lunedì 31 gennaio 2011

L'inflazione accelera

La situazione politica e sociale dei paesi della sponda Nord Africana preoccupa moltissimo gli economisti, per i riflessi che avranno sui mercati mondiali delle materie prime, petrolio in testa, prodotti alimentari, al Cairo già si temono difficoltà negli approvvigionameni alimentari e per i riflessi, sulle loro economie. Oggi a seguito della grave crisi politica in atto e della situazione di anarchia in cui è sprofondato l’Egitto, l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato il suo giudizio sul debito dell’Egitto da Ba1 a Ba2, portando l’outlook da stabile a negativo. Dopo il declassamento del rating sovrano dell’Egitto, deciso da Moody’s, aumentano in queste ore le quotazioni dei credit default swap (cds), le polizze che servono per assicurarsi contro l’insolvenza degli Stati. Comunque le difficoltà si erano già viste a livello mondiale con l'aumento dei prezzi nel mese di gennaio che è stata un'ulteriore spinta all’inflazione nella Eurozona, che ha raggiunto 2,4% su base annua, superando di poco il 2% soglia massima permessa dalla Banca centrale europea (BCE), secondo una prima stima pubblicata oggi da Eurostat, l'ufficio statistiche dell'Unione europea. L'inflazione è al massimo livello nella zona euro dal mese di ottobre 2008, quando raggiunse il 3,2%. L'aumento dei prezzi al consumo è stato poi del 2,1% nel novembre 2008 prima di tornare definitivamente al di sotto del 2%. La BCE, che fa da guardiana della stabilità dei prezzi nell'area dell'euro dichiara che a medio termine, l'inflazione sarà leggermente inferiore al 2%. Nel complesso, l'inflazione ha accelerato nella zona euro per oltre un anno: i prezzi al consumo hanno iniziato ad aumentare di nuovo nel novembre 2009 dopo cinque mesi di ribassi. Ma è rimasta fino alla fine del 2010, entro i limiti tollerati dalla BCE. Eurostat pubblicherà il 28 febbraio la sua stima finale per il mese di gennaio. Il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, domenica ha lanciato un nuovo allarme contro l'inflazione, facendo presente, in un’intervista al Wall Street Journal, che era disposto ad aumentare il tasso
d’interesse. "Tutte le banche centrali, in tempi come questo dove ci sono minacce da spinte inflazionistiche, devono essere molto attente che non vi siano effetti di ritorno dell’aumento del petrolio. Jean-Claude Trichet ha avvertito. Queste parole ricordano quelle profferite nel giugno del 2008 quando l'impennata dei prezzi delle materie prime e del petrolio perchè miravano ad influenzare i salari ('effetti di secondo impatto') e portare ad una spirale inflazionistica. Il 3 luglio dello stesso anno, la BCE ha alzato il suo tasso di un quarto di punto al 4,25% prima della caduta di mezzo punto percentuale nel mese di ottobre e al calo all’1% del maggio del 2009, tasso in cui si trova ancora oggi. Tutti i paesi della zona euro hanno un immenso interesse per ancorare saldamente le aspettative di inflazione, ha dichiarato Trichet domenica, con un’ allusione ai paesi alle prese con il loro debito. Una settimana fa, il signor Trichet aveva lanciato un avvertimento simile, "Nessuno può immaginare che avendo più inflazione ci siano più posti di lavoro sostenibili", aggiunse. Il mandato principale della BCE è garantire la stabilità dei prezzi, e non superare la soglia d’ inflazione del 2%. Tuttavia, nel mese di dicembre 2010, l'inflazione nella zona euro ha superato la soglia, per la prima volta dalla fine del 2008, raggiungendo il 2,2%
all'anno.

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