mercoledì 4 agosto 2010

Le quotazioni dell’Euro risalgono la china

L’effetto annuncio delle varie politiche restrittive che i paesi dell’Eurozona hanno incominciato a varare, e in qualche caso hanno già varato, stanno tonificando il cambio dell’Euro contro dollaro, che oggi ha superato la soglia di 1,32, ed alcuni analisti già prevedono il sorpasso della soglia di 1,40 a settembre. Poche le novità positive da oltre Oceano, dove si propende ad aspettare che le misure varate per la riforma di Wall Street, e una ripresa economica globale, incomincino a produrre effetti di trascinamento sulla economia USA. Il tutto dovrebbe essere aiutato da una maggiore trasparenza degli investimenti e di sgonfiamento delle varie bolle che hanno drogato negli ultimi anni l’economia USA. L’incognita è fino a quando i vari mercati internazionali saranno disposti ad assorbire moneta USA e investire in Buoni del Tesoro americani. Alla base c’è anche due modi diversi di vedere il futuro. Da una parte i consumatori dei 16 paesi della zona euro che sono riluttanti a spendere, come precisato da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea, che ha dichiarato che le vendite al dettaglio nella zona euro in giugno rispetto al mese precedente, sono aumentate del solo 0,4%, facendo intravedere un andamento piatto per tutto l’estate e, in questo modo, rafforzare il risparmio privato. D’altra parte dell’Oceano, c’è una tendenza a incrementare il debito delle famiglie per aumentare il trend economico e sventolare crescite sostanziali. In mezzo c’è la maggioranza degli analisti che dichiarano che solo un aumento delle vendite in USA potrebbe aiutare il rilancio dell’economia UE. Eurostat ha inoltre rivelato che le vendite al dettaglio nei 27 paesi della UE, comprendente anche i paesi non euro, come la Gran Bretagna e Svezia, sono aumentate solo dello 0,1% nel mese di giugno rispetto al mese precedente e di un +0,5% sul 2009. Le preoccupazioni che investono i consumatori europei sono che le misure di austerità adottate e le altre prevedibili in risposta alla crisi del debito pubblico, possano influenzare il proprio futuro livello di vita.

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