domenica 24 marzo 2013

L'oro continua la discesa

Secondo l'Ufficio australiano delle Risorse, dell'Economia e dell'Energia il prezzo dell'oro è pronto a scendere del 4,8% quest'anno, se la domanda dovesse continuare a diminuire vista l'instabilità dei mercati finanziari globali che non facilita l'acquisto del prodotto. Oggi il prezzo ha toccato i 1.608 $ l'oncia con una media 1.628 dollari nel 2013, rispetto ai $ 1.668 di un anno prima e si confronta con una previsione di dicembre 2012 di 1.738 dollari per il 2013.La produzione mineraria mondiale dell'oro può aumentare fino a 2.956 tonnellate nel 2013 a partire dalle 2.836 tonnellate dello scorso anno, si legge nel rapporto dell'ufficio di Canberra delle Risorse. Il consumo delle industri di  fabbricazione nel mondo, che comprende gioielli, elettronica e monete, può diminuire dell'1,3% mantenendosi a 2.580 tonnellate nel 2013, secondo le suddette previsioni. Inoltre l'ufficio di presidenza prevede che le banche centrali potranno acquistare 550 tonnellate nel 2013, a fronte delle 536 tonnellate acquisite nello scorso anno. La produzione d'oro nella sola Australia può aumentare del 5,9% ed arrivare a  270 tonnellate l'anno dal 1° luglio. Il paese potrà esportare 347 tonnellate nel 2013-2014 rispetto alle 320 tonnellate di un anno prima secondo la relazione. L'Ufficio delle Risorse ed Economia e dell'Energia di Canberra è una unità di ricerca economica presso il Dipartimento del Governo australiano delle risorse e del turismo.

mercoledì 20 marzo 2013

Cipro cerca un'alternativa urgente

Dopo che il Parlamento cipriota martedì ha respinto l'impopolare piano di salvataggio concluso sabato con l'Eurogruppo ora deve trovare un'alternativa urgente per evitare il fallimento dell'isola. I partiti politici ciprioti cercano oggi di trovare un'alternativa alla tassazione di tutti i depositi bancari per raccogliere 5 miliardi e 800milioni di € richiesti come parte del piano di salvataggio europeo. Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha detto che la palla è nel campo di Cipro, ripetendo già che gli aiuti europei non supereranno i 10 miliardi di euro, mentre il bisogno di Nicosia è di 17 miliardi di euro per rimborsare il debito. 10 miliardi di euro non sono sufficienti per rimborsare il debito e non c'è altra soluzione, deplorando il rifiuto da parte del Parlamento cipriota. Una opzione sul tavolo è la nazionalizzazione dei fondi pensione delle istituzioni statali e parastatali, che potrebbe portare tre miliardi di euro. Un'altra è la contrazione del settore bancario, con la possibile fusione delle due maggiori banche per ridurre l'importo della ricapitalizzazione necessaria. Anastasiades durante un'intervista telefonica di ieri ha già fatto presente queste opportunità alla cancelliera tedesca Angela Merkel come ha dichiarato alla televisione. Un'altra possibilità è un aiuto della potente Chiesa ortodossa di Cipro, il cui leader, l'arcivescovo Chrysostomos II, ha dichiarato ai giornalisti dopo un incontro con il signor Anastasiades, che la Chiesa era pronta a mettere i suoi possedimenti terrieri enormi a disposizione dello stato. Il nuovo ministro del bilancio francese, Bernard Cazeneuve, ha dichiarato di essere personalmente scioccato dal numero di oligarchi russi presenti nell'isola che con il 45% dei capitali presenti a Cipro rendono difficile la ripresa del paese.Inoltre ha sostenuto che le banche cipriote non sono tra le più trasparenti del mondo.Il ministro delle Finanze di Cipro Michalis Sarris oggi si è recato a Mosca alla ricerca di sostegno. Egli ha dovuto chiedere una proroga del credito di 2,5 miliardi di euro concesso dalla Russia a Nicosia nel 2011, che deve rimborsare nel 2016, per prendere una boccata d'aria fresca mentre l'isola è in crisi finanziaria. Il parlamento cipriota ieri ha respinto il piano di salvataggio proposto da donatori (Bruxelles e il Fondo Monetario Internazionale), che prevede una tassa senza precedenti sui depositi bancari. Questo prelievo eccezionale del 9,9% sui depositi superiori a 100.000 euro, colpirebbe in modo particolare le fortune russe depositate sull'isola a causa del suo regime fiscale favorevole.Gli esperti stimano che le perdite che potrebbero subire i russi ammonterebbero a circa 3 miliardi di euro. Questo scenario ha indisposto Mosca, ed il presidente Vladimir Putin lo ha definito "ingiusto" e "pericoloso". Il governo russo negli ultimi mesi ha più volte dichiarato di essere pronto a procrastinare i tempi di scadenza del prestito a Nicosia, preferendo questa ulteriore opzione di assistenza, rispetto ad una perdita secca, ma dopo l'annuncio del piano di salvataggio europeo, Anton Silouanov ha criticato il progetto sviluppato senza consultazione, ed ha minacciato di riconsiderare questa proposta. Secondo il quotidiano Vedomosti, citando una fonte vicina al Cremlino, ha scritto che secondo Mosca i ciprioti dovrebbero offrire acquisti di asset dell'isola in cambio di denaro. Secondo il giornale martedì la banca russa Gazprombank, posseduta al 41% dal colosso pubblico Gazprom avrebbe offerto assistenza finanziaria a Nicosia in cambio di licenze per la produzione di gas naturale al largo della costa meridionale dell'isola. La Banca centrale europea (BCE), che ha partecipato ai negoziati a Cipro con l'Unione europea e il FMI ha detto di aver preso atto del rifiuto e ha dichiarato che avrebbe fornito liquidità nelle quantità necessarie, facendo presente che la porta non era chiusa a una ulteriore rinegoziazione del piano di aiuti. In serata, l'Eurogruppo ha ribadito la sua offerta a Nicosia. "Abbiamo lasciato una certa libertà a Cipro", ha poi detto ai canali televisivi olandesi, ritenendo che il pacchetto di aiuti potrebbe superare i 10 miliardi di euro per non rendere il debito del paese ingestibile. Il Ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, ha preso atto "con rammarico" del rifiuto cipriota. Ha avvertito che Cipro è l'unico responsabile dei propri problemi grazie al suo sistema bancario "completamente fuori misura," non vi è alcuna alternativa, se non quella  di ristrutturare il sistema.

venerdì 15 marzo 2013

Un nuovo biocarburante dalle vinacce

Da qualche mese le vinacce non sono più materiali vegetali di scarto, bensì un nuovo biocarburante pronto a dimostrare ancora una volta come ecologia e energie alternative possano essere utilizzate al servizio dell’industria.La rivoluzione è rigorosamente made in Italy e porta la firma di due aziende di Novara, Torraccia del Piantavigna e Distilleria Francoli, che hanno avuto il lampo di genio di creare il primo forno in grado di produrre energia grazie a vari materiali di scarto, come la vinaccia, il legno di potatura dei vigneti, la lolla di riso e l’erba tagliata. E funziona bene.Il risultato è di 1 MW di energia prodotta ogni ora, molto più di quella necessaria per il fabbisogno delle aziende stesse, che si calcola essere circa del 10% rispetto all’energia totale prodotta. Il merito di Torraccia del Piantavigna e Distilleria Francoli è quello di aver messo a punto il primo forno in grado di elaborare materiali differenti, creando una sorta di piccola centrale elettrica. Il funzionamento del forno è tutto sommato semplice: portando (per combustione) ad ebollizione l’acqua della caldaia, il calore attiverà la turbina destinata a produrre energia elettrica. Il progetto è green al 100%: l’acqua di raffreddamento sarà riutilizzata e recuperata per il riscaldamento di serre e allevamenti di pesce. La cenere prodotta in seguito alla combustione del materiale vegetale verrà poi utilizzata da una ditta di concimi per realizzare un compost naturale. E, come se tutto questo non bastasse, anche le emissioni di C02 generate durante il processo di combustione verranno recuperate: saranno infatti utilizzate nelle serre destinate alla coltivazione di ortaggi con concimazione carbonica, ovvero in quelle serre in cui è necessario creare un ambiente ricco di anidride carbonica per accelerare la fotosintesi clorofilliana e incrementare la produttività.Questa speciale centrale sarà messa a disposizione del territorio: anche le altre cantine potranno usufruirne (e guadagnarci in base alla quantità di materiale di scarto messo a disposizione), così come le amministrazioni comunali della zona che potranno qui smaltire tutto quel materiale che il lavoro di manutenzione di boschi e aiuole produce. In barba a chi dice che il vino fa male, oggi si può dire: In vino energia”, stravolgendo il celebre detto “in vino veritas”.