martedì 31 maggio 2011

Bankitalia, prospettive economiche

Dopo 5 anni alla guida della Banca d'Italia, nel momento in cui il Governatore si appresta a lasciarne la guida per andare a guidare la BCE, alcune note della sua relazione, letta oggi a Roma nell'assemblea annuale, sono degne di una profonda riflessione. Indubbiamente dal 31 maggio del 2006 quando prese per la prima volta la parola per illustrare il suo pensiero la situazione è cambiata. Il numero di Filiali è passato da 97 a 58. La rete, oggi più efficiente, può rispondere meglio alle domande delle comunità locali. È stato soppresso l’Ufficio Italiano dei Cambi (UIC). È stata creata l’Unità di Informazione Finanziaria, con il compito di prevenire e contrastare il riciclaggio di fondi illeciti e il finanziamento del terrorismo internazionale. La Banca d’Italia e l’UIC impiegavano insieme nel 2005 quasi 8.500 persone; oggi sono poco più di 7.000. Nel 2010 l’economia globale è tornata a crescere a ritmi prossimi al 5%, ciò ha favorito nei paesi emergenti l’uscita dalla povertà di ingenti masse, pur frenata dal rincaro dei beni alimentari. Il sistema finanziario, nel suo complesso, si sta gradualmente risanando, ma l'eredità della crisi è pesante. Il gruppo delle economie più progredite, con l’eccezione della Germania, stenta a ritrovare i ritmi di sviluppo precedenti; la ripresa rimane troppo debole per riassorbire la disoccupazione. Nei paesi emergenti, con tassi di crescita anche vicini al 10%, iniziano a manifestarsi segnali d'inflazione; in alcuni di essi gli afflussi di capitale hanno raggiunto i cospicui volumi del periodo pre-crisi. Le politiche economiche energicamente impiegate nei paesi avanzati per contrastare gli effetti più dirompenti della crisi hanno esaurito i margini di azione. Il debito pubblico complessivo di questi paesi, pari al 73% del PIL nel 2007, supererà quest’anno il 100%. I premi per il rischio sul debito pubblico crescono ovunque, in misura drammatica nelle economie in cui il deterioramento delle finanze pubbliche è stato massimo. Nell'area euro, la crisi del debito sovrano di tre paesi – che rappresentano insieme il 6% del PIL dell’area – ha il potenziale per esercitare rilevanti effetti sistemici, per questo, secondo la relazione, occorre riportare sotto controllo i bilanci pubblici. Il repentino ritorno alla crescita dell'economie emergenti, eventi climatici avversi e i sommovimenti socio-politici nell’area mediterranea e mediorientale hanno generato pressioni al rialzo nei prezzi delle materie prime energetiche e alimentari, cresciuti negli ultimi sei mesi del 30%. La credibilità acquisita negli anni ha permesso di mantenere ancorate le aspettative di inflazione e di agire con la rapidità e la flessibilità imposte da circostanze fuori dell’ordinario. La Banca centrale europea (BCE) ha evitato, con misure volte ad assicurare liquidità ai mercati, il collasso del sistema finanziario; ha ridotto rapidamente il tasso di riferimento all’1%, il livello più basso mai raggiunto dai tassi ufficiali nei paesi dell’area. Dalla fine dello scorso anno i forti rincari delle materie prime si sono riflessi in un aumento dell’inflazione sopra il 2%. Le serie ripercussioni della crisi del debito sovrano sul funzionamento del settore finanziario hanno richiesto che si adottassero misure straordinarie di rifinanziamento al sistema bancario in precedenza interrotte; è stato avviato un programma di acquisti di titoli sovrani emessi nell’area (Securities Markets Programm). In Italia il disavanzo pubblico, quest’anno, sarà al 4% del PIL, è inferiore a quello medio dell’area dell’euro; nelle previsioni ufficiali scenderà al di sotto del 3% nel 2012. Il debito è tuttavia vicino al 120% del prodotto. Appropriato, secondo Bankitalia, è l’obiettivo di pareggio del bilancio nel 2014 e l’intenzione di anticipare a giugno la definizione della manovra correttiva per il 2013-14. Per ridurre la spesa in modo permanente e credibile occorre un’accorta articolazione della manovra, basata su un esame di fondo del bilancio degli enti pubblici, voce per voce, commisurando gli stanziamenti agli obiettivi di oggi, indipendentemente dalla spesa del passato; affinando gli indicatori di efficienza dei diversi centri di servizio pubblico (uffici, scuole, ospedali, tribunali). Il federalismo fiscale può aiutare, responsabilizzando tutti i livelli di governo, imponendo rigidi vincoli di bilancio. Due condizioni sono cruciali: che i nuovi tributi locali siano compensati da tagli di quelli decisi centralmente e non si sommino; che si preveda un serrato controllo di legalità sugli enti a cui il decentramento affida ampie responsabilità di spesa. Dall’avvio della ripresa, nell’estate di due anni fa, l’economia italiana ha recuperato soltanto 2 dei 7 punti percentuali di prodotto persi nella crisi. Nel primo trimestre di quest’anno il ritmo di espansione è stato appena positivo. Nel corso dei passati dieci anni il prodotto interno lordo è aumentato in Italia meno del 3%; del 12 in Francia, paese europeo a noi simile per popolazione. Il divario riflette integralmente quello della produttività oraria: ferma da noi, salita del 9% in Francia. Il deludente risultato italiano è uniforme sul territorio, da Nord a Sud.

lunedì 30 maggio 2011

Come gestire un bilancio

Quando si sente la parola "bilancio", spesso ci si chiede che cosa significa veramente. La maggior parte delle persone, probabilmente pensa che sia un'attività sgradevole che significa che bisogna finanziariamente privarsi di qualcosa. Questo non potrebbe essere più lontano dalla verità, ma è la ragione per cui la maggior parte dei bilanci poi falliscono. Bisogna pensare bene a come gestire il denaro.Il budget non è stato creato per rendere misera la propria vita, ma è semplicemente una guida per aiutare a gestire meglio i propri soldi. Tutti noi abbiamo un reddito e tutti abbiamo delle spese, e senza la corretta ripartizione dei soldi qualcosa di negativo può sempre accadere. L'obiettivo per la creazione di un bilancio è quello di gettare le basi per ripartire quale parte del reddito è necessario per coprire ogni spesa. Un bilancio è come una ricetta. Se si ha intenzione di preparare una torta da zero, probabilmente si vorrà usare una ricetta per assicurarsi che la torta possa essere cotta correttamente e i sapori siano deliziosamente distribuiti. Una ricetta è semplicemente un elenco di ingredienti necessari e nella giusta quantità, con istruzioni chiare su come amalgamarli insieme. Se la ricetta è eseguita correttamente, sarete ricompensati con un prodotto finale gustoso. Le vostre finanze personali non sono molto diverse. Il vostro reddito è la somma d' ingredienti, e le spese sono le quantità da utilizzare, mentre il bilancio indica come mettere tutto insieme. Con una ricetta della torta, se sei a corto di un uovo o si mettono troppi ingredienti insieme, la torta non avrà il gusto giusto o addirittura non cuocerà correttamente. Lo stesso vale per le finanze. Se si spendono troppi soldi per una spesa che può rendere più ridotta un'altra spesa, accadrà che i risultati saranno inferiori al previsto. Per questo occorre il controllo dei propri soldi. Quando si crea un budget, bisognerà prendere il controllo di tutto il proprio denaro in modo che nulla sfugga al controllo. Non bisogna lasciare che l'immagine negativa che una regola finanziaria che uno si autoimpone renda più miserabile la propria vita perdendone di fatto il controllo. È anche possibile divertirsi e fare in modo che il proprio budget, sia pure in modo discrezionale, comprenda anche i "soldi per il divertimento". L'obiettivo è quello di creare semplicemente una struttura per il proprio denaro che possa mettere sotto controllo tutta la massa monetaria di cui disponiamo senza lasciarci sfuggire nulla.

giovedì 26 maggio 2011

L'inflazione alimentare negli USA cresce

L'inflazione alimentare degli Stati Uniti è al top delle previsioni del governo. Le produzioni di massa, come carne, latticini e i costi energetici faranno aumentare i prezzi delle società produttrici tra cui Nestlé SA, McDonald's Corp. e Whole Foods Market Inc.. I prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari saliranno, secondo una stima, dal 3% al 4% quest'anno, ha dichiarato Chad E. Hart, un economista della Iowa State University di Ames, in linea con le previsioni del Dipartimento Agricoltura. Le imprese trasferiranno i costi più elevati al consumo entro fine anno, ha detto Bill Lapp, un ex economista, capo di ConAgra Foods Inc.. Lo stesso dipartimento alimentare del governo USA aggiornerà le proprie previsioni oggi. I generi alimentari e i pasti al ristorante sono già aumentati del 2,4%o nei primi quattro mesi del 2011, la salita più rapida a partire dal 1990, secondo i dati forniti dal governo. Durante questo periodo il riso, il grano e i futures sul latte hanno toccato i massimi livelli dal 2008, e le carni al dettaglio hano raggiunto un livello record. Ieri, JM Smucker Co. ha annunciato un aumento di 11% dei prezzi per il caffè Folgers, il marchio più venduto degli Stati Uniti, dopo che il costo di fagioli è quasi raddoppiato in un anno. Si sta presentando come un anno molto difficile per i consumatori USA, ha dichiarato Lapp, che è presidente di soluzioni avanzate economiche e consulente agricolo a Omaha, Nebraska. "Si lavora in un'economia in cui molti consumatori sono sottoposti a forti pressioni dai costi del cibo e dei carburanti. Anche dopo una caduta delle materie prime di questo mese, sette degli otto tracciati dalla Standard & Poor's GSCI Index agricoltura sono più alti di un anno prima, i danni sulle colture dovuti al maltempo, la crescente domanda erode le scorte e un dollaro debole aumenta la domanda di esportazioni degli Stati Uniti. I futures sul mais sono il 98% più cari, il grano ha guadagnato il 67%, lo zucchero grezzo è aumentato del 44%, e il riso è schizzato del 25%. La siccità di questo anno in Europa, in Cina e nel sud delle grandi pianure degli Stati Uniti potrebbe tagliare i raccolti, mentre le inondazioni lungo il fiume Mississippi di questo mese potrebbero rallentare le semine di mais, soia e riso. Gli Stati Uniti sono il più grande esportatore agricolo al mondo. Le Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura il 23 maggio ha dichiarato, che oscillazioni dei prezzi continuerà anche nei prossimi anni a causa della mancata corrispondenza tra domanda e offerta. La FAO ha dichiarato, il 5 maggio che i costi alimentari globali sono saliti, nel mese di aprile, per la nona volta in 10 mesi, posizionandosi vicino al record raggiunto nel mese di febbraio. Segni d'inflazione hanno spinto almeno due dozzine di banche centrali, anche in Cina e in Europa, ad alzare i tassi di interesse di quest'anno. I costi all'ingrosso negli ultimi due anni si sono moltiplicati per strada attraverso la catena degli approvvigionamenti, società tra cui foodmakers e negozi di generi alimentari stanno mostrando una maggiore volontà di trasferire gli aumenti ai consumatori, ha detto Hart, l'economista del Dipartimento agricolo di Stato dello Iowa. L'impennata dei prezzi del mais, utilizzato principalmente per gli alimenti per il bestiame, hanno contribuito al rally nel settore delle carni all'ingrosso e dei costi della carne di maiale durante l'anno passato, l'espansione delle mandrie di bestiame è stata limitata dai produttori per la necessità di risparmiare sulle spese in materia di alimentazione."L'impatto maggiore si avrà fra i sei e i prossimi 12 mesi " per i prezzi della carne, ha dichiarato Hart.

mercoledì 25 maggio 2011

L'Euro o la Dracma, questo è il dilemma della Grecia

Alcune testate giornalistiche oggi hanno riportato le parole del commissario dell'Unione Europea Maria Damanaki che ha dichiarato a "rischio" la presenza della Grecia nell'Unione Europea. Secondo il commmissario: "La questione è semplice: Atene deve accettare il piano di austerità, altrimenti l'unica alternativa possibile è il ritorno alla dracma". A riferirlo è anche un'agenzia di stampa statale. Ora la moneta europea è una cosa seria. In circostanze normali, la gestione della moneta comune è già complicata. In tempi di crisi, come ora, richiede tatto, diplomazia, breve comunicazione e soprattutto un buon controllo dal centro. Ma purtroppo al momento non ci sono molti interventi sul modo migliore per aiutare i paesi in gravi difficoltà economiche della zona euro, come la Grecia, ad uscire dalla crisi. Una catastrofica cacofonia vaga nell'aria su come tra l'altro porre rimedio alla situazione di Atene. Per riepilogare, ovviamente il primo piano di salvataggio destinato a salvare dalla bancarotta la Grecia non è stato sufficiente. I greci hanno dallo scorso anno un prestito di 110 miliardi di euro, i due terzi forniti dall'UE, il resto dal FMI. Questo doveva permettere loro di far fronte alle scadenze impegnative più ravvicinate per poi tornare nel 2012 sul mercato per finanziare il loro debito. Irrealistico: la sfiducia è tale che Atene dovrebbe pagare tassi a due cifre, 16% o più, per vendere i propri titoli di Stato. Una missione dell'UE e del FMI sta attualmente discutendo un nuovo aiuto a beneficio del governo di George Papandreou. Il recupero fiscale per i piani già realizzati hanno convinto i mercati o Bruxelles. Ora si aspettano di più, da un ampio programma di privatizzazione preparato da Atene. Inoltre, il mercato, cioè i potenziali acquirenti del debito greco, stanno mettendo in discussione un punto fondamentale: che cosa è la capacità del paese di generare crescita negli anni a venire? Il caso è politico, naturalmente. Un rapido giro dei parlamenti nel nord della zona euro, compresa la Germania, ha misurato l'estrema riluttanza degli elettori a venire di nuovo in aiuto della Grecia. Di qui il sorgere della questione tabù: dobbiamo ristrutturare, in breve dobbiamo annullare una parte del debito greco? Questo sarebbe un colpo terribile per l'euro, la sua credibilità, e sarebbe un rimedio catastrofico per la Banca centrale europea. Ma distillata in piccole frasi sparse nei discorsi del ministro tedesco dell'economia, Wolfgang Schäuble, del suo collega del Lussemburgo e presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ed anche abbozzato dalla francese Christine Lagarde, l'idea è trovare un modulo chiamato "soft", nei tempi di un pagamento scaglionato di alcuni dei debiti della Grecia. Ma alla fine, il danno è fatto: la cacofonia d'interventi tra loro danno l'impressione di un confronto su una possibile ristrutturazione. E senza nemmeno decidere nel merito, il danno c'è: i mercati fibrillano, l'euro va giù, le agenzie di rating del credito sono sul piede di guerra. A questo punto occorrerebbe un intervento unitario dei capi dell'eurozona per stroncare le varie dicerie. Con qualche probabilità in Grecia qualcuno vorrebbe tornare a utilizzare la propria moneta nazionale, deve essere chiaro che non le sarà mai permesso di farlo, perchè manderebbe in crisi tutte le banche dell'area euro. Un evento a cui nessuno acconsentirà. I greci dovranno fare sacrifici ancora più pesanti. Il governo greco intanto ha smentito le voci secondo le quali si sta pensando a un referendum sulle misure di austerità. Tutto ciò, dopo che il premier George Papandreou ha precisato che per far passare le misure di austerità, ci vuole un ampio consenso nazionale.

lunedì 23 maggio 2011

Trading on line: corsi gratuiti

In questo periodo i corsi per imparare, come autodidatta, il servizio di trading on line sono tanti nella maggioranza dei casi offerti gratis da varie banche o strutture specializzate. Dopo averne provati alcuni tra i più noti, l'offerta della Fineco Bank S.p.A., del gruppo Unicredit, si ritiene buona per le informazioni che mette a disposizione in tempo reale e si tratta sicuramente di un servizio affidabile, ma sicuramente ci sono altri operatori validi. Tra i criteri da preferire nella scelta del servizio sono: l'affidabilità e la continuità. Un fornitore che avesse dei problemi durante una seduta di borsa non consentirebbe di emettere ordini o non eseguirebbe quelli automatici di stop loss, creando grossi problemi. Fineco presenta un'ottima interfaccia per i neofiti, ma offre anche un programma professionale completamente in tempo reale di tutti gli eventi e transazioni online, che si chiama PowerDesk. Questo supporto ha un piccolo costo mensile, mentre l'interfaccia normale è gratuita. PowerdDesk è da usare solo se si opera con acquisti/vendite in tempi molto stretti. L'operatività è elevatissima, ma attenzione perchè è molto facile commettere errori, se non si è più che attenti a ciò che si fa. Altre note positive su Fineco (ma anche su altri fornitori) sono che volendo operare online si deve aprire un conto, che non costa nulla nè come spese iniziali nè come mantenimento. Sono in realtà previsti pochi euro al mese per la tenuta del conto, ma se fate un pò di operazioni vengono bonificati. Gli interessi attivi non sono eccezionali, ma sempre meglio delle banche tradizionali. Inoltre si possono svolgere tutte le classiche operazioni bancarie, dai bonifici ai pagamenti automatici alle bollette, versamenti verso l'erario, ecc.. Si possono anche fare versamenti di assegni, tramite le filiali presenti ovunque. Se si svolgono molte operazioni un pò fuori dal comune è sempre opportuno avere anche una banca tradizionale. Per quanto riguarda PowerDesk2 - la piattaforma multi-mercato, completamente in push, interamente sviluppata da Fineco, essa si distingue per funzionalità evolute, tempestività dell'informazione e completezza operativa. L'operatività è disponibile su titoli azionari, ETF, Covered Warrant, Certificates, Valute, Opzioni, Futures italiani e esteri e Obbligazioni. Con essa si può accedere alle seguenti borse: MTA, SeDeX, Nasdaq, Amex, Nyse, Euronext (Francia, Olanda, Portogallo) Xetra, Ibex, Lse (Sets), Virt-x, Hex25, Idem, Eurex, CME, Forex, TLX, EuroTLX, Mot e EuroMot. Altri corsi forniti da altre banche devono avere sempre presenti gli elementi sotto indicati: La piattaforma di base: Immissione ordini Mercati negoziabili Sicurezze del sistema Ordini condizionati (Stop - Debording) L'informativa: Multiboox - NewsPush Il trading e lo scalping con le piattaforme push: FlashBoard e il trading a 1 click FlashBook e lo scalping sui titoli molto liquidi, Strumenti per l'analisi dei mercati. Visual Trader - la piattaforma per l'analisi tecnica Utilizzo, personalizzazioni, potenzialità - Software per l'analisi del book. Le spiegazioni fornite nei vari corsi sono dunque destinate a persone autodidatte che non hanno esperienza borsistica, ma che desiderano cimentarsi in investimenti in tutta autonomia da consulenti ed esperti. Le persone nell'affrontare questo mercato devono essere consapevoli dei rischi che comunque sono impliciti nell'operare su titoli azionari, che possono subire oscillazioni anche improvvise e profonde. I consigli forniti dalla stampa o dalle fonti economiche in genere, devono essere perciò interpretati come espressione di un semplice punto di vista e di una esperienza assolutamente personale con cui confrontarsi, senza alcuna responsabilità su ciò che potrebbe capitare nel caso sfortunato di cattivi investimenti o errato modo di operare. La prima regola in questo settore è che è sempre molto meglio mancare un maggiore guadagno, che centrare una perdita secca. Inoltre per operare bene in borsa è necessario dedicarle un po’ di tempo più o meno tutti i giorni. In altre parole quando si ha un portafoglio attivo d'investimenti sui titoli bisogna seguirne regolarmente l'andamento, altrimenti si rischia di perdere i migliori profitti o di non reagire tempestivamente in caso di situazioni negative.

mercoledì 18 maggio 2011

Air China, a metà giugno, il volo diretto Milano-Pechino

La società Air China Limited, fondata nel 1988, nasce dalla fusione tra China National Aviation Company e China Southwest Airlines, la precedente società denominata Air China ha dato vita a China Aviation Group Company. Dall’unione delle risorse di trasporto aereo di queste tre compagnie, è stata fondata la nuova Air China, con un organico composto da 23.000 dipendenti, un capitale sociale di 6,5 miliardi di RMB. Il 15 dicembre 2004, Air China viene quotata alla Borsa di Hong Kong e Londra. L’eccellente redditività di Air China, che ha fatto registrare profitti per sette anni consecutivi a partire dal 2001, le è valsa la posizione di leader del settore dell’aviazione civile cinese. Il logo aziendale di Air China è una rappresentazione artistica della Fenice, la versione cinese di "Air China Limited" scritta da Deng Xiaoping. Nell’antica mitologia cinese, la Fenice viene rappresentata come un uccello di origine divina e come un uccello portafortuna adorato dalla popolazione cinese sin dai tempi antichi. Il colore del logo è il tradizionale rosso cinese, che simboleggia fortuna, successo, pace e felicità ed esprime la propensione di Air China a offrire servizi di qualità. Air China possiede 224 velivoli Boeing e Airbus, serve 243 rotte a copertura di 28 paesi e regioni, tra le quali figurano 69 rotte internazionali, 6 rotte regionali e 168 rotte interne. Garantisce oltre 6.000 voli settimanali con un’offerta pari a 1 milione di posti. Il 12 dicembre 2007, ha aderito formalmente a Star Alliance, la principale associazione di compagnie aeree a livello mondiale, che le consente di ampliare ulteriormente la propria offerta di servizi che attualmente conta 897 destinazioni totali in 160 paesi garantendo inoltre ai passeggeri maggiore convenienza e vantaggi. Dal 15 giugno sarà operativo un nuovo volo di Air China verso Milano. Saranno tre le frequenze settimanali previste, con voli da Pechino il lunedì, il mercoledì e la domenica, con partenze dalla capitale cinese alle 13,30 e arrivo nel capoluogo lombardo alle 19,00. "Il nuovo volo su Milano, rappresenta un tassello importante della espansione europea della compagnia, ha commentato Zhou Enyoung, general manager del marketing department di Air China. Un nuova risposta alla crescente domanda di connessioni tra Cina ed Europa". Interessante anche la strategia di espansione sul territorio italiano per accompagnare i passaggeri al punto d'imbarco di Milano Malpensa. Nel biglietto saranno inclusi voucher per servire le maggiori città del centro-nord con pullmann riservati. Il servizio adottato per la prima volta in Italia e richiesto dalle numerose presenze in città italiane medio-piccole di attive comunità cinesi. Avere la possibilità di essere accompagnati direttamente all'hub di Malpensa per poi raggiungere, senza uno scalo intermedio, il grande hub di Pechino (collegamenti diretti con 180 destinazioni nazionali) rappresenterà senza dubbio un ottimo stimolo nella scelta della compagnia. Per il momento le tratte previste servite da pulmann sono: la diretta Mestre, Padova, Verona, Brescia. Poi Rimini, Reggio Emilia, Bologna Carpi, Modena ed infine Prato, Firenze, con interconnessioni varie.

lunedì 16 maggio 2011

Incremento del PIL nella UE

Secondo le stime flash pubblicate da Eurostat, l'ufficio statistico del Unione europea, la settimana scorsa, l'incremento del PIL nell'area euro a 17 e nella UE a 27 è stato dell' 0,8% durante il primo trimestre del 2011, rispetto al 2,5% del primo trimestre 2010. Nel quarto trimestre del 2010, i tassi di crescita sono stati +0,3% nella zona euro (EA17) e +0,2% nell'Ue-27. Rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, il PIL destagionalizzato è aumentato del 2,5% sia nell' area dell'euro a 17 che dell'UE-27 nel primo trimestre del 2011, dopo +2,0% e +2,2% rispettivamente nel trimestre precedente. Nel corso del primo trimestre del 2011, negli Stati Uniti il PIL è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente (dopo il +0,8% nel quarto trimestre del 2010). Rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, il PIL statunitense è cresciuto del 2,3% (dopo il +2,8% nel trimestre precedente). L'area dell'euro (EA16) consisteva di 16 Stati membri fino al 31 dicembre 2010: Belgio, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna,Francia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Finlandia. Dal 1 Gennaio 2011 la zona euro (EA17) comprende anche l'Estonia. L'UE a 27 comprende il Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Svezia e Regno Unito. Come parte delle linee guida di Eurostat per la diffusione dei dati quando l'Unione europea o della zona euro è allargata, i dati aggregati di serie commentati fanno riferimento alla composizione ufficiale della zona euro nel trimestre più recente per cui i dati sono disponibili. Infatti i Comunicati stampa con dati relativi fino al quarto trimestre del 2010 sono commentati con la serie EA16 , mentre la stampa con dati per il primo trimestre del 2011 in poi sono commentari con la serie EA17. La massima qualità delle informazioni dell'Eurostat dei conti nazionali trimestrali sono elaborati in conformità con il Sistema europeo dei conti 1995 (SEC95). La stima flash del primo trimestre 2011 sulla crescita del PIL viene presentata in questa versione ed è basata su dati disponibili forniti dagli Stati membri.

domenica 15 maggio 2011

In Cina e India migliora l'economia e la qualità della vita

Secondo alcune statistiche, tratte soprattutto da dati della Banca mondiale e delle Nazioni Unite, l'aspettativa di vita alla nascita in Cina è di 73,5 anni, in India di 64,4; la mortalità neonatale è del 50 per mille in India, del 17 in Cina; per i bambini sotto i cinque anni, il tasso di mortalità è del 66 per mille in India e del 19 in Cina; in India, la mortalità materna è di 230 su 100mila nascite, in Cina di 38; gli anni di istruzione sono in media 4,4 in India, 7,5 in Cina; il tasso di alfabetizzazione fra gli adulti cinesi è del 94%, fra gli indiani del 74% (stando ai dati preliminari del censimento del 2011). In seguito agli sforzi condotti dall'India sul fronte della scolarizzazione femminile, il tasso di alfabetizzazione per le donne tra i quindici e i ventiquattro anni ha registrato un notevole aumento, ma non supera ancora di molto l'80%, contro il 99% cinese. Uno dei più gravi problemi dell'India è dato dall'ampia percentuale di bambini ancora vittime, in vari gradi, della denutrizione (a seconda dei criteri usati, il dato può avvicinarsi alla metà della popolazione infantile), che in Cina si ferma su livelli molto bassi. Solo al 66% dei bambini indiani è stato somministrato il vaccino trivalente contro difterite, pertosse e tetano; in Cina, la percentuale è del 97% L'economia indiana ha da poco raggiunto un tasso di crescita annuo dell'8% circa (dovrebbe arrivare al 9% entro quest'anno), la Cina è già oltre il 10%. Altri dati oltre al Pil sono importanti da confrontare per i due Paesi, come l'istruzione, l'assistenza sanitaria di base: la crescita economica può certo essere di grande aiuto nel migliorare gli standard di vita con la sconfitta della povertà, ma la crescita del Pil non andrebbe comunque vista come fine a se stessa, bensì come un mezzo per raggiungere gli obiettivi che riteniamo importanti.Infatti la crescita economica rafforza la capacità di migliorare gli standard di vita. Tuttavia, occorre innanzitutto rendersi conto che che la crescita del Pil è importante per le condizioni di vita, il suo impatto concreto dipende in larga misura da come vengono impiegate le risorse in più: il rapporto fra crescita economica e miglioramento degli standard di vita, cioè, è subordinato a molti fattori, tra cui le diseguaglianze economiche e sociali e, cosa non meno importante, la destinazione assegnata dal Governo alle maggiori entrate fiscali. Se si considera l'impatto della crescita economica sulla vita delle persone, la Cina risulta in vantaggio rispetto all'India; tuttavia, ci sono anche diversi campi in cui è possibile istituire un confronto che non sia legato alla crescita economica. La maggior parte degli indiani apprezzano molto la struttura democratica del loro Paese, con il suo sistema pluripartitico, le elezioni libere, i media non sottoposti a censura, la libertà di parola e l'indipendenza della magistratura, tutti indici di una democrazia viva. Chi critica i limiti di queste realtà indiane, dovrebbe comunque tener conto di tutte le conquiste che l'India ha già raggiunto sul fronte democratico rispetto a molti altri Paesi, fra cui la Cina. In India non c'è soltanto la libertà di accedere a internet e all'informazione mondiale senza censura, ma ci sono anche innumerevoli media nazionali che presentano i più svariati punti di vista, spesso molto critici nei confronti del Governo in carica. L'India vanta il più alto tasso di circolazione dei quotidiani del mondo che riflettono prospettive politiche contrastanti. La crescita economica ha contribuito, cosa certo molto positiva, alla diffusione di radio e televisori, spesso condivisi tra più utenti, in tutto il Paese, incluse le aree rurali. Ci sono almeno 360 emittenti televisive indipendenti (e molte altre stanno nascendo proprio ora, a giudicare dalle licenze già concesse), le cui trasmissioni veicolano una notevole varietà di punti di vista. Più di duecento di queste emittenti si concentrano soprattutto, o in modo comunque sostanziale, sulle notizie, in molti casi ventiquattr'ore su ventiquattro; il contrasto con il sistema monolitico dei notiziari autorizzati dallo Stato in Cina, con poche variazioni di prospettive politiche fra una stazione e l'altra, non potrebbe essere più netto. Comunque qualcosa si muove anche in Cina. Il vento della primavera dei paesi del Nord Africa e Medio Oriente presto si potrebbe far sentire anche in Cina.

venerdì 13 maggio 2011

Debiti sovrani e solidarietà nell'Unione europea

Il vicepresidente della Commissione europea ha parlato ieri della 'mancanza di solidarietà' in Europa verso i paesi che più soffrono la crisi economica e le persone colpite dagli scontri in Africa settentrionale. 'Dobbiamo essere consapevoli che è doveroso proteggere la coesione delle nostre società, ma dobbiamo anche capire che il ruolo dell'Europa non è sempre e solo di guardare all'interno dei propri confini', ha dichiarato il commissario spagnolo ai giornalisti dopo essere comparso davanti al Comitato delle Regioni dell'UE. Almunia ha fatto questa riflessione alla luce del discorso fatto ieri dal commissario per gli affari economici e monetari, Olli Rehn, che si è dichiarato 'estremamente preoccupato' per la deriva che hanno preso i dibattiti politici nazionali nel nord e centro Europa contro l'acquisto di titoli dei paesi più deboli dell'euro. Anche la Danimarca ha deciso ieri di ripristinare controlli doganali con Germania e Svezia, alla vigilia della riunione della UE che ha discusso la proposta franco-italiano di consentire la sospensione temporanea del trattato di Schengen per affrontare situazioni particolari come gli arrivi in massa d' immigrati, come recentemente avvenuto in Italia con popolazioni provenenti dal nord Africa. Senza riferimenti a casi specifici, Almunia ha detto che percepisce "alcuni segnali" della mancanza di solidarietà", soprattutto con le persone più colpite dalla crisi finanziaria e le popolazioni che non vivono entro i confini d'Europa e che soffrono per i molti conflitti. A suo avviso, gli europei devono guardare ben al di là delle proprie frontiere ed essere consapevoli del fatto che i valori, il modello sociale, il sistema politico, i principi delle democrazie europee sono un riferimento per il mondo, che si devono applicare anche ai vicini dell'UE. Inoltre, e riferendosi al suo lavoro come capo del ministero della Concorrenza della Commissione europea, il commissario ha detto che il suo team sarà in grado di prendere una decisione sulla ristrutturazione della banca tedesca WestLB in poche settimane.

martedì 10 maggio 2011

L'Euro, l'Europa e le manovre di mercato

Il tabloid tedesco Bild si schiera oggi a favore dell'abbandono dell'euro da parte della Grecia con un editoriale dal titolo Bye, bye, Grecia. La Grecia, scrive in un editoriale il giornale più letto della Germania, «non riesce a rimettere in piedi la propria economia», «non ripagherà mai il suo enorme debito e questo aumenterà la pressione sui propri creditori, incluse le banche tedesche, per rinunciare a una parte dei debiti». «L'euro è indispensabile per l'Europa, ma Eurolandia non dipende dalla Grecia». La Grecia ha negato che prevede di lasciare la zona euro, ma la sua imminente crisi di liquidità potrebbe rilanciare i timori che la crisi del debito può estendersi ad altri paesi dell'Eurozona. A questo si aggiunge il nuovo taglio di rating. Standard & Poor's ha abbassato il giudizio a lungo termine sul debito pubblico della Grecia a "B" dal precedente "BB-", aggiungendo che la valutazione che ha raggiunto ormai i livelli cosiddetti «spazzatura» potrebbe essere ulteriormente rivista al ribasso. Il taglio di S&P riflette i timori di ristrutturazione del debito stesso e potrebbe essere seguito da un'analoga decisione da parte di Moody's. Questi momenti di tensioni, sono stati causati anche da speranze alimentate non più di due settimane fa, dalla speranza dei mercati di ulteriori aumenti del tasso primario da parte della BCE, che hanno prodotto una forte richiesta dell'euro da parte della speculazione. Il cambio di 1.4823 contro dollaro dell'Euro di fatto ha provocato risentimenti da parte delle industrie UE per le difficoltà di affrontare il mercato globale. Numerosi sono gli economisti che ritengono in questa fase equo un cambio intorno a 1,35 contro dollaro. In questo mare in tempesta si rimane in attesa delle dichiarazioni di questo fine settimana di George Papaconstantinou, Ministro delle Finanze, che dovrà dichiarare se la Grecia ha chiesto l'assistenza dell'Unione europea per finanziare i suoi impegni del debito nel 2012 e il 2013, invece di tornare verso i mercati e a quanto ammonta la richiesta. Un anno dopo il suo salvataggio da parte dell'UE e del FMI, la Grecia ha fatto pochi progressi per mettere le proprie finanze in ordine, tanto meno per ottenere i surplus di bilancio sostanziali necessari per stabilizzare il debito pubblico. La richiesta greca potrebbe far naufragare le speranze che il salvataggio del Portogallo annunciato la scorsa settimana possa segnare una svolta nella crisi del debito scoppiata più di un anno fa. Un importante investitore ha dichiarato: "La speranza è che il Portogallo sia l'ultimo salvataggio e che non vi sia contagio in Spagna. Ma i timori sulla Grecia potrebbe portare a forti vendite sui mercati obbligazionari periferici e aumentare le possibilità che anche la Spagna abbia bisogno di prestiti di salvataggio". Ciò aggraverebbe la crisi, perchè molti considerano la Spagna, la quarta maggiore economia della zona euro, un paese chiave. Se il paese cade e ha bisogno di un salvataggio in extremis, l'intero progetto della zona euro potrebbe essere minacciata. Distensive, invece le dichiarazioni del presidente della Bce, Jean Claude Trichet: «i bilanci pubblici dei paesi avanzati devono essere progressivamente migliorati», ha ribadito una volta ancora, proprio lunedì mattina, facendo implicitamente riferimento a paesi come Grecia, Portogallo e Spagna. Trichet ha ricordato che la crisi del debito nei paesi avanzati è il problema più grosso, mentre in quelli emergenti il rischio è il «surriscaldamento dell'economia», con effetti indesiderati sotto il profilo dell'inflazione, legato alla crescita eccessiva.

lunedì 9 maggio 2011

Il debito del Portogallo e le strategie della UE

Dopo la decisione dell'Europa e del FMI di sostenere il Portogallo con 78 miliardi di euro, iniziano su vari giornali economici internazionali, le riflessioni su questo prestito che va ben al di là di una semplice assistenza finanziaria. Si tratta di una tutela del paese lusitano con metodi drastici secondo le regole del FMI. Il piano di salvataggio passa infatti attraverso una serie di misure che probabilmente porterà il Portogallo in recessione. Questo è anche il caso d' Irlanda e Grecia. I donatori ritengono che, senza condizioni drastiche un prestito rimborsabile servirebbe solo fa far guadagnare tempo, quindi, è vietata una politica dello struzzo: i paesi che non sono (ancora) nell'occhio del ciclone, ma non sono distanti, sono avvisati. Italia, Francia e Belgio sono tra quelli. Un recupero di questi paesi non è finanziariamente fattibile in breve tempo. È quindi per sindacati, maggioranze e opposizioni, è necessario agire ora, sedersi intorno ad un tavolo per prendere misure preventive. Il deficit di bilancio non superiore al 3% secondo i criteri di Maastricht, deve essere raggiunto nel giro di due anni. Infine, per rendere questi interventi socialmente accettabili, è essenziale, per la ristrutturazione del debito, anche se tale ristrutturazione influisce negativamente, che le banche facciano il loro ammortamento portafoglio obbligazionario sul debito sovrano. Lo faranno in maniera responsabile, ma non è accettabile che le banche non vedono colpiti i loro profitti (e bonus) da questa crisi, così hanno preso il rischio del loro portafoglio come finanziatore dei paesi in difficoltà, ma non hanno modificato il loro valore nominale. Le ristrutturazioni ridurrebbe l'onere di riforme che sarebbero condivise tra i governi, banche e imprese e il loro personale. Tuttociò ridurrebbe gli oneri sociali e garantirebbe una condivisione delle sofferenze nei piani di austerità inevitabili. Le autorità europee descrivono questa soluzione come dolorosa. Da questo punto di vista non ci sono soluzioni, per l'opposizione di Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea. Una ristrutturazione del debito greco, l'ex segretario del Club di Parigi sa meglio di chiunque altro che non ci sono molte soluzione perchè un paese emerga dal buco del debito. Egli stesso aveva negoziato la prima crisi dell'America Latina. Siamo tutti interessati: avremo la saggezza per evitare possibili tragedie europee la cui grandezza potrebbe mettere l'economia mondiale e la democrazia in pericolo? L'altro aspetto è l'identificazione accurata di una serie di aree che richiedono ristrutturazioni e che saranno seguite dagli istituti di credito a cui in più fasi si renderanno disponibili i fondi, a condizione che le riforme siano intraprese. Infine, occorrerà un'espressione portoghese di maturità politica che si dovrà tradurre in un voto della maggioranza del parlamento e opposizione che dovranno dire si alle condizioni associate con il prestito. Il Parlamento portoghese, pochi mesi fa aveva fatto cadere il governo, anche se oggi si parla già di coalizione governativa. E' quindi un esempio da seguire, ma su cui meditare. In primo luogo, vale per la Spagna, in quanto fatte le dovute proporzioni i due paesi della penisola iberica hanno gli stessi problemi. Tuttavia, il salvataggio della Spagna esaurirebbe le risorse del Patto di stabilità europeo. Per questo il rischio è che aumenterebbe il peso dei salvataggi, ma su un minor numero di membri in grado di garantire le obbligazioni. Con 110 miliardi alla Grecia, con 85-78 miliardi Irlanda e Portogallo, sono 273 i miliardi di € impegnati su 440 miliardi del fondo (ma non ancora erogati).

sabato 7 maggio 2011

La BCE frena sugli aumenti dei tassi

La BCE e il suo presidente, Jean-Claude Trichet, hanno offerto alla Grecia, al Portogallo e all'Irlanda un pò di respiro giovedì, quando hanno fatto presente che i tassi non avrebbero seguito la velocità al rialzo che i mercati si aspettavano. Il tasso, rimasto invariato al 1,25%, come previsto, nella riunione di Helsinki, in Finlandia, ha fortemente influito sul cambio contro dollaro e le altre monete soprattutto perchè è stato segnalato che non è probabile un rialzo dei tassi nel prossimo mese. La Banca ha dichiarato che avrebbe 'seguito con molta attenzione' tutti i rischi d'inflazione, questo linguaggio, secondo gli economisti indica l'assenza di aumento dei tassi nella riunione del mese prossimo. Nonostante il mercato si aspetti un aumento nel mese di luglio, la pausa dà un certo respiro alla zona euro soprattutto alle tre nazioni salvate con prestiti dalle Istituzioni internazionali. In particolare la Grecia, impegnata nel tentativo di dissipare i timori di una ristruttrazione del suo debito o come riportato da alcuni giornali tedeschi in procinto di lasciare l'euro e ritornare alla vecchia dracma. Operazione quasi impossibile visto i drammi conseguenti e l'impossibilità di varare una simile operazioni in tempi accettabili dai mercati, ma con danni ricadenti soprattutto sulle banche tedesche e francesi, le più esposte al debito sovrano greco. Gl'investitori si aspettavano che le parole di Trichet che:" sarà praticata una 'forte vigilanza' nel futuro per contrastare di più l'inflazione, come nel passato sarebbe stata interpretata come l'annunzio di un incremento del tasso per il mese seguente. Queste previsioni hanno spinto l'euro nei confronti del dollaro ai livelli più alti degli ultimi 18 mesi. Tassi più elevati possono far aumentare il tasso di cambio di una moneta per attirare gli investitori. A seguito delle osservazioni di Trichet, l'euro è calato di oltre 2 centesimi da circa 1,48 dollari a un minimo di 1.4585. Anche se le attese di un rialzo dei tassi in giugno sono stati più o meno tratteggiati, i mercati si attendono ancora degli aumenti di un quarto di punto entro quest'anno.Trichet ha precisato che la banca è pronta a muovere verso l'alto i tassi per sedare l'inflazione in esecuzione dell'obiettivo che è di poco meno del 2%, anche se i costi dei prestiti più alti saranno pesanti per le economie dei tre paesi sotto speculazione. Tuttavia, il ritmo più lento, come indicato giovedì, suggerisce che la banca vede più rischi per la ripresa in Europa. Trichet ha detto che il rischi per la crescita 'rimangono sostanzialmente equilibrati in un clima di grande incertezza. Gli aumenti dei tassi sono l'arma principale della banca contro l'inflazione, che correva al 2,8% l'anno nel mese di marzo, ma mettono sotto pressione le imprese più indebitate e i consumatori con mutui variabili e altre forme di debito nei tre paesi salvati dai prestiti. Essi 'sono così grandi, che molti economisti si aspettano che una o più nazioni non riusciranno a pagare tutto quello che devono, attraverso una ristrutturazione del debito che darebbe ai possessori di obbligazioni - volontariamente o involontariamente - nuove obbligazioni con valore inferiore all'attuale. Così la BCE, l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale nella riunione di giovedì hanno varato il prestito di 78 miliardi di € per il salvataggio del Portogallo. Grecia e Irlanda sono già state salvate, ma sono ancora alle prese con una lenta crescita e deficit. Alla domanda se il ritmo degli aumenti dei tassi sta rallentando per aiutare i paesi indebitati, Trichet ha dichiarato "Assolutamente no. Siamo responsabili per la stabilità dei prezzi nella zona euro nel suo complesso. Noi continueremo ad assicurare la stabilità dei prezzi. Ha messo da parte le domande circa la ristrutturazione del debito e ha detto che la Grecia avrà nella BCE il suo bastone di salvataggio insieme ai tagli alla spesa e alle riforme in cambio di nuovi prestiti di emergenza. "Abbiamo un piano. Noi applichiamo il piano. E' la ristrutturazione non fa parte del piano. Nonostante le parole di Trichet, sempre più economisti stanno discutendo possibili scenari di ristrutturazione per la Grecia. Essi prendono atto che l'attesa può rendere una ristrutturazione del debito ancora più difficile. Al momento, la maggior parte del debito è in mano ai possessori di obbligazioni. Ma, quando i prestiti di soccorso vengono pagati, l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale diventano i principali creditori dei paesi 'trasferendo alle istituzioni finanziarie una svalutazione futura. Lo scenario è di una ristrutturazione su base volontaria, in cui i governi rimborseranno gli obbligazionisti in una data successiva a quella inizialmente prevista con perdite relativamente basse rispetto al valore originale dei bonds. Un analista ha detto che la crisi del debito stava dando un motivo in più alla BCE per rallentare. 'Noi crediamo che la BCE possa essere molto cauta nel rialzo dei tassi d'interesse in modo aggressivo a causa delle turbolenze di fronte alla crescita della zona euro e dei problemi che i tassi d'interesse comporteranno per Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna', ha dichiarato Howard Archer di IHS. Fuori dalla lista dei tre paesi salvati, la Spagna è ancora in grado di prendere in prestito danaro sul mercato in modo normale, ma ha un alto tasso di disoccupazione al 21,3%. La Bank of England giovedì ha lasciato il suo tasso base all'0,5% nonostante le preoccupazioni per l'inflazione che in marzo ha toccato il 4%.

mercoledì 4 maggio 2011

Pierre Cardin vende la sua casa d'alta moda per 1 miliardo

L’anziano stilista vuole vendere per garantire la continuità della "maison", ma desidera rimanere come direttore creativo per non indebolire il marchio. All'età di 88 anni, ben portati, Pierre Cardin, fondatore e proprietario dell'omonima casa di moda fondata nel 1949, vuole vendere il suo impero. “Tra pochi anni non ci sarò più e la casa di moda deve continuare'' ha dichiarato. Cardin, che non ha eredi, è stato uno dei primi stranieri a entrare nel mercato cinese dove è presente dal lontano 1978. Di origine italiana, essendo nato nel 1922 a San Biagio di Callalta, nel trevigiano, Cardin vorrebbe comunque rimanere nella maison come direttore creativo "nell'interesse dell'immagine del marchio". Lo stilista mette sul mercato il gruppo per 1 miliardo di euro, sebbene una banca abbia stimato il valore della ''maison'' intorno a 200 milioni di euro, altre fonti citate dal WSJ sostengono che il valore della maison possa aggirarsi intorno a quattro volte i ricavi. Nel 2009 Pierre Cardin aveva venduto le sue 32 licenze tessili e secondarie (ma non il suo marchio) in Cina alle società Jiangsheng Trading Company e Cardanro per 200 milioni di euro.

martedì 3 maggio 2011

Risparmiare benzina

Mentre i prezzi dei carburanti raggiungono livelli da guerra, alcune auto-scuole hanno incominciato a programmare corsi di eco-guida o veri e propri corsi di guerra ai consumi di carburante. In un'autoscuola della semi-periferia nord di Milano, si è tentato di far virtù ( e guadagno) dalle disgrazie dei prezzi di carburante. Da notare che al primo corso partito alla fine di aprile i partecipanti erano in parità tra maschietti e femminuccie, la maggioranza sono professionisti che usano l'autovettura per lavoro o commercianti che usano mezzi di trasporto leggeri. Questi corsi sono il miglior rimedio per affrontare la crisi economica e i prezzi del petrolio giunti a livelli record dall'inizio del conflitto scoppiato in Libia. 'Si può risparmiare fino al 20% di carburante ", afferma l'istruttore senza perdere d'occhio l'alunno che si avvicina velocemente ad una rotatoria. Arrivare più dolcemente all'incrocio, è uno dei trucchi per risparmiare carburante, mantenendo una velocità stabile, evitando brusche frenate e, se possibile, cercare di non fermare la marcia del mezzo. Un primo consiglio è di non "tirare mai troppo le marce e soprattutto se il veicolo non è a pieno carico non disdegnare di passare dolcemente dalla prima alla terza marcia. Per i veicoli oltre 3.500 chili: tentare di non fermarsi completamente nelle rotatorie o di dare sempre la precedenza anche quando non dovuta, magari per cortesia. Qualche volta, quando non ci sono pericoli, anticipando il passaggio. Evitare, per quanto possibile, brusche accelerate, tanti sorpassi e forti frenate, il rombo del motore spesso inebria il senso di potere di chi guida, ma ne svuota le tasche. Ora che si avvicina l'estate, se si vuole mettere in funzione l'aria condizionata ricordarsi che sino a 24 gradi di temperatura esterna e sino a 100 km orari di velocità, gli sportelli leggermente aperti fanno consumare alle autovetture meno benzina dell'aria condizionata in funzione. In effetti non si tratta solo di risparmio, ma anche di rispetto per l'ambiente. Ad esempio, poichè una macchina emette quasi tre tonnellate di anidride carbonica all'anno, questa quantità potrebbe essere ridotta anche del 20% se si utilizza questo tipo di guida. Oltre l'aiuto alla questione ambientale, altro beneficio ne ricevono le casse dello stato italiano. Un'economia di energia-dipendente al 75% e con importazioni dall'estero di circa un miliardo di barili di greggio all'anno, con il Brent che supera i 120 dollari, diventano buoni risparmi. Per il cittadino modesto, questo tipo di guida potrebbe significare risparmiare in media 430 € annui con riferimento ai prezzi attuali del carburante e una spesa di tre serbatoi da 50 litri al mese. Non male considerando che l'inflazione si sta insinuando nei redditi di ogni famiglia. In ogni caso, una buona regola di vita è che "una persona non dovrebbe mai spendere più del necessario". Quale ragione migliore allora di frequentare questi corsi?

lunedì 2 maggio 2011

Inflazione europea da petrolio aumenta a ritmo più veloce

L'inflazione europea è aumentata più velocemente da due anni e mezzo a questa parte e la fiducia nelle prospettive economiche è diminuita, fra l'altro l'impennata dei prezzi dell'energia ha rischiato di compromettere la crescita. L'inflazione nei 17 paesi dell' Eurozona è salita al 2,8% in aprile rispetto al 2,7% di marzo, secondo quanto pubblicato venerdì dall'ufficio statistica dell'Unione europea a Lussemburgo. Gli economisti avevano previsto che l'inflazione rimanesse invariata, secondo la media di 34 previsioni effettuate in un sondaggio di Bloomberg News. L'indice di fiducia dei consumatori è scivolato a 106,2 da 107,3 di marzo, il più forte calo dal maggio 2010, e la disoccupazione è salita al 9,9%. I prezzi del greggio hanno registrato un'impennata del 38% negli ultimi sei mesi, spingendo l'inflazione sopra il limite che si è imposto la Banca centrale europea che è del 2%, spingendola ad alzare, questo mese, i tassi d'interesse per la prima volta dopo quasi tre anni. Allo stesso tempo, i maggiori costi delle materie prime stanno pesando sui profitti delle società e sui consumi, ed i governi in tutta la regione hanno tagliato la spesa per ridurre i disavanzi di bilancio. "La fiducia delle imprese sta cominciando a scendere dai livelli molto elevati, segnalando che la dinamica di crescita sarà più graduale e meno facile", ha dichiarato Marco Valli, economista capo della zona euro di Unicredit Global Research a Milano. "Le turbolenze principali sono gli alti prezzi del petrolio. ”Mentre l'inflazione sarà probabilmente stabilizzata nei prossimi mesi, anche se potrebbe accelerare al 3% a fine estate". I servizi e la crescita di produzione in Europa segnalano un'inaspetta accelerata nel mese di aprile, trainate dalla maggiore produzione di Germania e Francia, principali economie della regione. Eppure, la fiducia degli investitori europei è diminuita, l'inflazione che corre più veloce e i tassi d'interesse più elevati possono danneggiare la ripresa. La Commissione europea il mese scorso ha previsto che la crescita dell'Eurozona sarà più lenta quest'anno, sino a toccare l'1,6% dall' 1,8% del 2010. In una dichiarazione odierna la Commissione ha reso noto che l'indicatore delle aspettative dei costruttori dell'euro-regione è scivolato al 5,8 in aprile dal 6,7 del mese precedente e l'indice di fiducia dei consumatori è sceso all'11,6 rispetto 10,6 del mese scorso. Poiché i governi dall'Irlanda alla Spagna devono tagliare la spesa per contenere la crisi del debito sovrano, erodendo i consumi e gli investimenti, le imprese europee hanno fatto affidamento sui mercati che crescono più velocemente per sostenere le vendite. Volkswagen AG, la più grande fabbrica di automobili in Europa, questa settimana ha riferito che l'utile operativo ha raggiunto una punta record nel primo trimestre per una forte domanda proveniente dalla Cina. La fiducia delle imprese nella loro capacità di assumere lavoratori è scesa al 7,2 dall'8,6.Nella UE a 27 nazioni, la disoccupazione è rimasta al 9,5%. Al 20,7%, in Spagna che ha il più alto tasso di disoccupazione e al 4,2% nei Paesi Bassi che ha il più basso. Nove Stati membri dell'UE hanno registrato un calo rispetto all'anno precedente, mentre quattro hanno avuto un aumento della disoccupazione. Hans-Georg Haerter, Chief Executive Officer, grande fornitore automobilistico ZF Friedrichshafen AG, ha dichiarato il 21 aprile che intende creare 5.000 posti di lavoro entro la fine di quest'anno, di cui 2.000 in Germania, sulle aspettative di "crescita significativa delle vendite e di utili. Puma AG, società con sede in Germania, secondo produttore in Europa di articoli sportivi, ha dichiarato il 26 aprile che ha come obiettivo un fatturato di 3 miliardi di euro dopo che i profitti del primo trimestre sono aumentati del 7,2%. Jochen Zeitz Puma Chief Executive Officer ha dichiarato che farà aumentare i prezzi nel quarto trimestre per compensare i maggiori costi delle materie prime. Alcuni funzionari della BCE sono preoccupati che i lavoratori possano chiedere salari più alti per compensare l'aumento dei costi. In Germania il sindacato dei servizi chiederà un aumento delle retribuzioni del 6,5% in più per i lavoratori dello stato del Nord Reno-Westfalia, il paese più popoloso. Alla loro riunione del 5 maggio, il Consiglio direttivo della BCE dovrà pesare le minacce alla crescita economica, con i rischi d'inflazione più veloce e decidere se segnalare un aumento dei tassi d'interesse per giugno. Andrew Bosoni, un gestore di fondi di Pacific Investment Management Co., ha scritto in un commento di ieri ospite Boersen-Zeitung Germania, che: " Il tasso di riferimento della BCE è ancora troppo basso, alla luce della crescita economica e delle aspettative d'inflazione, e che dovrà alzare i tassi d'interesse perchè i mercati aumenteranno la pressione in questo senso". Gli economisti prevedono altri due aumenti di un quarto di punto sul tasso di riferimento della BCE a 1,75% questo anno, come mostrano la media delle 29 previsioni in un sondaggio Bloomberg News.