venerdì 7 maggio 2010

S.t.u.p.i.d. L’ acronimo che offende l’Europa

In queste ore si stanno riunendo a Bruxelles i Capi di Stato dell’Eurozona per dare gli ultimi ritocchi e varare definitivamente il piano di aiuti per il cosiddetto salvataggio della Grecia, ma gli attacchi della speculazione internazionale più o meno sollecitata dalle agenzie di rating americane e dai grandi centri di potere finanziario ad esse collegate, continuano a imperversare attaccando i paesi del PIIGS, vendendo a man bassa i Bond di questi paesi e i titoli bancari per aumentarne le difficoltà. Agli attacchi di tipo finanziario si affianca la creazione di acronimi offensivi come l’ultimo denominato S.T.U.P.I.D. che sono le iniziali di Spagna, Turchia, UK, Portogallo, Italia e Dubai. Si tratta di avvicinamento di iniziali di paesi che hanno caratteristiche molto diverse, ma che nella sequenza delle iniziali permettono ai circoli di Wall Street e di molti paesi del mondo, anche non di lingua inglese, di capire bene di che si tratta, e serve solo a difendere i loro orti privati a danno degli altri. A parte la Gran Bretagna che ha avuto un deficit di bilancio del 12,6% di poco inferiore alla Grecia, ma è il paese più indebitato del mondo con un debito pubblico pari al 469% del PIL, ma anche per far dimenticare quello che è il grande vero ammmalato cioè gli Stati Uniti dove il debito pubblico complessivo è del 360% del PIL, per non parlare del debito pubblico del Giappone intorno al 180%, ovviamente tutti paesi con triplice AAA fornite dalle solite società di rating. Viene facile dire che il 115% del PIL del debito italiano sembra una cosa veramente modesta. E’ palese ormai che il vero obbiettivo della destabilizzazione perseguita da questi operatori non è il singolo paese, ma di centrare l’affossamento dell’area Euro come unica possibilità di ridare al dollaro tutto quello spazio che la fondazione della moneta unica europea lentamente sta erodendo.
A questo punto la speranza è che la UE, la BCE e tutte le istituzioni europee sappiano reagire all’unisono per difendere il grande ideale di una zona economica forte, capace di essere punto di riferimento per i paesi che ne fanno parte e di quelli che in futuro ne vorranno far parte. Gli strumenti che mancano vanno fondati al più presto. Società di rating europee, indipendenti, possibilità di controllo sulle banche da parte della BCE; una struttura europea per il controllo dei bilanci di stato e relativi strumenti d’intervento sono gli atti politici della UE ormai improcrastinabili. Le professionalità per organizzare questi strumenti ci sono, sino a questo momento è mancata la volontà politica. Basta vedere le ultime nomine ai vertice della UE.

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