proseguire la salita in linea con la crescita degli utili, man mano che la ripresa economica avrà conferma.
Fondi Monetari. I tassi a breve sono destinati a rimanere bassi per tutto il 2010. Le remunerazioni dei monetari resteranno quindi molto contenute per tutto l’anno.
Obbligazionari governativi. Leggero calo dei tassi governativi da inizio anno, ma i rischi appaiono verso l’alto man mano che arriveranno conferme di stabilizzazione per la crescita economica. Consigliabili scadenze brevi o tassi variabili.
Obbligazioni corporate. Il differenziale di tasso offerto dalle obbligazioni di maggior qualità (Investment Grade) rispetto alla liquidità ed ai titoli governativi rimane interessante, in un contesto di tassi bassi e con potenziale rischio di rialzo.
Obbligazionari emergenti. Il comparto delle obbligazioni di Paesi Emergenti rimane interessante, supportato dal miglioramento dei fondamentali economici dei principali paesi emittenti e dal confermato supporto finanziario delle autorità internazionali.
Zona euro: ripresa in corso, ma debole. Nel terzo trimestre 2009 il PIL della zona euro è tornato a crescere e la ripresa si è consolidata a fine anno. Tuttavia, il PIL 2009 è calato del 4,0% rispetto al 2008 e la ripresa si presenta modesta rispetto alla caduta dei livelli di attività che l’ha preceduta. Lo scenario 2010 dovrebbe essere ancora sostenuto dal ciclo delle scorte, dalla ripresa della domanda estera e dagli stimoli fiscali, che dovrebbero portare a una crescita media annua vicina all’1%. L’inflazione è tornata positiva e nel primo trimestre 2010 ha toccato l’1,4%. La BCE dovrebbe mantenere i tassi ufficiali all’1% per tutto l’anno, ma nel secondo semestre 2010 dovrebbe iniziare a drenare l’eccesso di liquidità costituitosi durante la crisi. Nel corso dell’anno vari paesi, come Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, saranno chiamati a correggere la politica fiscale, a causa di un andamento del debito insostenibile e già fonte di preoccupazione tra gli investitori per le ripercussioni sul rating di questi paesi. La Grecia ha già iniziato colloqui con la BCE e il FMI per la concessione di un credito di 45 mld di € a un tasso del 5%, migliore rispetto a quello che il paese può spuntare sui mercati.
Negli Stati Uniti: si riprende la domanda interna. La ripresa economica si è rafforzata nel corso del secondo semestre 2009 e le proiezioni per il 2010 si sono fatte progressivamente più ottimistiche, fino a superare il 3%. Gli stimoli fiscali, il ciclo delle scorte, la stabilizzazione del mercato immobiliare e il miglioramento della bilancia commerciale dovrebbero continuare a sostenere la ripresa economica anche nel primo semestre 2010. L’occupazione dovrebbe stabilizzarsi, anche se con un tasso di disoccupazione ancora elevato. La Federal Reserve dovrebbe mantenere i tassi di interesse a 0-0,25% per gran parte dell’anno, pur iniziando a drenare parte delle riserve in eccesso a partire dal secondo trimestre 2010.
L’inflazione è tornata quasi ovunque positiva a causa dei rincari dei carburanti avvenuti a partire dall’estate 2009, dagli aumenti delle tariffe dei trasporti aerei e dei servizi. La debolezza della domanda dovrebbe contribuire a mantenere bassi i tassi di inflazione anche nel 2010, anche se una salita sopra l’1% è molto probabile nel primo semestre.
Giappone: ripresa fragile. Nel 2009 anche l’economia giapponese ha subito una contrazione del 5,2%. Politiche fiscali e monetarie accomodanti dovrebbero garantire una moderata ripresa nel 2010, sebbene al prezzo di un ulteriore aumento del debito pubblico. I tassi ufficiali di interesse sono attesi stabili e vicini a zero per tutto l’anno.
Valute. L’euro si è indebolito contro dollaro da inizio anno principalmente a causa dei problemi fiscali all’interno della zona euro. Nei mesi a venire l’andamento delle economie potrebbe confermarsi pro-dollaro, sia perché gli Stati Uniti stanno uscendo dalla recessione più velocemente dell’Europa, sia perché il tema del debito dei cosiddetti paesi “periferici” della zona euro rimane un elemento strutturale di debolezza per l’euro.
Valutazioni sullo scenario delineato. Le eccezionali misure di stimolo adottate dalle autorità monetarie e fiscali, il persistere di squilibri finanziari internazionali e la profondità della recessione creano grande incertezza sugli sviluppi di medio termine dell’economia mondiale. Il rischio di nuova instabilità finanziaria permangono, perché esistono sacche potenziali di crisi legate al dissesto dei conti pubblici di alcuni Stati e all’erosione del capitale delle banche più esposte alle aree di crisi.

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