venerdì 27 agosto 2010

La Germania e la tassa sulle banche

Prima della Francia e della Gran Bretagna, il Governo tedesco ha presentato mercoledi il suo progetto di tassazione bancaria, al fine di evitare che un eventuale fallimento di un ente finanziario potesse gravare sulle finanze publiche. Tassare le banche o trovare delle regole più efficaci, gli Europei s‘interrogano su quale debba essere la scelta. La Germania, la Francia e la Gran Bretagna, all’unanimità, dopo la crisi finanziaria stanno optando per un prelievo sulle attività finanziarie per alimentare un fondo che sostenga le istituzioni finanziarie in difficoltà. In altre parole non ci sarà più lo Stato a pagare, ma le banche stesse pagheranno per i derivati finanziari emessi. L’operazione tassazione era incominciata a Berlino circa una settimana fa. Con la presentazione di un bilancio di rigore al consiglio dei ministri, il democristiano Wolfgang Schäuble, Ministro delle finanze aveva presentato il piano di tassazione bancaria. Egli aveva dichiarato di non agire per riempire le casse dello stato, ma voleva proteggere il settore finanziario da se stesso. Poi è proseguita a Parigi con una novità, secondo il progetto francese, ancora allo studio del Ministero, la nuova tassa riguarda solo le istituzioni che hanno sede nel territorio nazionale. Compagnie d’assicurazioni, fondi speculativi (i famosi hedge funds) e le rappresentanze delle banche straniere sarebbero esclusi dal campo di applicazioni.
La situazione è ben diversa in Italia dove il Ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, aveva blindato già da un anno le banche sotto capitalizzate con la possibilità di accedere ai famosi Tremonti-Bond, che a fronte di un tasso congruo da la possibilità di coprirsi da eventuali attacchi speculativi aumentando il Tier 1. Inoltre le Banche italiane, hanno svolto una politica particolarmente attenta a non esporsi con derivati e prestiti ad istituzioni finanziarie estere particolarmente indebitate. I principi che regoleranno la tassazioni saranno eguali in Francia e in Gran Bretagna e poggiano sul calcolo delle riserve di ciascuno istituto. Più una banca possiede un capitale importante, meno si dovrà coprire dei rischi del sistema. Il fine della manovra è d’incoraggiare le banche a consolidare i loro investimenti e limitare i rischi in caso di’instabilità. In tutti i casi il prelievo non potrà superare il 15% netto degli utili. In caso d’insolvenza il testo di Schäuble prevede il sequestro e un possibile smantellamento dell’istituzione da parte dello stato. Il Ministro tedesco delle finanze valuta che la tassa potrà fruttare 1,2 mld di € all’anno. Questa cifra sarà gestita da un fondo incluso nel bilancio dello stato. Questa iniziativa ha suscitato discussioni in Germania e nelle principali capitali straniere, ma era stata già presentata e sostenuta da Nicolas Sarkozy, e dalla cancelliera Angela Merkel al G20 di Toronto nel giugno scorso, ma non aveva convinto i capi di stato presenti. Ora dopo l’arrivo a capo del governo del Regno Unito di David Cameron le divisioni sembrano essere in parte rientrate. Poi in ottobre la Francia prenderà la presidenza per 9 mesi del G20. Una opportunità unica per gli europei di farsi ascoltare dai grandi della terra.

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