lunedì 28 febbraio 2011

Cortina d’Ampezzo “The Best of the Alps”

Cortina d'Ampezzo, Anpezo o Ampez in ladino, è il comune italiano più famoso dei 18 comuni che formano la Ladinia, ha ospitato le Olimpiadi invernali del 1956 e ancora oggi è teatro di numerosi eventi sportivi di importanza internazionale. II 26 giugno 2009 il «World Heritage Committee» ha inserito le Dolomiti nella lista del Patrimonio Universale dell'Umanità UNESCO, come bene naturale da salvaguardare! Inoltre fa parte dell’associazione “Best of the Alps” insieme alle 12 località più famose a livello internazionale delle Alpi che vanno da Zermatt in Svizzera a Chamonix in Francia.
Ha numerose chiese, opere architettoniche e sportive da visitare.
La Basilica dei Santi Filippo e Giacomo, dedicata ai due apostoli patroni del paese, sede della parrocchia e del decanato di Cortina d'Ampezzo, Costruita tra il 1769 e il 1775 è il vanto della comunità. È posizionata nel pieno centro del paese, chiusa tra il celebre Corso Italia (sul lato destro) e Via del Mercato (su quello sinistro). Celeberrimo è, infine, il campanile della basilica, divenuto un simbolo inconfondibile di Cortina d'Ampezzo si erge per 65,80 metri, in uno stile sobrio, elegante e maestoso che non è né tirolese, né cadorino.
La Chiesa della Madonna della Difesa, con l'annesso cimitero comunale, in località Bigontina. Gli interni sono decorati con grande ricchezza di statue, dipinti, marmi policromi e foglie d'oro.
Chiesa di Sant'Antonio da Padova, a Chiave, la cui costruzione terminò nel 1791. All'interno sono conservati due pregevoli busti lignei (il Cristo flagellato e santa Caterina), una pala di sant'Antonio del cortinese Giuseppe Lacedelli e un altare ligneo riccamente lavorato.
La Cappella della Beata Vergine di Lourdes, a Grava di Sotto, terminata nel 1907. E’ una chiesetta di particolare suggestione data la ricostruzione scultorea, posta nell'abside, di una delle apparizioni della Nostra Signora di Lourdes a Bernadette Soubirous.
Chiesa di San Nicolò, San Biagio e Sant'Antonio abate, a Ospitale, consacrata il 30 ottobre 1226, sorge al confine settentrionale dei territori ampezzani, dove, fin dal XI secolo era presente un ospizio che dava ricovero ai viandanti, a tutti coloro che, percorrendo questa strada, si dirigevano dalla Repubblica di Venezia in Germania o viceversa, dedicata a San Nicolò,in quanto considerato patrono dei viandanti.
Cappella della Santissima Trinità, in località Majon, della fine del Seicento. L'esterno presenta un arioso porticato, mentre l'interno, in tipico gusto settecentesco, è decorato da due altari lignei e un dipinto attribuito a Palma il Giovane.
Chiesa di San Rocco, in località Zuel di Sopra, è dedicata a San Rocco di Montpellier, venerato come protettore dalla peste. L'edificio, consacrato il 10 settembre 1604, è costruito in tipico stile tirolese, con il caratteristico campanile "a cipolla".
Chiesetta di San Francesco, in Piazzetta S. Francesco. Di particolare interesse artistico sono gli affreschi trecenteschi della parete in fondo al presbiterio.
Tra le costruzione civili meritano una sosta:
La Casa delle Regole, posizionata in Piazza Venezia, oggi ospita al proprio interno oltre agli uffici della Comunanza Regoliera, una triade di musei, conosciuta sotto il nome di Musei delle Regole d'Ampezzo:
Il Museo Paleontologico "Rinaldo Zardini", ha una raccolta ricchissima di centinaia di fossili. Tutti i pezzi esposti sono stati rinvenuti sulle Dolomiti e narrano di un'epoca in cui queste alte vette alpine si trovavano ancora sul fondale di un grande mare tropicale, popolato da invertebrati marini, pesci, coralli e spugne.
Il Museo Etnografico "Regole d'Ampezzo", nel quale sono esposti oggetti della vita quotidiana, contadina e pastorale di un passato non molto lontano.
Il Museo d’Arte Moderna "Mario Rimoldi", dove sono conservate 300 opere dei maggiori pittori del '900 italiano.
L'Audi Palace è un centro congressistico e culturale aperto nell'agosto 2003, attualmente sede estiva ed invernale della manifestazione culturale Cortina InConTra.
L'Alexander Hall, in località Pontechiesa, è nata per soddisfare le più diverse esigenze del settore congressuale, accoglie anche mostre ed eventi.
Architetture sportive
Sulla collina Zuel dove oggi sorge il celebre trampolino olimpico "Italia", fu costruito nel 1955 in occasione dei VII Giochi olimpici invernali, ed inaugurata l'8 dicembre di quello stesso anno.
La Pista Olimpica di bob "Eugenio Monti", sita in località Ronco, è intitolata al celebre bobbista cortinese che vinse il primo titolo olimpico italiano in tale specialità, e fu costruita per le Olimpiadi invernali del '56.
Lo Stadio del Ghiaccio, inaugurato il 26 ottobre 1955, costruito in occasione dei VII Giochi Olimpici Invernali, per ospitare le competizioni sportive sul ghiaccio.
Tra le Architetture d'interesse storico, degno di nota c'è:
Il Forte Tre Sassi (o Forte Tra i Sassi), è un fortilizio di costruzione austro-ungarica fatto erigere a partire dal 1897 presso il Passo Valparola. Posto tra il Sass de Stria e il Piccolo Lagazuoi, il forte dominava il passaggio tra il Passo Falzarego (ossia l'Ampezzo, il Cadore e il Bellunese) e la Val Badia in Alto Adige.
Il Sacrario Militare di Pocol (detto anche Ossario di Pocol) a quota 1.535 m., presso la SS 48 delle Dolomiti in direzione di Passo Falzarego, in località Pocol. Conserva le spoglie di 9.707 caduti italiani, di cui 4.455 rimasti ignoti, e di altri 37 caduti austro-ungarici noti. In una cripta situata al centro della struttura, sotto il sarcofago in pietra del "Fante morto", riposa il corpo del generale Antonio Cantore, insignito della medaglia d'oro al valor militare.
L'area protetta del Parco naturale regionale delle Dolomiti d'Ampezzo, si estende a nord dell'abitato di Cortina d'Ampezzo fino al confine con la regione Trentino-Alto Adige, inserendosi nel Parco naturale di Fanes - Sennes e Braies, con il quale forma un più esteso comprensorio naturalistico dalle caratteristiche ambientali simili, dell'ampiezza totale di circa 37.000 ha.
Il territorio del parco comprende molti famosi gruppi dolomitici: il Cristallo, le Tofane, la cima Fanes, il Col Bechei e la Croda Rossa, rispettivamente divisi dalla Val Travenanzes, dalla Val di Fanes, dall'alta Valle del Boite e dalla Val Felizon. Alcuni di questi massicci presentano vette che superano i 3.200 metri s.l.m. e racchiudono nelle rientranze dei loro versanti settentrionali alcuni piccoli ghiacciai. All'interno del parco vi sono diciannove strutture turistiche, tra ristoranti e rifugi alpini.
Attrezzature sportive e di svago.
Il Cortina Snowpark è situato all’interno del comprensorio delle Tofane, in località Socrepes e più precisamente nella storica pista San Zan. Lungo 500 metri, servito da una seggiovia quadriposto, è diviso in due aree di diversa difficoltà:
Una Easy Line, dedicata ai più piccoli o a coloro che volessero cimentarsi per la prima volta in salti ed acrobazie sulla neve, composta da quattro kikers da 1-2-4-6 metri, un Box e un Rail a terra;
Una Media Line che parte subito con un Super Box Kink di 4 metri piano e 4 metri discesa, un T-Box di 3 metri, un Rail Tubo di 3 metri, Bidoni Bonk-Wall Ride di 3 metri per 2, ed infine un Tree Bonk con Spina – Kiker Fun di 8 per 10 metri. Insomma salti e strutture per tutti e per tutti i gusti!
Prossimi avvenimenti:
DAL 3 ALL’8 MARZO 2011 dalle 16.00 alle 19.30 - C.so Italia e P.zza Venezia
Peccati di Gola a Carnevale
In Corso Italia, davanti al Municipio, e in Piazza Venezia nelle apposite casette in legno verranno proposti i dolci tipici del Carnevale Ampezzano, i “Nighele” del Sestiere di Azzon ed i “Waffel” cotti dai Ladini d’Ampezzo ULDA, il tutto accompagnato da bevande calde e tanta allegria come nella tradizione dell’ospitalità delle nostre Valli.
GIOVEDI’ 3 MARZO 2011 Dalle 14.30 - P.zza Venezia
Sfilata e concorso per bambini in maschera in Conchiglia di p.za Venezia. Riservata ai bambini under 12 iscritti per il Carnevale di Cortina e presenta Andrea Gris di Radio Cortina.Dono a tutti gli iscritti
Iscrizioni gratuite presso la cassa dello Stadio Olimpico del Ghiaccio (orari 10.00-12.00 e 15.30-17.00) entro il 2 marzo 2011. Limite massimo d’ iscrizioni 60 bambini.
Ore 16.00: esibizione di OTTO IL BASSOTTO, animatore e giocoleriere
Ore 16.00: Terrazza Viennese dell’Hotel Ancora cioccolata calda per tutti bambini in maschera
SABATO 5 MARZO 2011 Dalle 16.00 alle 18.00 - Piazza Venezia
Benvenuti nel PAESE DELLE STRAMPAVIGLIE spettacolo di magia buffa, equilibrismo, sputafuoco, clownerie ed improvvisazioni.C’è PIPPO, il più mattacchione del paese delle strampaviglie, grande trascinatore di folle bambinesche e coinvolge i piccoli ed i loro genitori in numeri assolutamente esilaranti.
DOMENICA 6 MARZO 2011 Dalle ore 10.00 - Località Fiames (o in caso di impossibilità presso il Passo Tre Croci)
CORSA DEI SEŠTIÉRE - Palio Invernale dei Sestieri d’Ampezzo.
Staffetta con gli sci da fondo in costume storico tra le sei contrade Seštieri di Cortina d’Ampezzo
ore 13,00 Mini Palio, a seguire, Palio Femminile e Palio Maschile
ore 16.00 Sfilata con le Squadre partecipanti, il Corpo Musicale di Cortina ed i Carri folcloristici con partenza dalla Piazza Fratelli Pittori Ghedina lungo il corso Italia fino a Piazza Venezia
ore 16.30 Premiazione in Conchiglia - Piazza Venezia con la partecipazione delle Autorità e del Corpo Musicale di Cortina
ore 17.00 in tre postazioni lungo il corso Italia: Smatisón con i Carri Folcloristici dei Seštieri di Cortina d’Ampezzo e le scenette in ampezzano :
MARTEDI’ 8 MARZO 2011
Dalle ore 17.00 – C.so Italia ore 17.00 in tre postazioni lungo il corso Italia: Smatisón con i Carri Folcloristici dei Seštieri di Cortina d’Ampezzo e le scenette in ampezzano
ore 20.00 Ristorante dell’Hotel Ancora - ricco buffet di Carnevale aperto a tutti, gradite le prenotazioni Tel. +39 0436 3261. A seguire in Terrazza Viennese, ospiti e valligiani sono invitati ad intervenire in maschera o costume alla Festa di fine Carnevale. Ingresso libero
Buona vacanza low-cost.

giovedì 24 febbraio 2011

Capri isola di sogno

Come organizzare una vacanza low-cost di almeno due giorni in una delle più celebri mete del turismo internazionale. Oggi Napoli, città di partenza della gità, è raggiungibile con l'alta velocità da tutto il nord Italia con 5/6 ore di viaggio e poi nel momento in cui si sale sull'aliscafo di fatto inizia la parentesi caprese. La storia di Capri è legata a quella del Mar Mediterraneo, alle popolazioni che lo hanno attraversato e a quel tratto di mare compreso tra Capo Miseno e Punta Campanella che è stato teatro di grandi eventi e scambi culturali. L'origine del nome di Capri è conteso tra le grandi culture del passato: alcuni sostengono che derivi dal greco antico Kapros (cinghiale) e altri dal latino Capraeae (capre). Numerosi scavi archeologici, testimoniano la presenza di vita primitiva a Capri. Durante i lavori di ampliamento del Grand Hotel Quisisana del 1906 furono rinvenute gigantesche ossa di dinosauri e oggetti in pietra scheggiata; lo stesso Imperatore Augusto trovò dei resti di attività primitiva durante la costruzione delle sue ville. Altri scavi importanti furono portati avanti nella Grotta delle Felci di Marina Piccola dove vennero scoperti materiali dell'età del Bronzo, tombe neolitiche e amuleti di varia fattura, tipici di un luogo sacro. Numerosi sono i siti archeologici particolarmente importanti per lo studio della Capri preistorica da ricordare sono la Grotta del Pisco, Località Il Limmo, Damecuta, Le Parate e la Grotta del Castiglione, sede anche di un ninfeo romano. Oggi gran parte del materiale archeologico ritrovato a Capri si trova nel Museo Ignazio Cerio a pochi passi dalla piazzetta. Il primo estimatore dell'Isola di Capri fu proprio l'Imperatore romano Augusto, che nel 29 a.C. la sciolse dalle dipendenze di Napoli e diede inizio al suo dominio privato. Il suo successore, l'Imperatore Tiberio, la scelse addirittura come ritiro dalla vita politica di Roma e fece costruire ben 12 ville, tra cui Villa Jovis a Capri e Villa Damecuta ad Anacapri. Nel 1371 il Conte Giacomo Arcucci, segretario della regina Giovanna I d'Angiò, fondò uno dei luoghi storici dell'isola di Capri: la Certosa di San Giacomo. che oggi è possibile visitare in tutto il suo splendore trecentesco.
Fra i vari da itinerari possibili suggeriamo una gita al Monte Solaro e al belvedere di Punta Cannone. Arrivando dal mare, balza all'occhio in lontananza il profilo dell'isola: il punto più alto è il Monte Solaro e per raggiungere la cima dei suoi quasi 600 metri bisogna recarsi ad Anacapri.
Poi da Piazza Vittoria, una delle fermate degli autobus provenienti da Capri e da Marina Grande, alla destra dei gradini è situata la Stazione della Seggiovia che porta a Monte Solaro. Il tragitto (circa 20 min.) permette di ammirare un panorama che abbraccia tutta Anacapri, dal centro storico alle zone più incontaminate e, in lontananza, alle isole del Golfo di Napoli. Seduti su una seggiola, con i piedi penzolanti si passerà a pochi metri al di sopra delle case, degli alberi, delle terrazze di terra coltivata, dei vigneti. In questi pochi minuti si scoprirà la parte più autentica di Anacapri, quella che ha basato per molti anni la propria economia sull'agricoltura. Scesi dalla seggiovia e saliti i pochi gradini di fronte, ci si ritrova nel punto più alto dell'Isola di Capri: sulla cima di Monte Solaro. Non ci sono parole per descrivere l'immenso panorama a 360° e la distesa di mare infinito. Se si ha la fortuna di visitare il Monte Solaro in una giornata poco affollata, l'esperienza di questa meraviglia, associata al silenzio rotto solo dal rumore del vento e dal verso roco dei gabbiani, sarà se possibile ancora più suggestiva. Sulla cima di Monte Solaro è presente un punto di ristoro con servizi. Per tornare indietro è possibile utilizzare nuovamente la seggiovia o in alternativa raggiungere l'Eremo di Cetrella, una piccola chiesetta che si scorge nella vallata appena sottostante. La strada per raggiungere Cetrella è un sentiero sterrato tra i boschi, e necessita di calzature comode, oltre ad una scorta di acqua. L'eremo di Santa Maria a Cetrella, costruito su un precipizio a strapiombo su Marina Piccola, risale al XV secolo. Il luogo era caro soprattutto ai marinai dell'Isola di Capri che usavano salire in pellegrinaggio alla chiesetta di Cetrella prima delle pericolose spedizioni per la raccolta del corallo.
Una volta visitata la chiesa di Cetrella è possibile tornare ad Anacapri attraverso lo stesso sentiero, risalendo verso la seggiovia, oppure scendere seguendo un percorso che in circa 20 minuti riporta ad Anacapri centro. L'intera passeggiata dura poco più di un'ora se ci si ferma solo a Monte Solaro utilizzando la seggiovia, dalle due 2 alle 4 ore se si decide di raggiungere anche l'Eremo di Cetrella. Ad Anacapri si può:
* Passeggiare per il centro storico.
* Raggiungere la Grotta Azzurra.
* Visitare Villa Axel Munthe.
Il belvedere di Punta Cannone si raggiunge dalla Piazzetta di Capri.
Tante sono le chiese di Capri che vale la pena visitare, ne consigliamo alcune.
Raggiunta la Piazzetta di Capri, salire le scale dell'ex Cattedrale di Santo Stefano e, da Piazzetta Cerio, proprio dove si trova uno dei musei più interessanti dell'isola, andare verso destra imboccando Via Madre Serafina. Questo antichissimo vicolo che passa sotto le case, costituito da bianche volte e piccoli scorci di cielo e che passa davanti al Complesso di Santa Teresa sulla sinistra c’è la storica Taverna O' Guarracino.
Il Complesso di Santa Teresa può essere visitato velocemente nella parte del Chiostro. Arrivati alla fine degli archi in uno spiazzo aperto, dove c'è una fontana di acqua potabile, salire la rampa di scale molto antica sulla sinistra. Superato il portone di accesso ci si troverà in un Chiostro che risale alla fine del 1600. Al centro del chiostro c'è un pozzo, un tempo risorsa preziosa per la raccolta dell'acqua, e un piccolo agrumeto che testimonia le abitudini degli abitanti dell'isola nell'antichità. Al di sopra del portone si trovano i resti di un affresco. Proseguire per Via Castello, sotto l'arco a sinistra, fino al Belvedere di Punta Cannone, un luogo chiamato così perchè nel XIX secolo gli inglesi occupanti lo utilizzarono per posizionare uno dei loro cannoni. Da qui è possibile godere di una splendida vista su Marina Piccola, sui Faraglioni e sulla spettacolare Via Krupp che scende fino a mare. Piccoli eremi a strapiombo sul mare, cappelle costruite a pochi passi dalla costa e splendide chiese monumentali, raffinati gioielli di arte barocca che impreziosiscono i centri storici dell'isola. Le chiese di Capri non sono soltanto delle costruzioni adibite al culto della religione, ma anche degli edifici che rispecchiano la bellezza del luogo in cui sorgono.
La Chiesa di Santa Sofia si trova nel centro storico di Anacapri, lungo la vivace passeggiata di Via Giuseppe Orlandi, ed è sicuramente uno degli edifici religiosi più importanti dell'isola. La chiesa è stata costruita nel 1510 La volta della navata centrale è a botte, mentre le due laterali presentano delle classiche volte a vela e terminano con due piccole cappelle. La splendida facciata dai tratti barocchi e i campanili dominano la piazza e il dedalo di viuzze che si spingono nel cuore della verde Anacapri. In piazza San Nicola, sempre nel centro storico di Anacapri e a poca distanza dalla principale chiesa di Santa Sofia, è possibile visitare la chiesa di San Michele Arcangelo. La sua costruzione, avvenuta tra il 1698 e il 1719, si caratterizza per la pianta ottagonale a croce greca e le linee architettoniche tipiche del Settecento napoletano. La chiesa è particolarmente famosa grazie allo splendido pavimento in maiolica eseguito dal "mastro" Leonardo Chiaiese. Lungo la Strada Provinciale che porta al borgo marinaro di Marina Grande, si può ammirare la piccola Chiesa di San Costanzo, dedicata al santo protettore di Capri e al culto della Madonna della Libera. Costruita nel V secolo d.C. sulle rovine di un palazzo romano di epoca tardo-repubblicana, la Chiesa di San Costanzo è una delle più antiche di Capri. Chi percorre la strada per raggiungere gli scavi archeologici di Villa Jovis non può fare a meno di ammirare il profilo della piccola Chiesa di San Michele alla Croce (conosciuta come Chiesa della Croce) circondata da un alto muro di cinta e dalla flora mediterranea del suo giardinetto.
Poi c'è la Chiesa di Santa Maria del Soccorso che nasce nel perimetro degli scavi archeologici di Villa Jovis, una delle 12 ville romane volute dall'Imperatore Tiberio sull'isola.
La Scala Fenicia è l'antica strada che collega Anacapri con il porto di Marina Grande, ma anche il passaggio per raggiungere la piccola Chiesa di Sant'Antonio dedicata al santo protettore di Anacapri è conosciuta anche come "Chiesa dei Marinai" perché la leggenda vuole che i marinai che scendevano da Anacapri utilizzavano la costruzione come rifugio e vi appesero un quadro sacro di Sant'Antonio.
Shopping a Capri
Fare shopping a Capri è un'opportunità meravigliosa per chi è alla ricerca dell'ultimo capo firmato, di un gioiello prezioso, un delicato uncinetto, un paio di sandali fatti su misura o dei famosi Capri Pants. Gli artigiani del posto permettono di ammirare la creazione degli oggetti per i quali l'isola è famosa e gli artisti del posto spalancano le porte dei loro atelier, invitando i passanti a visionare le esposizioni di quadri, sculture, e ceramiche esposte nelle vetrine. Lo sguardo del turista alla ricerca di quel souvenir originale e particolare è più che gradito nell'antica bottega del calzolaio o nel negozietto dove si lavora ai pizzi e merletti. Dall'alba al tramonto è possibile perdersi in un labirinto di vicoli e viuzze, ma trovare sempre il tempo per entrare in un negozio di gastronomia straripante di deliziosi prodotti tipici e accomodarsi in uno dei tanti ristoranti di cucina locale. O magari in uno dei bar della Piazzetta, il salotto del mondo, luogo ideale per osservare comodamente il resto del mondo che passa lentamente davanti.
Per dormire una ricerca sui siti dedicati, vi permetterà la scelta compatibile con le vostre esigenze.


lunedì 21 febbraio 2011

Il prezzo del petrolio sale, mentre gli occidentali lasciano la Libia

Il sito dell'Ente Nazionale Idrocarburi (ENI) informa che è in corso sia il rimpatrio dei famigliari dei propri dipendenti, come già previsto a seguito della chiusura anticipata delle scuole nel Paese, sia dei dipendenti non strettamente operativi". "In questo momento l’Eni non ravvisa alcun problema agl’ impianti e alle strutture operative. Le attività proseguono nella norma senza conseguenze sulla produzione. Eni, tuttavia, sta provvedendo a rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza a tutela di persone e impianti", conclude il comunicato.
In Borsa a Milano l’ Eni soffre in modo particolare e lascia sul parterre oltre 2,5 punti percentuali a 17,90 euro. La produzione oil & gas dell’Azienda, in Nord Africa, è pari a 573 mila barili al giorno, il 32% del totale. A livello di singoli Paesi la Libia pesa per il 13% della produzione totale, con 244 mila barili al giorno. L'intero Maghreb contribuisce all'Ebit del colosso petrolifero italiano per circa 4 miliardi di euro e il 20-24% del complessivo gas importato. Gli occhi di tutto il mondo oggi sono puntati sulla zona nord-africana e medio orientale per le implicazioni sulle politiche economiche e finanziarie del globo. In mattinata gli operatori hanno valutato con attenzione le stime flash del Pmi di febbraio della Francia, Germania e zona euro. Per la zona euro, le attese sono per un dato sostanzialmente stabile per il manifatturiero a 57,3 punti, e per un lievissimo miglioramento sul terziario, a 56,0 punti dai precedenti 55,9. Oggi la pubblicazione dell’indice IFO tedesco, che ha fatto registrare quota 85,9 punti, contro gli 84,2 della pubblicazione precedente, ha rasserenato per qualche ora le borse perché il risultato è stato migliore delle aspettative, perchè stimato ad 85 punti. IFO, acronimo di Institut fur Wirtschaftforschung ed è uno degli indicatori di mercato più usati nel paese tedesco. Analizza la politica economica e misura il livello dell’attività economica in Germania, l’indice viene pubblicato direttamente dall’Ifo Institute for Economic Research, che ha sede a Monaco di Baviera. A Londra l'indice Ftse segna in avvio di giornata -0,27% a 6.066 punti, a Francoforte il Dax -0,22% a 7.410 punti e a Parigi il Cac -0,20% a 4.148 punti. Negativi anche gli indici Aex con -0,24% a 373 punti e Bel con -0,42% a 2.743 punti.
A spaventare gli investitori, in una giornata in cui Wall Street è chiusa per la celebrazione del President's Day, è proprio l'impennata dei prezzi del petrolio, che vedono il Brent salire fino a 105 dollari al barile, al massimo dal settembre del 2008. In aumento i futures sul greggio che sono scambiati a New York, i contratti sono arrivati a balzare di più di 3 dollari fino a 89,78 dollari al barile.

sabato 19 febbraio 2011

Cambi, regole e speculazione, sono in discussione al G20

Divergenze sulle politiche dei tassi di cambio e sulle regole per combattere la speculazione sono al centro del dibattito in corso al G20 finanziario che si tiene in questi giorni a Parigi. La regolamentazione dei mercati finanziari e la vigilanza bancaria hanno già subito cambiamenti significativi in quest’ultimi tempi. Ma paesi come la Cina, il Brasile e altri Paesi emergenti non vogliono che i tassi di cambio figurino fra gli indicatori da tenere in considerazione come elementi di squilibrio globali voluti dalla presidenza francese del G20. C'è consenso su tutto, anche sul fatto che conta, come debito pubblico, anche il debito privato, ha detto il Ministro delle Finanze italiano, Giulio Tremonti, ma non c'è ancora il consenso di tutti perchè alcuni Paesi non vogliono la parola cambi». Secondo il ministro, «la discussione sugli indicatori è un treno che ha dietro tanti vagoni, anche il debito, ma pure i cambi e la bilancia dei pagamenti». Questi fattori a livello macroeconomico, rendono difficile rafforzare gli sforzi per un miglior coordinamento delle politiche economiche in seno al G20. Le autorità macroprudenziale sono in atto in molti paesi per monitorare e contrastare, l'emergere del rischio sistemico. Ci sono diversi settori in cui però i manager devono avere regole più chiare, stabilite dalle autorità, per una gestione dove ci sia una chiara definizione delle responsabilità delle coerenze con la politica monetaria. A livello internazionale, ci deve essere più equilibrio nella domanda mondiale tra paesi in surplus e quelli in deficit e garantire un ritorno alla crescita evitando misure di politica economica in conflitto, che potrebbero creare instabilità. Mantenere i tassi d’interesse a un basso livello per un lungo periodo può portare all’assunzione di rischi eccessivi nel tempo perché creano distorsioni dei prezzi nelle attività e vulnerabilità. La "grande moderazione" ha portato le parti interessate a sottovalutare i rischi connessi con molte classi di attività. Ciò ha contribuito a creare un contesto finanziario favorevole all'esplosione del debito privato e crescenti squilibri al di fuori Europa. Le politiche fiscali sono ora chiaramente incentrate sulla riduzione del deficit e sulla limitazione della crescita del debito, queste politiche non sono perseguite altrove. Si tratta perchè i governi s’impegnino ad aggiustamenti di bilancio da attuare, in particolare nei paesi dell'Eurozona, dove le preoccupazioni per la sostenibilità del debito pubblico sono più incisive. Nel lungo andare scelte di bilancio più solide saranno essenziali anche per affrontare le pressioni dovute all’ invecchiamento della popolazione. Nei paesi in cui la spesa per l'invecchiamento dovrebbe aumentare in modo significativo, è urgente la riforma dei piani del sistema pensionistico e del sistema sanitario a lungo termine. Le politiche strutturali volte a favorire la crescita può alleggerire il carico di risanamento dei conti pubblici e renderle credibili. In Europa, in particolare, l'interazione tra rischio sovrano e la fragilità di alcune parti del settore, come l'attività bancaria è ancora fonte di gravi tensioni. Gli squilibri globali, che si erano temporaneamente ridotti, in conseguenza della recessione ricominciano ad aumentare e i flussi di capitali verso i mercati emergenti, favoriti dai differenziali dei tassi d’ interesse, esercitano pressioni sui tassi di cambio. Alcuni paesi sono ricorsi a interventi di mercato per frenare l'apprezzamento delle loro valute in tal modo sostenendo le esportazioni, e in molti casi le speculazioni. L’aumento dei prezzi delle derrate alimentari e del petrolio, degli ultimi mesi, hanno fatto da carburante allo scoppio delle sofferenze sociali dei paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente. Il prezzo che l’umanità sta pagando all’arricchimento di pochi e all’impoverimento di molti è insopportabile per la maggioranza delle popolazioni di tutto il mondo.

mercoledì 16 febbraio 2011

Per la Banca Mondiale i prezzi delle derrate alimentari sono troppo alti

Secondo un nuovo rapporto della Banca mondiale i generi alimentari hanno raggiunto, nel mondo, livelli pericolosi che potrebbero contribuire all'instabilità politica, perchè possono spingere milioni di persone nella povertà, aumentando il costo della spesa. Nel rapporto pubblicato ieri la Banca ha annunciato che i prezzi alimentari a livello mondiale sono saliti del 29% nell'ultimo anno, e sono solo del 3% sotto il picco raggiunto nel 2008. Robert Zoellick, presidente della Banca mondiale ha fatto presente che il rialzo dei prezzi ha colpito le popolazioni dei paesi più poveri, perché devono spendere la metà del loro reddito in cibo. I prezzi dei prodotti alimentari sono la sfida fondamentale che oggi devono affrontare molti paesi in via di sviluppo e la Banca Mondiale stima che l'aumento dei prezzi del mais, grano e petrolio hanno spinto altri 44 milioni di persone in condizioni di estrema povertà a partire dallo scorso mese di giugno. La relazione è arrivata il giorno precedente l'incontro dei ministri delle finanze e dei capi delle banche centrali del G20 che s'incontrano a Parigi. Il rischio è che alcuni paesi potrebbero reagire all'inflazione alimentare, vietando le esportazioni o con misure di controllo dei prezzi, che potrebbe solo aggravare il problema. Per la Banca Mondiale l’indice dei prezzi del cibo è aumentato del 15% tra ottobre e gennaio. L'incremento è stato guidato dalla volatilità del commercio globale del grano, mais e soia. Il Global futures del mais è più che raddoppiato a partire da questa estate, da $ 3,50 a 7 dollari il moggio, a causa in parte della maggiore domanda dei paesi in via di sviluppo e in parte da una crescente richiesta dell’industria dei biocarburanti. Hanno pesato anche la crescente domanda da parte della Cina che sta esercitando una pressione sulla fornitura di una magggiore quantità di materie prime. Il Dipartimento dell'Agricoltura degli USA ha previsto che nell'ultima settimana i produttori di mais degli Stati Uniti avranno una riserva di soli 18 giorni di vendite, prima che inizi il raccolto del prossimo anno. Le riserve leggere probabilmente spingeranno i commercianti a far salire i prezzi se qualche evento atmosferico ne dovesse ridurre la produzione nel prossimo anno. Secondo la Banca Mondiale i prezzi dei grassi e degli oli sono cresciuti del 22%, il frumento è aumentato del 20% tra ottobre e gennaio e il prezzo dello zucchero è aumentato del 20%. I paesi industrializzati come gli Stati Uniti sono in parte al riparo da questi aumenti di prezzo in quanto le materie prime rappresentano solo una frazione del totale dei costi alimentari. Ma in molte paesi in via di sviluppo, l’aumento dei prezzi viene trasmesso molto più velocemente. Si valuta, per esempio, che tra giugno e dicembre, il prezzo del frumento è salito del 54% in Kirghizistan, del 45% in Bangladesh e del 16% in Pakistan. Zoellick ha avvertito che un aumento dei prezzi potrebbe aumentare l'instabilità politica in paesi come l'Egitto e la Tunisia. Entrambi i paesi sono grandi importatori di grano e il costo dei cereali più alto potrebbe aggravare le tensioni sociali, aiutando il formarsi di nuovi regimi. Secondo il presidente della Banca Mondiale: questo è il momento che il sistema internazionale deve essere consapevole di questi problemi, e farsi carico, con opportuni interventi, di non esacerbare i prezzi dei prodotti alimentari.

L'Eurozona avrà un fondo di 500 miliardi di euro

L'Ecofin ha deciso, lunedì sera, di raddoppiare la potenza di fuoco del suo futuro fondo per sostenere i paesi in difficoltà, cercando di rassicurare i mercati sulla sua capacità di rispondere alle crisi del debito quando riaffiorano le paure. "Abbiamo deciso di fornire una cifra ragionevole per quanto riguarda la capacità di prestito stabilita in 500 miliardi di euro, che saranno soggetti a revisione periodica, almeno ogni due anni", ha detto alla stampa il leader dei Ministri delle finanze della zona euro, Jean-Claude Juncker, dopo una riunione dei banchieri centrali in Europa a Bruxelles. Il meccanismo proposto di sostegno finanziario per l'area dell'euro dovrebbe nascere a metà del 2013, sostituendo l'attuale accordo temporaneo chiamato per la stabilità finanziaria (FESF) e istituito nel maggio 2010 a seguito della crisi del debito in Grecia. Quest'ultimo ha sulla carta 440 miliardi di euro per garantire gli Stati della zona euro. Ma in realtà, ha solo circa 250 miliardi di euro, il resto è riservato per sostenere i termini del prestito attraente. Gli europei vogliono anche aumentarlo sino a € 440 miliardi erogabili in modo efficiente. Da questo punto di vista, la decisione di lunedi è un chiaro segno della loro volontà di farlo. Il ministro dell'Economia francese Christine Lagarde ha giudicato i 500 miliardi di euro una ragionevole mediazione. Juncker ha poi dichiarato che le istituzioni europee sono pronte a prendere, anche nel brevissimo termine, tutte le misure necessarie per garantire la stabilità della regione. La Germania, tuttavia, ha condizionato gli aiuti ai paesi in difficoltà, ad un miglioramento molto significativo della disciplina comune, in termini di bilancio e riforme strutturali. Ha proposto, con la Francia, un progetto di competitività, che rimane assai controverso. Molti lo vedono come un 'diktat' di Berlino per imporre il proprio modello agli altri. Questa sarà la sfida da affrontare nei negoziati che avranno luogo al vertice dell'Unione Europea di fine marzo, dove una risposta globale alla crisi della zona euro dovrà essere data.
I banchieri centrali europei hanno voluto inviare, martedì, un segnale ai mercati. L'orizzonte si oscura nuovamente dopo una pausa seguita al piano di salvataggio organizzato per l'Irlanda alla fine del 2010. I rendimenti obbligazionari a dieci anni del debito portoghese hanno raggiunto circa il 7,63% lunedì contro il 7,175% di venerdì. Nella loro scia, i tassi spagnoli e irlandesi sono saliti. 'La situazione nei mercati obbligazionari rimane una preoccupazione,' ha dichiarato Jean-Claude Juncker. Il Portogallo è stato a lungo considerato un potenziale candidato per un piano di salvataggio finanziario, per i segni di debolezza manifestati recentemente. La sua economia si è ridotta, nell'ultimo trimestre del 2010, dello 0,3% rispetto al terzo trimestre per gli effetti recessivi delle misure di austerità attuate dal governo socialista per ridurre il disavanzo pubblico. I mercati sono anche preoccupati per il tempo impiegato dai paesi europei a mettere a punto il loro sistema di gestione delle crisi, nonché dalle divergenze interne. Essi temono che la rete di sicurezza finanziaria attualmente disponibile non è sufficiente a rispondere alle eventuali crisi di Portogallo e Spagna.

martedì 15 febbraio 2011

L'euro una moneta che non corre rischi

Otmar Issing, uno dei “padri fondatori” dell’euro, in un articolo sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung del novembre scorso, che ha avuto una risonanza mondiale, ha ammonito i governi dell’eurozona che la sopravvivenza dell’euro è a rischio. Questo potrebbe avvenire se l'UE a 27 non rafforza la sua capacità di coordinamento della politica economica e legislativa al proprio interno. La crisi nata negli Stati Uniti, si è poi ripercossa sull’Unione Europea. Numerose sono le cause che hanno portato l’UE ad arrivare impreparata a gestire una crisi di natura globale, priva degli strumenti e delle procedure necessarie. Come spesso è avvenuto nella storia della integrazione europea, la crisi ha spinto la UE a prendere una serie di misure per rafforzare il governo dell’economia e la gestione delle crisi. Bisognerebbe, nel prossimo futuro, fare uno sforzo particolare per migliorare la comunicazione, per accrescere la trasparenza delle istituzioni e delle procedure per contrastare efficacemente la speculazione destabilizzante. Occorre un assetto istituzionale adeguato alle sfide economiche e finanziarie che la UE e l’eurozona sono chiamate a fronteggiare e che non richieda periodiche interpretazioni o emendamenti dei Trattati. Ma la UE non potrà risolvere i suoi problemi strutturali solo attraverso il consolidamento fiscale. Questo è necessario per stabilizzare i mercati finanziari e per lasciare più spazio agli investimenti privati. Ma occorre anche adottare una strategia di riforme strutturali per accrescere il potenziale di crescita dell'economia europea, per riassorbire la disoccupazione, specie quella giovanile, e per correggere gli squilibri di competitività all'interno dell'eurozona. Si tratta di riforme che riguardano tutti i paesi della UE. In sintesi, occorre portare avanti il completamento del mercato interno introducendo ulteriori liberalizzazioni nel settore dei servizi, come la grande distribuzione, i trasporti, le costruzioni, i servizi finanziari e professionali, dove la UE è rimasta indietro rispetto ai principali concorrenti. Occorre promuovere la piena integrazione dei mercati dell'energia, ancora frammentati a livello nazionale e dominati da monopolisti locali che impongono costi elevati alle imprese e alle famiglie. Inoltre, come indicato dal Rapporto Monti, è necessario rafforzare le infrastrutture fisiche che stanno alla base di un grande mercato interno, le reti di trasporti, di telecomunicazioni, di distribuzione dell'energia e dell'acqua. L'esperienza insegna che da questi processi di liberalizzazione e d'integrazione viene la spinta per la ricerca e l'innovazione che sono il presupposto per lo sviluppo di nuovi investimenti e della produttività. Si tratta di un’agenda ambiziosa e per certi versi impopolare nel breve periodo. Essa richiede quindi uno sforzo di leadership da parte dei principali attori europei. È una sfida non facile e sono state numerose le occasioni perdute per vincerla, da Maastricht, a Amsterdam, a Nizza, e, da ultimo, a Lisbona.
Diversa è la situazione dell’Italia da quella di altri paesi, cosiddetti, periferici per la struttura della sua economia, la solidità del suo sistema bancario e per le stesse prospettive della finanza pubblica. Per concludere vale la pena di ricordare le parole di Tommaso Padoa-Schioppa, un grande sostenitore dell'integrazione europea, scomparso nel dicembre scorso. In un libro scritto nel 2006, all'indomani del rigetto del Trattato costituzionale europeo, Padoa-Schioppa invitava l'Europa a esercitare una "pazienza attiva" e ammoniva che per: " completare la costruzione di un'Europa unita occorrono verità e chiarezza sulle questioni di fondo, rifiuto dell'ambiguità, spiegazioni convincenti del perché l'Europa sia necessaria tanto al benessere e alla sicurezza dei nostri Paesi quanto alla pace e all'ordine mondiale". È un ammonimento che mantiene tutta la sua validità ancora oggi.

lunedì 14 febbraio 2011

La Cina sale, il Giappone scende

Il Giappone, nel 2010, ha ceduto la seconda posizione nella scala dell’economie più grandi del mondo alla Cina. Il PIL del Giappone, in termini nominali, è stato pari a 5474,2 miliardi di dollari, contro i 5878,6 dollari della Cina, secondo le statistiche rilasciate oggi dal governo giapponese.
Il Giappone era salito al secondo posto, davanti alla Germania Ovest, nel 1968. Esiste ancora un ampio divario tra la Cina e la più grande economia del mondo: gli Stati Uniti, il cui PIL ha raggiunto 14.660 miliardi l'anno scorso. Ma secondo stime della Banca mondiale e di numerose istituzioni finanziarie, la Cina potrebbe superare gli Stati Uniti entro il 2025. Secondo il FMI però il PIL pro-capite del Giappone resta dieci volte superiore a quello cinese.
La Cina ha da anni un tasso di crescita vicino o superiore al 10%, con un PIL cresciuto del 10,3% in termini reali anche nel 2010. L'economia giapponese, l’anno scorso, ha subito una grave recessione in concomitanza della crisi globale. Il PIL, che aveva avuto una contrazione del 1,2% in termini reali nel 2008 e 6,3% nel 2009, è cresciuto del 3,9% nel 2010, ma questo non è stato sufficiente a conservare all'arcipelago la seconda posizione. L'economia giapponese è stata sostenuta nei primi nove mesi dell'anno dalle esportazioni verso i mercati emergenti, in particolare verso la Cina, il suo maggior partner commerciale, e dai sussidi governativi temporanei che hanno favorito i consumi. In autunno, i consumi sono stati frenati dalla fine dei programmi di sostegno. Le autorità hanno infatti cessato di sostenere l'acquisto di veicoli 'ambientali' e poi ha ridotto il contributo disponibile per l'acquisto di televisori, frigoriferi e condizionatori d'aria più efficienti e più economi nel consumo di energia. Un altro ostacolo alla crescita è arrivato anche dal fatto che entro la fine dell'anno, le autorità hanno ridotto la spesa per investimenti e introdotto una nuova tassa sulle sigarette che ha pesato sui consumi. Inoltre il Giappone deve stringere la cinghia per ridurre il suo enorme debito stimato a circa il 200% del suo PIL. Finora anche il fattore di sostegno per l'economia: le esportazioni si sono ridotte nel quarto trimestre, ostacolate dalla rivalutazione dello yen, che nell’ estate del 2010 ha raggiunto il suo livello più alto degli ultimi quindici anni contro il dollaro e nove anni nei confronti dell'euro, danneggiando la competitività delle imprese giapponesi all'estero.

sabato 12 febbraio 2011

L’economia dell’Eurozona verso una cooperazione rafforzata

I cambiamenti epocali della sponda mediterranea dell’Africa, in dieci giorni sono andati via due capi di stato: in Egitto e in Tunisia e qualcuno incomincia a chiedersi se, a breve ci sarà un terzo, non distoglie l’attenzione dei circoli economici sui prossimi sviluppi della UE, che faticosamente tenta di trovare convergenze in un mondo che viaggia a velocità diverse. Per l’Europa si delinea la possibilità di trovare dei punti di convergenza per la stabilizzazione dell’economia. La riunione del Consiglio Europeo della settimana scorsa ha tracciato la strada che la Germania vorrebbe percorrere per fronteggiare la crisi del debito, forte del suo ruolo di finanziatore principale del necessario ampliamento in termini di strumenti e/o di fondi dell’EFSF (European Financial Stability Facility), ha ottenuto la convocazione ad inizio marzo di un vertice straordinario dell’Eurogruppo in cui verranno discussi i dettagli di un programma che dovrebbe coinvolgere non solo una stretta sulla disciplina dei conti pubblici, ma anche un accordo economico a livello europeo su pensioni, fisco e salari, che modelli la struttura economica dei paesi dell’area euro sul modello di quella tedesca. A fronte di questo progetto la Germania ha aperto la strada allo studio di proposte concrete sul rafforzamento dell’EFSF per garantirgli maggiore flessibilità e capacità finanziaria. Tali proposte saranno discusse al Consiglio Europeo del 27 marzo. Il vertice della settimana scorsa ha rappresentato un passaggio importante dal punto di vista politico verso una maggiore integrazione economico-fiscale, anche se il disaccordo sulle misure concrete resta alto. Gli avvenimenti interni dei vari paesi dell’UE, secondo gli analisti, non avranno grandi ripercussioni sulla strategia di fondo.

giovedì 10 febbraio 2011

Appello della BCE per una politica economica più rigorosa

Il rischio è un aumento del già elevato prezzo del petrolio e di altre materie prime, come ad esempio quello che è stato osservato nel 2008. Solo che questa volta potrebbe rimanere a livelli elevati per lungotempo. Ben Bernanke, il presidente della Federal Reserve (Fed) non può essere ritenuto responsabile di tensioni sociali nei paesi in via di sviluppo, eppure esiste un legame tra la flessibilità delle condizioni monetarie, i prezzi mondiali delle materie prime e le attività finanziarie. La Fed ha condotto con successo, una politica monetaria accomodante per evitare una seconda crisi importante. Ma per la seconda fase di emissione della moneta, per un totale di 600 miliardi dollari (440 miliardi di euro), occorre una precauzione ulteriore perchè l'impatto inflazionistico è grande. A quasi 100 dollari al barile, l'inflazione è sostenuta dal prezzo del petrolio e viene iniettata nell'economia globale. L'instabilità politica è un fattore secondario per spiegare il fenomeno. I prezzi dei prodotti alimentari e di altre materie prime, sono meno suscettibili ai problemi del Medio Oriente, ma sono aumentati vertiginosamente. Si va verso un grande rischio dove gli aumenti dei generi alimentari, insieme a condizioni di vita sulle sponde mediterrane dell’Africa e del Medio Oriente, ormai inaccettabili in occidente, faccia da combustile a tanti movimenti di "liberazione", nella maggioranza dei casi ostili al mondo occidentale. Gli Stati Uniti e la maggior parte delle economie occidentali sono in condizioni migliori e partecipano ai festeggiamenti della crescita delle economie emergenti. Un rapporto di gennaio sul vasto settore dei servizi dell'economia Usa ha riferito che la spinta inflazionistica è la più alta dall'agosto 2005 e ha inserito un forte rialzo dei prezzi. Come recentemente ha detto Charles Bean, vice governatore della Banca d'Inghilterra, se l'inflazione esterna è molto alta, la banca centrale ha una sola scelta: adottare misure forti per affrontare le sorgenti nazionali d'inflazione, anche se la ripresa economica nel Regno Unito rimane fragile. Il 3 febbraio, Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea (BCE) ha ridotto le attese di un rialzo dei tassi suggerendo che l'inflazione spinta dai prezzi dell'energia dovrebbe essere transitoria. Oggi ha ribadito il suo pensiero auspicando che i paesi dell’Eurozona nel 2011 intraprendano, comunque, politiche capaci di ridurre i deficit. La Banca Centrale d'Australia ha recentemente rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita per i prossimi anni. Ci sono rialzi dei tassi di tutto il mondo. Cina, India e Brasile hanno inasprito le condizioni monetarie, così come ha fatto adesso l'Indonesia. I paesi occidentali forse dovrebbero fare altrettanto. Gli asset dei mercati, dove i prezzi sono saliti alle stelle, si troveranno presto ad affrontare rischi e saranno costretti a passare da una politica monetaria molto accomodante ad una più rigorosa.

mercoledì 9 febbraio 2011

Neopatentati: nuovi limiti

Dopo tanti rinvii, con il decreto milleproroghe, da oggi, 9 febbraio, entra in vigore il limite di potenza per la guida di veicoli per i titolari di patente categoria B introdotto nell'articolo 117 del Codice della Strada con le modifiche apportate dalla legge 120 del 29 luglio scorso. Per il primo anno dal rilascio non è consentita la guida di autoveicoli che hanno una potenza specifica, riferita alla tara, superiore a 55 kW/t. Nel caso di veicoli di categoria M1, cioé quelli adibiti al trasporto di persone con al massimo 8 posti a sedere oltre il conducente, si applica un ulteriore limite di potenza massima pari a 70 kW. Questo secondo e parallelo limite è stato introdotto dal legislatore per evitare l'incongruenza per la quale mentre lo spirito della norma è quello di evitare che i neopatentati guidino veicoli particolarmente potenti e veloci, accadeva che potessero essere però guidate vetture grandi e potenti ma pesanti, mentre ricadevano nel divieto le vetture di potenza media, per il rapporto particolarmente sfavorevole nel peso potenza. Ora con il limite massimo fissato comunque a 70 kw questa situazione dovrebbe essere superata. Va precisato però che il nuovo limite previsto dall'art. 117 non si applica ai veicoli adibiti al servizio di persone invalide, autorizzate ai sensi dell'art. 188, purché la persona invalida sia presente sul veicolo. Inoltre fatto salvo quanto previsto dall'articolo 120 del codice della strada il divieto si allunga a 3 anni per le persone destinatarie del divieto di cui all'articolo 75, comma 1, lettera a), del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309 (Chiunque illecitamente importa, esporta, acquista, riceve a qualsiasi titolo o comunque detiene sostanze stupefacenti o psicotrope ecc.). Attenzione i nuovi limiti di potenza si applicano solo a coloro che conseguiranno la patente B dal 9 febbraio 2011, e non si applicano per chi ha conseguito la patente in data precedente. Va infine ricordato che per i primi tre anni dal conseguimento della patente di categoria B non è consentito il superamento della velocità di 100 km/h per le autostrade e di 90 km/h per le strade extraurbane principali. Di seguito il testo integrale del nuovo articolo 117 (Limitazioni nella guida):
1. È consentita la guida dei motocicli ai titolari di patente A, rilasciata alle condizioni e con le limitazioni dettate dalle disposizioni comunitarie in materia di patenti.
2. Per i primi tre anni dal conseguimento della patente di categoria B non è consentito il superamento della velocità di 100 km/h per le autostrade e di 90 km/h per le strade extraurbane principali.
2-bis. Ai titolari di patente di guida di categoria B, per il primo anno dal rilascio non è consentita la guida di autoveicoli aventi una potenza specifica, riferita alla tara, superiore a 55 kW/t. Nel caso di veicoli di categoria M1, ai fini di cui al precedente periodo si applica un ulteriore limite di potenza massima pari a 70 kW. Le limitazioni di cui al presente comma non si applicano ai veicoli adibiti al servizio di persone invalide, autorizzate ai sensi dell'art. 188, purché la persona invalida sia presente sul veicolo. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 120 del presente codice, alle persone destinatarie del divieto di cui all'articolo 75, comma 1, lettera a), del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, il divieto di cui al presente comma ha effetto per i primi tre anni dal rilascio della patente di guida.
3. Nel regolamento saranno stabilite le modalità per l'indicazione sulla carta di circolazione dei limiti di cui ai commi 1, 2 e 2-bis. Analogamente sono stabilite norme per i veicoli in circolazione alla data di entrata in vigore del presente codice.
4. Le limitazioni alla guida e alla velocità sono automatiche e decorrono dalla data di superamento dell'esame di cui all'articolo 121.
5. Il titolare di patente di guida italiana che nei primi tre anni dal conseguimento della patente, circola oltrepassando i limiti di guida e di velocità di cui al presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 148,00 a euro 594,00. La violazione importa la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della validità della patente da due ad otto mesi, secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI.

domenica 6 febbraio 2011

1° Maggio, Festa dei lavoratori, in mobilità

In Gran Bretagna il governo sta considerando la possibilità di cambiare la data del 1 ° maggio e spostare la festa nazionale in ottobre per migliorare la ripartizione delle festività nel corso dell'anno, ne hanno parlato ieri fonti ufficiali.
IL 1° maggio cade troppo spesso in prossimità di altre feste, come Pasqua, mentre questa festività spostata in autunno potrebbe promuovere il turismo, secondo le autorità britanniche. «Una vacanza in autunno, potrebbe aiutare gl'imprenditori turistici in un momento in cui il clima è spesso ancora ottimo. Un'occasione in più di svago, per le persone, prima del periodo natalizio», ha dichiarato il Segretario di Stato per il Turismo, John Penrose. Nessuna decisione definitiva è ancora stata presa, però, ha aggiunto che se il 1° maggio, festa dei lavoratori, dovesse essere spostata, non entrerebbe in vigore fino al 2013. La Festa dei lavoratori non è lavorativa in molti paesi, tra cui la Gran Bretagna dal 1978. Il progetto del governo conservatore di David Cameron, al potere dal maggio 2010, ha provocato forti reazioni sindacali.
"L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è che il governo cambi le date delle vacanze esistenti e attorno al quale i lavoratori e gl'imprenditori si sono organizzati", ha detto Brendan Barber, segretario generale della Confederation of British Trade Union Congress (TUC ) Alcuni conservatori sono pionieri della vacanza del 1 ° maggio, grazie al suo legame con la Giornata internazionale del lavoro. Ma in realtà, la celebrazione del 1° maggio nel nostro paese risale al IV° secolo, ha aggiunto, il 1 ° maggio è tradizionalmente l'occasione per gli inglesi per festeggiare l'arrivo della primavera.

venerdì 4 febbraio 2011

Ferrara un affascinante week-end di San Valentino

Ferrara, fondata nel V secolo come porto fluviale nella pianura padana a Sud del Delta, è stata un importante centro medioevale e una delle corti più sfarzose del Rinascimento che, con la reggenza della famiglia Este, tocca i più alti vertici del prestigio rinascimentale. Nasce di qui la sua fisionomia del tutto particolare: dalla somma, armoniosa e inimitabile, dell'intrigo di strade ombrose e irregolari dei suoi quartieri medievali e degli spazi ariosi, luminosi e geometrici, dell'età rinascimentale. Gli uni e gli altri costellati di splendidi palazzi, case, chiese, piazze, strade, giardini e di opere d'arte conservate nei suoi innumerevoli musei, che costituiscono una delle sue maggiori attrattive. Ferrara è una città silenziosa, a misura d'uomo, dove si passeggia tranquillamente, a piedi o in bicicletta, di giorno e di notte, senza timore alcuno, rivivendo ad ogni passo magiche atmosfere del passato. Città d'arte e di cultura tra le maggiori d'Italia, grazie in primo luogo al suo Palazzo dei Diamanti, sede di mostre prestigiose, e dalle stagioni di altissima qualità del suo Teatro Comunale.
Ferrara, città del Rinascimento è con il suo Delta del Po, nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Il riconoscimento Unesco alla città e al suo territorio ha attestato autorevolmente il valore di un paesaggio urbano e naturalistico unico al mondo. Quando le ombre della sera calano sulla città, essa si trasforma in un grande palcoscenico sul quale esporre la grandiosità degli Este. Si accendono i vecchi lampioni che gettano la loro luce sulle vie dove si ha l'impressione di essere tornati indietro nel tempo: la magia e il silenzio nascondono la vivacità dei luoghi d'incontro.
Molti spettacoli nei numerosi teatri della provincia, oltre che di Ferrara, di prosa, lirica, concertistica, danza, operetta fino alle commedie dialettali; concerti di musica jazz, cinema, sale da ballo o discoteche, spettacoli per bambini possono essere suggerimenti per trascorrere momenti di relax, divertimento, intrattenimento in tutte le stagioni dell'anno. Ogni stagione è ricca di eventi di qualità che creano un pretesto in più per visitare la città di Ferrara e le diverse località della provincia. Tra gli appuntamenti di maggiore risonanza sono da citare le mostre d'arte del Palazzo dei Diamanti, le gare del Palio, il Ferrara Busker Festival e un grande raduno di mongolfiere denominato: Ferrara Balloons Festival.
L'elenco degli eventi si arricchisce di altri importanti momenti legati alla musica, allo sport, ai mercatini, alle sagre e feste che costellano un territorio molto vivace e offrono indimenticabili occasioni di svago per i visitatori.

martedì 1 febbraio 2011

Mercati finanziari: occhi puntati sull'Egitto

'La situazione è fluida, ma l'emergenza è tutt'altro che finita'. E' quanto ha spiegato il capo dell'Unità di crisi della Farnesina, Fabrizio Romano, incontrando i cronisti sulla situazione in Egitto. 'Siamo in contatto con la nostra ambasciata, mentre è in corso al Cairo una manifestazione con circa due milioni di persone e la situazione oggi è fluida', ha aggiunto. La Farnesina, attraverso l'ambasciata e l'Unità di Crisi, continua a fornire assistenza agli italiani in Egitto.
A questo comunicato pubblicato dall'Ansa due ore fa, fanno seguito le notizie apparse sui telegiornali di tutto il mondo sia della manifestazione per le vie del Cairo che della partenza del presidente Mubarak per la sua villa di Sharm El Sheikh. Per questo le apprensioni per questa nazione aumentano. Dopo la rapida diffusione della Rivoluzione tunisina, ora si teme una tempesta di fuoco. Questa sarebbe l'unica vera causa di preoccupazione. Rimarrà aperto il canale di Suez? Il Medio Oriente si potrà trasformare in una seconda Indocina? Israele, se la rivoluzione egiziana dovesse imbarcare una deriva islamica, potrà vedere il suo destino di stato in pericolo? Queste sono le domande e le paure quasi inconsce che affliggono gli investitori azionari in questi giorni. Queste domande sono importanti, soprattutto per comprendere quali scenari si possono aprire sul versante Medio orientale. Se, come sperabile, non si dovesse entrare nel peggiore degli scenari, quello di un incendio, gli effetti di una transizione del dopo-Mubarak sono considerati meno rilevanti nel lungo termine. Il controllo dei disordini in Egitto e perfino il traffico marittimo nel Canale influenzeranno i prezzi del petrolio e l'economia globale solo temporaneamente. L'Egitto vive sul canale, nessun gruppo può permettersi un blocco lungo. Per questo è importante che i militari si presentino al paese e al mondo con una grande autonomia in modo da diffondere nel paese una fiducia e la certezza che non bisogna aver paura dei cambiamenti. Pertanto, chi investe nel lungo periodo, potrebbe anhe prendere in considerazione un alleggerimento delle proprie posizioni in Egitto, senza tagliare completamente i legami.